100 anni dalla nascita del Pci: lo ricordiamo con le parole di Claudio Martelli. Ovvero il valore storico del riformismo. Diffamato sempre dall’anatema comunista


Pubblicato il 21 Gennaio 2021

Oggi anniversario della scissione di Livorno con la nascita del Partito Comunista d’Italia. Dal Partito Socialista. Sulla sua bacheca facebook Claudio Martelli ha ricordato che…
“𝗗’𝗔𝗹𝗲𝗺𝗮, 𝗾𝘂𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗳𝗮𝗹𝘀𝗶𝘁𝗮̀
D’Alema sostiene che il PCI è sempre stato riformista. Dev’essere per questo che il PCI si è scisso dal PSI pretendendo l’espulsione di Filippo Turati il padre del riformismo italiano; dev’essere per questo che Gramsci definì Matteotti assassinato dai fascisti “un cavaliere del nulla” e Togliatti definì il socialismo liberale di Carlo Rosselli trucidato per ordine di Mussolini come “l’opera di un socialfascista”. Sempre per questo nel dopoguerra il PCI bollò Giuseppe Saragat leader del riformismo italiano come un voltagabbana e un traditore della classe operaia.
E perché sono sempre stati riformisti nei fatti che negli anni sessanta hanno boicottato Nenni, le grandi riforme del primo centro-sinistra e votato contro la programmazione economica, contro la scuola media dell’obbligo, e prima contrari, poi astenuti sullo Statuto dei diritti dei Lavoratori.
É perché sono sempre stati riformisti che con Berlinguer hanno criminalizzato Craxi, definito il suo governo “un pericolo per la democrazia” e respinto ogni ipotesi di adesione al riformismo e alla socialdemocrazia europea. Certo, nel PCI ci sono stati amministratori locali o singoli esponenti – penso a Di Vittorio, a Amendola, a Napolitano, al compianto Emanuele Macaluso – che la pensavano diversamente, ma divennero minoranza appena tollerata nel PCI proprio per le loro aperture al riformismo socialista.
Perché D’Alema continua a mentire falsificando la storia, occultando il duro contrasto tra Gramsci e Togliatti, l’isolamento comunista di Gramsci in carcere, le censure alla pubblicazione dei “Quaderni”, l’espulsione di ogni voce critica, le complicità di Togliatti con i delitti di Stalin, l’espulsione dal partito di ogni voce critica?
Ha ragione Claudio Petruccioli: quando con la svolta di Occhetto il PCI, ultimo tra i partiti comunisti europei, ruppe il patto di ferro con la Russia Sovietica ormai collassata c’era chi voleva finalmente uscire dalla storia e dalla mentalità comunista e chi, come D’Alema, fece di tutto per farla continuare sotto altre insegne e altro nome, operando per distruggere i socialisti e sostituirsi ad essi.
Claudio Martelli”. 
fonte: bacheca facebook di Martelli.

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