“La Sicilia di Mario Ciancio pubblica oggi un necrologio con l’annuncio di una Messa che sarà tenuta in il 6 gennaio nella Chiesa dei Santi Pietro e Paolo in ricordo di Giuseppe Fava. Un atto pubblico che segue l’evento serale organizzato presso Zo’ dalla Fondazione Fava e che vede protagonisti il redattore de La Sicilia Mario Barresi e i giornalisti Claudio Fava, Miki Gambino, Riccardo Orioles. Se ci aggiungiamo il premio attribuito da I siciliani giovani a Salvatore Resca, animatore di Città Insieme, abbiamo la plastica composizione dell’avvenuta pacificazione tra le espressioni di mondi finora letti e rappresentati come contrapposti. Un percorso avviato da molti anni in prima persona da Claudio Fava, sin dalla sua elezione a deputato regionale con la lista dei Cento passi, cui seguì la sua elezione a Presidente della Commissione parlamentare regionale Antimafia, con sponsor di eccezione Gianfranco Miccichè e Nello Musumeci. E la contestuale liquidazione della coalizione politica che aveva determinato la sua elezione: è utile ricordare che la sua prima manifestazione pubblica vide sullo stesso palco a Palermo come coprotagonisti il già citato Mario Barresi e lo scrittore Pierangelo Buttafuoco. Alla vigilia delle elezioni municipali, che vorremmo dessero a Catania un sindaco degno della fiducia di una comunità che non si sente degnamente rappresentata da gente come Pogliese e i tanti che lo hanno preceduto, arrecandovi ferite mortali sul carattere costituente dell’interesse pubblico, da loro negato a vantaggio di privatizzazioni esternalizzazioni cementificazioni, abbiamo il sospetto che si voglia riproporre quel Patto civico per Catania, che, con il sostegno di Città insieme e de La Sicilia di Mario Ciancio, delle corporazioni professionali e della grande imprenditoria catanese, portò alla elezione di Enzo Bianco. In realtà lo stesso blocco sociale negli stessi anni determinava l’elezione di Nello Musumeci a Presidente della Provincia.
Per una banale coincidenza, ieri mattina si è tenuta l’intitolazione della piazzetta di Ognina a Giambattista Scidà, compianto Presidente del Tribunale per i minorenni, assente la stragrande maggioranza di quella “società civile” e di quel movimento che si ritiene detentore del Codice antimafia, sulla cui coerenza interpretativa e applicativa c’è molto da discutere. C’era invece una folta rappresentanza delle istituzioni: la loro presenza le responsabilità del degrado urbanistico, della crisi sociale ed economica, del dissesto finanziario di Palazzo degli Elefanti, del triste primato nazionale fatto registrare da Catania nel campo della dispersione scolastica, della pessima qualità della vita segnata dalla negazione all’accesso pubblico al mare, della carenza di verde e servizi, di una mobilità urbana caotica e inquinante, del segno repressivo e cinico che si manifesta per i senza tetto (vedi vicenda sgombero Piazza della Repubblica). Ed è di pessimo auspicio per il futuro, anche per la nuova legislazione del governo Meloni, l’assenza della Procura nella produzione di interventi significativi di contrasto al “ballo del mattone”, fenomeno diffuso e dilagante”.
Mimmo Cosentino, segretario provinciale di Rifondazione Comunista.
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