Nella intransigente città dell’elefante la Questura vieta la manifestazione richiesta da alcune sigle che promuovono reddito di emergenza, rilascio di permessi di cittadinanza ed espropri di proprietà private. Il paradosso si consuma in una Catania che vede assembramenti in ogni angolo di strada, sia negli affamati rioni popolari che nel borghesissimo “passiu”di San Giovanni Li Cuti con lungomare annesso. È permesso dunque ritrovarsi in massa senza annunciarlo alle forze dell’ordine ma non manifestare rispettando il distanziamento, insomma una follia bella e buona.
Certamente non sta a chi scrive esprimersi concorde o meno sulle motivazioni di una presunta manifestazione ma è concesso far presente che, nei fatti, si sarebbe potuto manifestare liberamente il 25 aprile quando i sodali dei compagni catanesi si sono assembrati a Bologna, Milano, Roma o addirittura a Torino per difendere un povero scippatore di vecchiette.
Del resto si sa ed è ormai risaputo che il 25 aprile tutto è concesso, basta semplicemente non annunciarlo alla Questura ed avere qualcosa di rosso con sé. Insomma nel capoluogo etneo i pasionari della cittadinanza universale e dell’assistenzialismo svilente hanno preferito far notizia con una manifestazione vietata piuttosto che scendere in piazza cantando bella ciao, niente più che tanto rumore per nulla.
Giovanni Turrisi.