Fabio Cantarella e i motivi del suo “NO” al referendum costituzionale sui social


Pubblicato il 29 Novembre 2016

Sin dall’inizio la sensazione è che in Sicilia la vittoria del No al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre possa essere più netta che in altre parti del Paese. Ne abbiamo parlato con Fabio Cantarella, vicesindaco della Lega a Mascalucia in provincia di Catania, responsabile della comunicazione in Sicilia per il movimento “Noi con Salvini” a fianco del segretario nazionale Angelo Attaguile (Fabio Cantarella nella foto tra Nello Musumeci e Angelo Attaguile).

La vittoria schiacciante del No in Sicilia, è solo una percezione o c’è qualcosa di concreto?

Votare No qui in Sicilia ha un sapore particolare, per tanti motivi. Innanzitutto noi abbiamo fatto i conti con una precedente riforma voluta dal Partito democratico, quella della finta abolizione delle province. Ricorderete i viaggi del governatore di Sicilia Rosario Crocetta da Massimo Giletti a vantarsi di aver eliminato le province prima di tutti? Balle, solo balle spaziali. Le province qui in Sicilia esistono ancora oggi, si chiamano città metropolitane o liberi consorzi, portano con sé tutti i costi delle vecchie province e a breve si voterà per l’elezione dei consiglieri metropolitani, solo che non saranno più i cittadini a votarli ma chi già detiene cariche istituzionali, ossia i consiglieri comunali. Ecco, la stessa identica cosa il PD adesso vuol fare col Senato della Repubblica, vogliono toglierci il diritto di andare a votare, vogliono gestire i patrimoni pubblici senza dover rendere conto al cittadino.

Renzi e la Boschi sostengono che si abbatteranno i costi del Senato e la funzione legislativa sarà più snella…

Balle spaziali anche queste. Leggendo la riforma emerge l’esatto contrario, a partire dal fatto che il bicameralismo perfetto non viene affatto eliminato. Il Senato resta e in diverse delicate materie avrà le medesime competenze della Camera e quindi i due rami del parlamento dovranno approvare lo stesso testo. Per le altre questioni per le quali Renzi e la Boschi parlano di semplificazione, vi è piuttosto un aggravamento del procedimento legislativo. Il Senato nei dieci giorni successivi all’approvazione di un disegno di legge da parte della Camera dei deputati potrà chiedere di esaminarlo e nei trenta giorni successivi proporre alla Camera delle modifiche. È concreto il rischio di numerosi possibili conflitti di competenza tra le due camere e tra queste e le Regioni visto che lo Stato, se passasse la riforma, legifererà in materia di turismo, cultura e sanità per esempio, mandato definitivamente a quel paese l’autonomia dei territori e le loro identità. Renzi vuol spingere il processo di globalizzazione, voluto dalle multinazionali e dalle grandi lobby mondiali.

E i risparmi del Senato?

La ragioneria dello Stato ha chiarito che il Senato costa all’anno 540 milioni di euro e con la riforma di Renzi se ne risparmierebbero soltanto 47, cifra ridicola: per risparmiare 47 milioni di euro c’era bisogno di una riforma costituzionale che toglie quel pochino di sovranità popolare rimasta per consegnarla ai potenti? O sono incapaci o sono in mala fede! Il suo aereo istituzionale ci costa decine di volte di più ogni anno, a chi vuol prendere per i fondelli?

C’è qualche altro motivo per cui la Sicilia osteggia questa proposta di riforma costituzionale?

Certamente, me ne vengono in mente altri due al volo. Regioni come la Valle D’Aosta, circa 128mila abitanti, e il Molise, poco più di 300mila abitanti, potranno eleggere due senatori, mentre la Sicilia con oltre cinque milioni di abitanti soltanto sette: mi dite qual è il criterio con cui sono state decise queste ridicole (e non rappresentative) proporzioni?

L’altro giorno a Radio Padania hai parlato del rischio di derive autoritaristiche se dovesse vincere il Sì.

