di Fabio Cantarella, iena antimafia
La Palermo e la Sicilia che non si arrendono hanno ricordato il magistrato eroe Paolo Borsellino, ucciso dalla mafia il 19 luglio di ben vent’anni addietro insieme agli uomini della sua scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Un attentato, quello di via D’Amelio, per il quale, a distanza di quattro lustri, i parenti delle vittime, gli amici e gli uomini onesti che veramente amano questa terra, invocano giustizia.
Una celebrazione che proprio nei giorni precedenti si è “macchiata” delle polemiche che hanno visto coinvolto il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, con i magistrati di Palermo che con coraggio e passione stanno cercando di far luce sulla trattativa tra pezzi dello stato e la criminalità organizzata, ma anche su eventuali mandanto occulti delle stragi.
Proprio in via D’Amelio, luogo della strage, un albero d’ulivo raccoglie i messaggi e le testimonianze di solidarietà portate negli anni da quanti ancora si ostinano a credere nella Giustizia e sperano che un giorno sia fatta piena luce su quegli anni bui della storia d’Italia. Un albero che, giustamente diciamo noi, la famiglia Borsellino ha chiesto che non sia “meta di rappresentanti delle istituzioni venuti a portare corone di fiori. Vogliamo che ci siano persone che scelgono di fare memoria”.
Manifestazioni che hanno avuto per protagonisti i più piccini con animazione ludica e vari percorsi di “Legalità”. Poi, alle ore 11, la giunta distrettuale dell’Anm di Palermo ha commemorato Paolo Borsellino con un convegno nell’aula magna del palazzo di giustizia dal titolo: “Paolo Borsellino. Venti anni dopo”.
Alle 16.58 il minuto di silenzio con Marilena Monti, cantautrice e scrittrice, che ha recitato “Giudice Paolo”. A seguire gli interventi dei familiari di Paolo Borsellino e degli uomini della sua scorta. In serata in via D’Amelio si attende anche la fiaccolata organizzata da Giovane Italia.
Non si può sottacere come ieri, si sono registrati momenti di protesta con il popolo delle Agende rosse (nella foto Salvatore, fratello di Paolo Borsellino) che nel corso di un corteo ha contestato il presidente Napolitano manifestando solidarietà ai pubblici ministeri di Palermo che indagano sulla trattativa tra stato e mafia.
A Paolo Borsellino il Comune di Palermo intitolerà l’atrio della biblioteca comunale, mentre a tutti coloro che sono nati il 19 luglio del 1992 a Palermo l’Amministrazione comunale ha regalato dei block notes con l’elenco di tutte le vittime della mafia dal 1893 a oggi.
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