A Catania il nuovo Angelino Alfano arriva con le guardie del corpo stile Berlusconi. Vita dura per i giornalisti

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Al centro fieristico “Le Ciminiere” Angelino Alfano arriva in abbondante ritardo rispetto a quanto comunicato alla stampa: non c’è il pubblico delle grandi occasioni, cronisti e curiosi sottolineano che la disaffezione verso la politica si fa sentire. 

Vita difficile subito per i cronisti: le guardie del corpo del segretario nazionale del Pdl non lasciano spazio a domande: qualche giornalista fa sentire il suo disappunto.

Dentro la sala de “Le Ciminiere” a condurre la serata è il deputato nazionale avv. Enzo Gibiino, improvvisatosi conduttore, con tanto di microfono. Intervengono, fra gli altri,  il sindaco di Catania Raffaele Stancanelli, il senatore Pino Firrarello, il Presidente della Provincia Regionale di Catania e coordinatore regionale del Pdl Giuseppe Castiglione: tutti fanno appello all’unità di intenti malgrado le difficoltà del momento.

Arriva poi il momento di Alfano, che imposta un discorso su alcuni punti centrali: riforma elettorale per consentire all’elettore di scegliere il proprio deputato (spiega Alfano: “si passi da calati dall’alto, a spinti dal basso per i deputati”), all’interno della conferma del bipolarismo, valorizzazione del territorio mediante la promozione del contatto con la gente dei rappresentanti politici (l’idea è quella “di restituire al territorio un orecchio che possa ascoltare, una mano che possa dare una pacca sulla spalla, un sorriso che possa dare un incoraggiamento, noi non abbiamo bisogno sempre e comunque di fenomeni, abbiamo bisogno di uomini politici che stiano accanto alla gente”); ancora da Alfano arriva il riconoscimento dei problemi economici del Paese, in particolare del debito pubblico contratto nel passato, la necessità di equità generazionale, come in tema di pensioni, una critica forte alla “sinistra che non cambia mai” e l’ appello ad operare ai militanti del Pdl, anche “lasciando a bordo campo colui il quale non crede che si possa vincere”.

Non manca poi l’attacco a chi nel governo regionale –questo l’Alfanopensiero- ha portato la sinistra al governo, dopo aver vinto con i voti del centro-destra: ma Alfano non nomina mai Lombardo.

Comunque, in generale, spiega Alfano “noi siamo il Pdl, l’orizzonte è la creazione di una grande area moderata e popolare in Italia che possa sempre più rappresentare unitariamente valori ed idee che sono comuni anche a partiti differenti”.

Alla fine ennesima prova “muscolare” delle guardie del corpo di Alfano, che rendono difficile -anche nel finale di questo sabato pomeriggio- la vita ai cronisti.

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Redazione Iene Siciliane

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