In occasione dell’anniversario del 5 gennaio, ienesicule vuole ricordare Pippo Fava, senza retorica. Per questo rivolgiamo –a chi vorrà rispondere, speriamo tutti- alcune domande sull’uomo Fava e la sua opera. Stiamo interpellando persone che hanno lavorato o che hanno incontrato nel loro percorso professionale Fava negli anni del “Giornale del Sud” e della fondazione de “I Sicilliani”.
1) Come definiresti Pippo Fava? Scrittore, giornalista, intellettuale, autore teatrale, altro?
2) Che ricordo hai dell’uomo, dei suoi pregi e dei suoi vizi?
3) Che ricordo hai di quella sera del 5 gennaio. Cosa pensasti in quei momenti?
4) A tuo avviso, qual è stato la menzogna più grande detta sulla morte di Fava e quello che, invece, non è stato detto da nessuno?
5) E’ vero che Pippo Fava era amico di Salvatore Lo Turco, il parlamentare del Psdi? (Rivolgiamo questa domanda solo per accertare un fatto storico, senza altro riflesso o valutazione)
6) Dal punto vista politico ed ideologico, com’ è inquadrabile Pippo Fava?
7) Francesco Merlo ha scritto che “i salotti di Catania” non amavano per nulla Pippo Fava e lo avrebbero riscoperto dopo la morte, santificandolo. Ti risulta?
8) Che ricordo hai, in generale, del “Giornale del Sud”? Chi fece fuori Fava e perché?
9) Vorrei dire qualcosa che per anni, magari per ragioni di opportunità o altro, non hai mai detto sulla figura di Fava e sulla sua morte?
Così ci ha risposto Nello Pappalardo, giornalista, scrittore, appassionato di tante cose, docente. Soprattutto persona che non si prende sul serio. O almeno ce lo ricordiamo così.
“Una premessa. Non ho mai voluto intervenire su questo argomento, che rappresenta uno dei capitoli più sconvolgenti e dolorosi della nostra storia collettiva e della mia storia personale. Non mi chiedete il motivo perché non lo so. Così come non so cosa mi spinge a farlo, adesso, sulla sollecitazione dell’amico Marco Benanti.
1) Se proprio devo farlo, sceglierei “giornalista”. Sia perché Pippo è stato indiscutibilmente un grande giornalista, sia perché lo considero un maestro (per me lo è stato). Tutto il resto gli appartiene, scaturisce dalla sua attività primaria e ne è l’adeguato complemento.
2) Di grande ed affettuoso apprezzamento nei confronti dell’uomo, dei suoi pregi e dei suoi vizi.
3) Molto vivo. Potrei ricostruire quella sera, ma anche la notte che la seguì, fin nei minimi dettagli. Ero appena rientrato da Milano e da un telegiornale ho appreso l’orrenda e sconvolgente notizia. Mentre tentavo di rendermi conto di quanto stesse succedendo, ho sentito il suono del citofono di casa mia: Giovanni Iozzia era passato a prendermi per andare all’ospedale Garibaldi, a raggiungere gli altri, sconvolti ed attoniti tanto quanto noi. In lacrime e infreddoliti, siamo rimasti lì fino a notte alta.
4) Non so proprio cosa rispondere.
5) ?!?
6) Nell’arco costituzionale. Va bene così?
7) È importante essere amati dai “salotti di Catania”? Forse risultava più amato dai “soggiorni” o dalle “stanze da pranzo”, non so…
8) Splendido. È stata la palestra nella quale molti giovani hanno temprato se stessi, imparando un mestiere. Non dimentichiamo che lì, insieme ad un giovanissimo Claudio Fava, hanno mosso i primi passi Sebastiano Messina, Roselina Salemi, Riccardo Orioles e tanti altri. Chi fece fuori Fava e perché? Se sapessi rispondere a questa domanda, già da tempo avrei collaborato con gli inquirenti per assicurare alla giustizia esecutori e mandanti.
9) No, grazie.”
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