E ne sono convinto. A parte per i motivi che ho detto prima, aggiungo che la sola Camera dei deputati, a maggioranza, potrà votare indulti, amnistie, stato di guerra, il bilancio dello Stato. Cioè una maggioranza che non è neppure maggioranza del paese, peraltro di gente nominata e non eletta, potrà decidere le sorti della nazione: follia allo stato puro! Una pedata alla Costituzione! A questo si aggiunga che Presidente della Repubblica e Camera dei deputati (il primo, se passasse questa violenta riforma, sostanzialmente eletto da quest’ultima) potranno eleggere otto giudici della Corte costituzionale sui quindici che la compongono, ossia avrebbero la maggioranza condizionando politicamente l’equilibrio tra poteri dello Stato. Si snaturerebbe il senso della Costituzione della Repubblica Italiana e i motivi per i quali i nostri padri costituenti l’hanno voluta. Attualmente per un disegno di legge d’iniziativa popolare occorrono 50mila firme di elettori, passasse la riforma ce ne vorrebbero 150mila: continuo?

Secondo te chi vota Sì se la sarà letta la riforma?

Spero di no, Renzi continua a girare le grandi città raccontando balle, purtroppo qualcuno ci cade ancora. L’abbiamo avuto a Catania nei giorni scorsi, tanta gente mi diceva di esserci andata solo per curiosità o perché “caldamente” invitata da qualche leader locale e che comunque in pieno segreto voterà no perché sa che c’è in gioco anche il futuro dei nostri figli. Comunque sia a Catania che a Palermo, città nelle quali guarda caso Renzi ha scelto ancora una volta un teatro per parlare, è stato accolto anche da dure contestazioni, dai sindacati ai docenti, dai disoccupati ai precari, fino alla gente stanca di assistere al suo intento di prenderci in giro con promesse mega galattiche. Quì il ponte sullo Stretto lo fanno due anni sì, gli altri due no, un po’ come le infrastrutture: pensate che ci stiamo quasi tre ore da Catania a Palermo in auto, molto di più in treno.

Come vi siete organizzati nell’Isola per sostenere le ragioni del No?

Abbiamo puntato soprattutto ad informare il cittadino elettore, stampando vari articoli della riforma su depliant e volantini vari, abbiamo fatto banchetti, volantinaggi e convegni. Ieri per esempio, l’instancabile Angelo Attaguile, segretario nazionale di ‘Noi con Salvini’ e coordinatore in Sicilia, ha organizzato l’ennesima manifestazione, parlando a centinaia di persone assieme a Roberto Calderoli e Raffaele Volpi che sono venuti a dare il loro contributo a questa importante battaglie a difesa delle nostre libertà.

Renzi sostiene che grazie al suo governo stanno diminuendo i disoccupati, dalle vostre parti che si dice?

Chi non lavorava tre anni addietro non lavora neppure oggi. Anzi assistiamo a battaglie umilianti dei precari che cercano di difendere anche lo stesso precariato con aziende che minacciano di chiudere stabilimenti e trasferirsi altrove. A causa delle folli politiche dell’Unione europea abbiamo agricoltura e pesca in ginocchio, agricoltori e pescatori indebitati come non mai, nonostante la nostra Isola offra mille risorse produttive in tali settori, ma come fai a concorrere con l’olio d’oliva tunisino o con le arance marocchine? E i poveri pescatori costretti a guardare il nostro pesce senza poterlo pescare perché non ha ancora raggiunto le dimensioni imposte dall’UE? Nel frattempo sarà giunto nelle coste africane e se lo papperanno loro, noi lo abbiamo solo potuto guardare. E se beccano un nostro peschereccio che sconfina di qualche metro lo sequestrano mentre noi dobbiamo dare vitto e alloggio ai loro migranti. Una persona sensata può accettare tutto questo?  

In conclusione che ti senti di dire a chi si appresta di andare a votare per il referendum costituzionale?

Due preghiere. La prima di lasciare perdere quello che dicono i politici, me compreso. Andate su internet, scaricatevi la riforma e leggetevela articolo per articolo, ragionate con la vostra testa, anche un bambino si renderebbe conto della truffa che c’è sotto. Seconda cosa non meno importante: se dopo aver letto la riforma vi sentiste incavolati per le balle dette da Renzi e company, non statevene a casa perché l’unico modo per fargliela pagare è andare a votare No, non c’è quorum, stare a casa, o andare altrove a divertirsi, significa fare un favore a chi vuole questa pericolosissima riforma. Questi venduti vogliono il futuro dei nostri figli nelle loro mani.


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