A Catania due iniziative della “Rete del NO all’ Autonomia differenziata”: assemblea pubblica il 23 febbraio al Palazzo degli elefanti e manifestazione il 2 marzo


Pubblicato il 15 Febbraio 2024

Rete del NO all’ Autonomia differenziata 
Comunicato stampa

A Catania due iniziative della “Rete del NO all’ Autonomia differenziata”: assemblea pubblica il 23 febbraio al Palazzo degli elefanti e manifestazione il 2 marzo 

Catania è più che mai pronta a contrastare il disegno di legge sull’ autonomia differenziata. La neonata “Rete del NO all’ Autonomia differenziata” stamattina ha annunciato due imminenti iniziative in città: un’assemblea pubblica che si terrà nella Sala consiliare di Palazzo degli  Elefanti il 23 febbraio, alla quale saranno invitati i deputati catanesi eletti su base nazionale e regionale e i sindaci , e una manifestazione di protesta che partirà da via Etnea per poi fermarsi di fronte alla Prefettura, già fissata per il 2 marzo. Al Prefetto sarà consegnato l’appello della Rete.

Stamattina il documento che racchiude l’ “appello al No” a quello che viene considerato “un atto deleterio”, e soprattutto le iniziative pubbliche che saranno organizzate in città, sono state illustrate nel Salone Russo di via Crociferi dal segretario generale della Cgil di Catania, Carmelo De Caudo, insieme a Natascia Arcifa delle Acli di Catania, Luigi Nicolosi di Koinè, Agata Nolfo dell’UDI, Giusy Clarke Vanadia di Generazioni future, Nicoletta Gatto dell’AUSER.

“Il nostro percorso unitario e condiviso tra sindacato e associazioni è iniziato lo scorso anno, seguendo il manifesto nazionale de “La via maestra” e in questi giorni si fa più concreto grazie alla Rete che è stata impostata con una formula quanto più inclusiva possibile- ha detto De Caudo- Stiamo invitando i deputati eletti dai catanesi e appartenenti a tutte le parti politiche a dirci la loro, e ad ascoltare le nostre ragioni in merito all’autonomia differenziata. Ribadiremo che ci sono in ballo gravi implicazioni per la democrazia e per le condizioni materiali delle persone. Al contrario, vogliamo che venga rispettata la Costituzione valorizzandola proprio nelle sua veste di carta costituzionale come piattaforma politica, a partire dal regionalismo solidale e dalla centralità del Parlamento”.

A far riferimento agli effetti concreti dell’applicazione dell’autonomia differenziata sulla popolazione giovanile è Luigi Nicolosi: “Non c’è consapevolezza di quanto il decreto spacca italia stia per compromettere la nostra prospettiva di crescita. Noi chiediamo allo Stato di permetterci di studiare al meglio nelle nostre città del sud invece i fondi per gli atenei meridionali sono sempre di meno.”  

La Rete è anche molto attiva sul fronte dell’ approfondimento tecnico- costituzionale della legge. Giusy Clarke Vanadìa ha ricordato che nei scorsi giorni “si è tenuto un primo  appuntamento all’Ars in cui sono stati interpellati costituzionalisti, giuristi e professionisti che hanno parlato dei rischi di questa proposta di legge”.

Per  Natascia Arcifa il rischio concreto è che “si perda la forma di Stato per come la conosciamo. La possibilità che le Regioni si trasformino in piccoli Stati è da evitare e gli stessi Comuni non avrebbero le giuste opportunità di prendere decisioni. Non è infine chiara la modalità in cui molti passaggi verranno messi in campo.” 

La stragrande maggioranza degli italiani sembra intanto non avere ancora compreso la portata della trasformazione in atto. Tra i responsabili, secondo la Rete, ci sono sia le istituzioni che i media. Agata Nolfo dell’ UDI ha sottolineato con forza la necessità di informare “sui rischi che il disegno di legge può comportare anche a proposito dei contratti regionali di lavoro con differenze tra nord e sud; differenze che potranno aggravare la questione occupazione per le donne in Meridione”.  Ed è Nicoletta Gatto che chiude il giro d’interventi facendo appello alla capacità delle associazioni della Rete a informare, soprattutto al proprio interno: “Le informazioni sulla nostra battaglia devono essere diffuse a livello capillare presso soci e iscritti; è necessario che tutti i cittadini sappiano e comprendano a cosa stiamo andando incontro”.

Una consapevolezza che potrebbe rivelarsi utile anche in caso di referendum punterebbero a smontare punti cardine della nuova autonomia.

Le sigle che compongono la Rete sono: CGIL, Arci, Acli, Disoccupazione Zero, UDI, Auser, SUNIA, UDU, ANPI, Rete degli Studenti Medi, Koinè, Memoria e Futuro, Federconsumatori, Generazioni Future, Volere la luna, Rete Restiamo Umani (I Siciliani Giovani, Emergency, Amnesty International Gruppo 72 Catania ONG, Libera Catania, Città Insieme, Arbor – Unione per gli Invisibili, Chiesa Cristiana Evangelica Battista, Chiesa Evangelica Valdese, Paxchristi Catania, Mani Tese Sicilia, Comitato Librino Attivo, Gruppo di Iniziativa Territoriale di Banca Etica per il Nord-Est della Sicilia, La Città Felice, Gruppo Territoriale Catania, Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, COPE-Cooperazione Paesi Emergenti, CNCA Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza, Cooperativa Prospettiva, Circolo Teresa Mattei, Associazione Centro KOROS, Associazione di Promozione Sociale Difesa e Giustizia, Associazione Oltre Frontiere, Associazione Antimafia e legalità).


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