Termine Imerese. L’Enpa diffida il sindaco autore dell’ordinanza “affama-randagi”


Pubblicato il 26 Ottobre 2012

di iena randagia”Si allunga la lista dei Sindaci che con le loro insane ordinanze “affama-randagi”, imperversano lungo lo stivale e purtroppo anche nelle isole”. A denunciarlo -con una nota diffusa stamani e’ l’Enpa, sezione provinciale di Catania- che punta il dito contro l’Ordinanza sindacale di Termini Imerese n.94 del 22 ottobre.“Ad entrare in questa macabra lista -precisa la nota dell’Enpa- c’e’ adesso anche il primo cittadino di Termini Imerese, Salvatore Burrafato, il quale, con indubbia fede nel ruolo che ricopre ha sentenziato che i randagi, di una determinata zona della cittadina che amministra, non debbano essere sfamati e abbeverati pena una sanzione amministrativa che va dai 25 ai 155 euro. Ordinanze tendenti alla morte per sofferenza di quelli che alla fine sono i loro animali così come la Legge Quadro 281/91 in materia di animali di affezione e prevenzione al randagismo, specifica.Noi Enpa non potevamo di certo rimanere in silenzio e levare l’unica voce in difesa di queste creature e quindi, ci siamo ritrovati costretti all’invio di una diffida ufficiale con la richiesta dell’immediata revoca dell’ordinanza in questione e l’invito ad affrontare il problema nei modi e termini previsti dalle Leggi in materia e non, invece, le sue personali e illegali interpretazioni delle stesse. Il Sindaco -critica l’Enpa- per dirla brevemente ha cercato di risolvere in questo modo, il non avere affrontato il problema secondo i criteri a lui impostagli dalla Legge come conseguenza del ruolo che ricopre. Non ha individuato nel gruppo di cani quelli aggressivi per farli recuperare presso una struttura regolarmente autorizzata, non ha fatto sterilizzare i soggetti femmina e lasciato nel territorio i cani di indole buona alle cure dei cittadini che, in vece sua se ne stanno già da tempo occupando. Al posto di questi atti per Legge ritenuti ammissibili ha deciso che il problema sarebbe stato risolto affamandoli e costringendoli a cercare in altra zona un posto sicuro dove continuare la loro esistenza. Certo il problema si verrebbe a ripetere e forse il Sindaco poco lungimirante rifarà una nuova ordinanza e così via all’infinito.Ma – rincara l’Enpa nella sua nota- niente preoccupazioni non saranno emanate nuove ordinanze, possiamo garantire che essendo il cane un animale territoriale, anche se sofferente, malato o agonizzante, dal posto di residenza non andrà via ma, ci preme chiarire che, dei cani ben nutriti difficilmente aggrediranno mentre, dei cani gravati dai morsi della fame potrebbero morire come desidera il Sindaco Buffarato ma, potrebbero di certo diventare pericolosi. A quel punto ci preme sapere di chi sarà la colpa. I cani fanno la popò Sindaco, allo stesso modo come la fanno tutte le altre specie di esseri viventi compresi gli uomini. E anche in questo la Legge viene in supporto ai Water di cui godono gli umani, le deiezioni dei cani di proprietà devono essere raccolte dai proprietari. La logica vuole che se i randagi sono di proprietà del Comune….si fa presto a capire chi debba raccoglierle. Disquisizione squisita per avallare le incomprensibili ordinanze fuorilegge dei cari sindaci “osservanti delle Leggi” dello Stato che servono”.L’Enpa annuncia infine azione legale contro l’Ordinanza:”nel frattempo che si cerca di comprendere, noi Enpa non esiteremo a portare nell’aula del Tribunale l’ordinanza in questione e nei casi limite anche le eventuali responsabilità penali di chi ha perpetrato nell’indifferenza un problema di propria specifica competenza”.Ecco la diffida inviata dall’Enpa al sindaco di Termini Imerese.” E. N. P. A.

