Firrarello e Lombardo: pistacchi uno cardi zero


Pubblicato il 12 Gennaio 2012

di iena giudiziaria-pallonara, Marco Benanti

“Scusa Ameri…A te Sandro Ciottti”. Non siamo a “Tutto il calcio minuto per minuto” ma poco ci manca. La questione è seria. Fra Pino Firrarello e Raffaele Lombardo non ci sono più soltanto le divisioni politiche, divenute assai aspre negli ultimi anni, ma adesso anche le…”armi” del diritto. Lo scontro fra i due big è finito in Tribunale. E per adesso è “in vantaggio” Pino da Bronte su Raffaele da Grammichele: qualcuno potrebbe ironizzare…meglio il pistacchio del cardo. Insomma: uno a zero. Palla al centro.

Al centro della contesa dichiarazioni ed espressioni –in particolari venute fuori in occasione dell’ “esplosione” dell’inchiesta “Iblis” e del successivo discorso di Lombardo all’Ars- nel solco del “duello” che da anni contrappone i due big della politica siciliana.

L’11 aprile prossimo comincerà, davanti al giudice presso il Tribunale di Roma Michele Romano, il processo per diffamazione aggravata contro il governatore Raffaele Lombardo, difeso dall’avvocato Alessandro Benedetti. Parte offesa, udite udite, il senatore Pino Firrarello, che, nel corso dell’udienza preliminare, si è costituito parte civile con l’assistenza dell’avv. Isabella Giuffrida.

Secondo l’Accusa, Lombardo, in un’intervista al settimanale “L’Espresso” pubblicata il 28 ottobre 2010, con il titolo “Cricca alla siciliana”, avrebbe offeso la reputazione di Giuseppe Firrarello indicandolo come facente parte di un gruppo “dedito alla sistematica spoliazione della Sicilia, in proprio e per conto terzi” ed associando la figura del Firrarello a quella del proconsole Verre, nonché affermando che “un uomo di Firrarello avrebbe venduto un terreno ad una società legata alla mafia e che un cugino del medesimo sarebbe a capo di un gruppo che fa affari grazie ad un progetto di finanza con l’ANAS a svantaggio degli utenti delle strade siciliane”.

Il rinvio a giudizio è arrivato il 9 novembre scorso dal Gup di Roma, Anna Maria Fattori. Firrarello si è costituito parte civile per ottenere il risarcimento dei danni morali subiti e subendi in conseguenza di quanto detto da Lombardo, che con le sue dichiarazioni, si ritiene abbia leso la reputazione personale del senatore, attribuendo qualità e fatti disonoranti, come è dato ricavare dell’espressione “…facente parte di un gruppo dedito alla sistematica spoliazione della Sicilia, in proprio e per conto terzi” ed associando la figura del Firrarello a quella del proconsole Verre (governatore della Sicilia dal 73 al 71 a.C. che fu processato e poi condannato nel 70 a.C. a Roma per concussione per le attività illegali commesse durante il periodo in cui era stato praetor della provincia di Sicilia), nonché affermando “che un uomo di Firrarello avrebbe venduto un terreno ad una società legata alla mafia e che un cugino del medesimo sarebbe a capo di un gruppo che fa affari grazie ad un progetto di finanza con l’ANAS a svantaggio degli utenti delle strade siciliane”.

Insomma, fra riferimenti ad antichità classiche e ad affari contemporanei, il “duello” continua. Un’altra “puntata” del “duello” tutto siculo. Al prossimo “colpo”: pistacchi o cardi?


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