Catania

A Catania arriva il “Legal Pride”: il “podestà-sceriffo” Trantino mostra i “muscoli”. E uno “spot” Anni Settanta

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“Iena anti-spot” Marco Benanti.

E’ tempo di “gay pride”, ma anche di “legal pride” sotto l’Etna. A Catania -dicono- tira il vento del “cambiamento”: da un lato una manifestazione per la diversità, dall’altro una manifestazione della continuità. Con gli anni Settanta, quando Pippo Fava scriveva che i catanesi “votano Msi e vogliono un poliziotto ad ogni angolo”. Per arrestare gli scippatori, mentre la città era governata dalla mafia. Oggi, passati appena 40 anni circa, è cambiato tutto, a parte i riflessi culturali (e le “furbizie” politicanti) degli ex missini come Trantino.

Così, il neosindaco in versione “podestà-sceriffo” ha risposto -maramaldeggiando- sui social all’ “avversario” Maurizio Caserta che aveva sottolineato l’abbinamento presenza massiccia delle forze dell’ordine (qualcuno ha ironizzato sulla “resurrezione” dei vigili urbani) sul territorio e arrivo del Ministro. Il “numero uno” del Viminale è, infatti, sceso a Catania e il sindaco lo ha accolto in Prefettura, con tanto di foto-ricordo. Un po’ di promesse a Palazzo e frattanto un po’ di polizia sulle strade. Che tanto fa (effetto “fumo negli occhi”?) ai catanesi che ancora credono a questi “colpi di teatro” e ad annunci come “l’arrivo dei militari da Roma” (altro “spot” di Trantino durante il comizio finale della sua campagna elettorale).

Su queste premesse, il “podestà-sceriffo” ha, fra l’altro, evidenziato nella sua risposta all’ “avversario” Caserta che, insomma, ora l’aria è cambiata, perché è arrivato lui. Ma prima di lui chi c’è stato? il commissario Portoghese e il suo amico Pogliese: insomma, non proprio un passato da “disordine comunista”.

Insomma, con mosse assolutamente imprevedibili, il “nuovo” sindaco spinge sull’ ordine e la legalità, in una città dove i gruppi dirigenti non conoscono né l’ordine e nè legalità. Perché proprio non li frequentano. L’effetto è quello di una “città mostro” dove il problema sicurezza esiste ma è l’effetto di assenza di politiche sociali, di ineguaglianze spaventose, di una “giustizia” classista, di un’evasione scolastica da record. Catania è diventata una enorme periferia, una città da cui chi ha soldi e protezioni sociali è scappato via da tempo, magari in quella fascia accogliente sotto l’Etna.

Ma la legalità non conosce soste: allora, siamo sicuri che il sindaco promuoverà il suo nuovo corso, il suo “Legal Pride” in zone come la “Fiera”, il lungomare cittadino e altre zone “residenziali” a Catania-Sud. Magari con l’abbraccio di qualche consigliere comunale. Che sostiene la sua maggioranza.

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Benanti

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