Ente Nazionale Protezione Animali ONLUS

Ente Morale

Sezione Provinciale di Catania

Via Anapo nr. 45 CATANIA (CT) tel/fax 095270869 www.enpacatania.itcatania@enpa.org

 Prot 121/12

AL SINDACO DI TERMINI IMERESE

epc

AL PREFETTO DI PALERMO

ALL’ISPETTORATO REGIONALE VETRINARIO ASP

DI PALERMO

OGGETTO: DIFFIDA REVOCA IN AUTOTUTELA-Ordinanza Sindacale n.94 del 22-10-2012. Divieto di alimentare i randagi vicino la scuola di Torracchio.Con la presente codesto Ente, formalmente la diffida, a seguito dell’atteggiamento che, la sua persona ha usato nel trattare la problematica del randagismo con modi e toni poco consoni a chi amministra su quanto disposto e legiferato dallo Stato Italiano.La sua Ordinanza, in oggetto meglio specificata, non rispecchia le Leggi in tema di benessere e tutela degli animali L. 281/91 e Legge Regionale 15/2000. Queste Leggi chiariscono inequivocabilmente che i Comuni nella persona del Sindaco e il servizio Veterinario ASP territoriale ,per le proprie competenze sono gli organi preposti al rispetto e all’esecutività delle stesse.Nello specifico dette Leggi, individuano nella sua persona colui che vigila e tutela gli animali sprovvisti di proprietario, vaganti nel territorio che Lei amministra per nome e conto dello Stato Italiano e delle sue Leggi.Detti animali vaganti definiti come “randagi” appartengono, insieme ai gatti, agli animali meglio tutelati dagli Stati Comunitari tra i cui, l’Italia, li ha ampiamente favoriti ad altri, facendoli diventare degli “intoccabili”. Difatti, mentre i randagi in alcuni Stati membri vengono malauguratamente usati per la sperimentazione scientifica e in altri anche soppressi, in Italia è reato farlo!Da qui, capirà bene che tipo di danno alla Legalità sta arrecando.I randagi sono sostanzialmente una sua proprietà e come tale, lei deve provvedere alla loro salute, benessere e alimentazione.Nel non provvedere, per un normale cittadino è configurabile il reato di cui all’art. 727 c.p. ma, per un pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio potrebbe configurarsi ben altro reato.Non solo Lei non ha provveduto al benessere dei suoi animali adottando in ultimo l’astruso ostruzionismo a chi, in vece sua, per amore intende farlo imponendogli un illegalità ma ha, anche messo in pericolo ulteriormente animali e persone negando l’atto che invece avrebbe dovuto compiere.Infatti trattandosi di un gruppo di cani, si deve parlare di branco e come tale avrebbe dovuto adottare insieme all’ASP veterinaria, le dovute cure e precauzioni, scoraggiando il branco e disperdendolo nei modi di cui la Legge non è assolutamente carente.I cani individuati come aggressivi ricoverarli presso il rifugio, i cani di indole pacifica lasciarli liberi nel territorio e le femmine sterilizzarle.Lei, al posto di utilizzare i mezzi messole a disposizione dalla Legge, ha, arbitrariamente, deciso di fare diventare il branco da, pacifico ad aggressivo, con le ovvie conseguenze.I cani sono territoriali, dal posto di residenza non andranno via e privi di sostentamento ( che Le ricordiamo è una sua responsabilità) diventeranno parecchio arrabbiati. A quel punto saranno loro stessi e forse anche delle persone, a pagare il prezzo dei suoi errori.Pertanto, al fine di evitare inutili sofferenze agli animali, per ragioni di giustizia, di sicurezza pubblica, di ordine pubblico, di igiene e sanità La Diffidiamo formalmente dal proseguire nel suo intento (Il TAR CAMPANIA contro il sindaco Iannuzzi: “eccesso di potere per irragionevolezza” per l’ordinanza affama randagi) e la invitiamo a revocare nell’immediatezza l’Ordinanza in oggetto e provvedere in sinergia con l’ASP veterinaria e anche di chi con amore nutre queste creature alle soluzioni previste dalle Leggi sopra citate.In caso contrario adiremo per le sedi competenti e in piena difesa degli animali danneggiati.In attesa di riscontro si porgono,Cordiali salutiCatania 25-10-2012 ” 


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