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25 aprile “democratico”: la questura oscura la scritta “Casa Pound Catania”. Poteva risultare provocatoria per i partecipanti al corteo della sinistra borghese
Pubblicato il 25 Aprile 2019
di iena politica marco benanti
Premessa: raccontiamo quanto accaduto stamane per sottolineare -come facciamo da anni- come la differenza fra una democrazia e una dittatura (il colore sceglietelo voi, tanto sono tutte uguali) sta nel dato che nella prima -a differenza della seconda- le idee si dovrebbero confrontare nell’agorà pubblico, nel contraddittorio dei ragionamenti, piuttosto che a colpi di atti di autoritarismo o peggio di casco (che se è “democratico” pare dovrebbe consentire una sorta di “immunità”).
Bene, proprio il giorno della liberazione dell’Italia e della riconquista della democrazia, è accaduto quanto ci apprestiamo a raccontare:
Stamattina alle 7:20 Pierluigi Reale, il responsabile provinciale di CasaPound Italia Catania, è stato raggiunto telefonicamente da un funzionario della Questura di Catania che lo avvisava della possibile rimozione dello striscione incollato sopra la sede catanese di CasaPound, in via Mascali, con la scritta “CasaPound Catania” ed il logo elettorale della Tartaruga Frecciata, che faceva bella mostra di sè, sulla porta d’ingresso della sezione.
Giunto di gran corsa in sezione Reale ha assistito ad una scena surreale: quasi fosse in corso una sorta di “blitz antimafia” si sono materializzati davanti alla sede politica un congruo numero di uomini delle forze dell’ordine, poliziotti, carabinieri, vigili urbani e… operatori del servizio affissioni del comune di Catania. All’esponente di Casa Pound (peraltro candidato alle prossime elezioni europee del 26 maggio) è stato spiegato, a giustificazione di quanto stava accadendo, che la scritta poteva risultare provocatoria gli occhi dei partecipanti al corteo del 25 aprile (sic!).
Reale ha fatto rilevare che si trattava di una parte delle scritte del comitato elettorale che si sarebbe dovuto inaugurare domenica 28 aprile. Risultato? Un contraddittorio con una serie di telefonate fra operatori di polizia e con ogni probabilità i loro superiori. Oggetto? La scritta, il suo contenuto, magari altro…E’ accaduto proprio così: l’analisi della scritta!
Tutto normale o anormale? No, giammai. Non c’è stato nulla da fare: scritta da rimuovere subito. E il fondamentale obiettivo è stato raggiunto, strappandola e rendendola inservibile come dire … oltre la beffa il danno.
Ma non è finita: sui muri pieni di graffiti ed in evidente stato d’abbandono, una “manina democratica” o forse altri ha coperto tutti i manifesti dell’Associazione di studenti “Blocco Studentesco” e financo lo striscione in ricordo dello storico reggente della sezione di Acca Larenzia, Carlo Giannotta.
Insomma, mentre da mesi da sinistra si alza -alto e solenne- l’ “allarme fascista”, che vedrebbe come sua massima espressione il Ministro degli Interni, dagli uffici periferici dello stesso Ministero si agisce in questi termini.
E cosa dice Pierluigi Reale? “Ho sentito dei grillini apostrofare il Ministro Salvini con termini come ‘fascista’ o ‘novello Mussolini’ e più grottescamente come ‘protettore di CasaPound’. I suoi operatori oggi per non turbare il corteo, dei nuovi borghesi di questa città, dedicato a cinque vili aggressori, hanno fatto rimuovere la ‘provocatoria’ scritta ‘CasaPound Catania’ “.
Questo accade nella sede dove fra tre giorni si dovrebbe inaugurare il comitato elettorale di Pierluigi Reale, con una evidente lesione del diritto a partecipare alla competizione elettorale, quella per il Parlamento Europeo.
“Nessuna democrazia sana permetterebbe ai suoi operatori di Polizia -continua Reale- di oscurare il nome e il simbolo di un partito democraticamente costituito per non solleticare la suscettibilità dei partecipanti ad un corteo che -per loro- rappresenta l’avvento della liberazione la nascita della libertà e della democrazia in questa Nazione.
Ecco che ai proletari in giacca e cravatta, con lo studio in corso Italia, viene consegnato un assist: vedere coperti e rimossi i veri segni del loro fallimento, la presenza sempre crescente della Comunità di CasaPound Italia Catania nel cuore ancora pulsante di Catania.”
“Fa specie – conclude Reale – aver letto che il Procuratore della Repubblica dott. Carmelo Zuccaro qualche giorno fa auspicava l’arrivo dell’esercito per una città che è ormai incontrollabile, visti anche i tagli fatti dal governo centrale, e poi scoprire improvvisamente che il vero problema a Catania è la scritta CasaPound Catania su un nascente Comitato Elettorale.
Viva la democrazia e la libertà di espressione, ovviamente solo se pro sistema, globalista e borghese.”
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