E’ andato in scena ieri allo Sheraton il secondo atto del congresso provinciale della Cgil di Catania. Il primo giorno si era chiuso col “siparietto” shakesperiano di un Giacomo Rota – che della Cgil provinciale è ex segretario – che lascia platealmente la sala, bofonchiando, mentre Nico Torrisi, amministratore della Sac, parla dal palco. “Sceneggiate” catanesi o “vecchie ruggini”? Chissà. A Rota, tra l’altro, sarebbero andate di traverso parecchie cose tra cui, parrebbe, il fatto di non essere stato citato nelle parole del suo successore, Carmelo De Caudo, eletto ieri con un plebiscito. D’altronde, che tra Rota e De Caudo non tiri proprio una bella aria, lo dimostrerebbe anche un post pubblicato ieri da Mariella Lupo, dirigente sindacale Spi, “opinion leader” e madre di Rota, nell’immediatezza dell’elezione di De Caudo; un post da molti letto come una spavalda provocazione, visto che è la foto dell’elezione de figlio nel 2018. Ogni scarrafo’…
Ma ieri è stato anche il giorno delle grandi emozioni, delle conversioni sulla via di Damasco, dei bilanci di vita di delegati e invitati, consegnati puntualmente a Facebook. Ha commosso il web il post di Matteo Iannitti, “detrattore” storico della vecchia Cgil villariana: “Sono passati tredici anni – scrive Iannitti, pubblicando la foto di un vecchio articolo in cui appare con uno striscione pro-Fiom con la scritta “Infiommiamo l’Italia” – sono cambiate tante cose, nel mondo, nel sindacato, in me. Spero di poter dare, come lavoratore iscritto alla Funzione Pubblica e delegato, lo stesso contributo di passione, radicalità e impegno”. Non meno appassionato, per non dire struggente, il post della pasionaria sul biondo andante Adele Palazzo, anch’essa presente ieri, in compagnia dell’inseparabile Paolino Mangano, segretario di “Articolo Uno” di Catania. L’ex segretaria del circolo Pd centro storico, sarebbe in odore di candidatura (ma è solo una diceria?) per le comunali a Catania.
Le cronache riferiscono di tanti “micromovimenti” sulla scena del congresso. Si narra di un Michele Vivaldi, ex malpancista, oggi “embeddato” nel nuovo blocco di governo del sindacato (almeno così è se vi pare), che arriva solo nel primo pomeriggio ma recupera in fretta facendo selfie a destra e a manca. Si notano parlare amabilmente due figure minori, due ex nemici giurati del calibro di Pino Mandrà (ex segretario Flai) e Massimo Malerba, ex segretario del nulla, da tempo “prigioniero” politico al Villaggio Sant’Agata. “Ma cosa avranno da parlare quei due?”, pare abbia detto qualcuno. “Certo non parlano delle Tesi di Aprile”, pare abbia replicato qualcun altro. Scene esistenziali che sembrano tratte dalla saga de “I Vinti”.
Pare sia arrivato ad un certo punto pure Giovanni Pistorio, segretario regionale Fillea: “Non si poteva mancare dal congresso di Catania”, pare abbia detto ad una nostra fonte sindacale. La sua presenza è stata rilanciata su Facebook e commentata da Davide Foti, segretario della Filcams Catania, con la retorica onanista, iperbolica e autoesaltante, tipica del “personaggio”: “Giovanni è il miglior sindacalista mai nato a Catania”, si è “sbragato” Foti sui social. Che infatti ha ragione: pare che Pistorio non sia mai nato a Catania ma a Riposto.
Momenti di tensione si sarebbero registrati prima della votazione della segreteria proposta da De Caudo. Pare che la componente Democrazia e Lavoro abbia chiesto, con dichiarazione di voto della leader Tiziana Scandura, il differimento del voto sulla nuova segreteria composta dai “veterani” Giuseppe D’Aquila e Rosaria Leonardi e dai neoingressi Valentina Magro e Salvatore Leonardi.
Di fronte al niet di De Caudo e alla dura dichiarazione di voto del segretario Fillea Vincenzo Cubito, favorevole invece alla votazione immediata, Democrazia e Lavoro ha votato contro: “Ognuno di noi categorie – avrebbe detto Cubito – ha rinunciato ad una parte di rappresentanza per garantire il pluralismo, non mi sembra, questo di Democrazia e Lavoro, il giusto approccio”. Ad un certo punto, si racconta, il componente di Democrazia e Lavoro Vittorio Turco (voti zero), detto “l’acrobata”, si sarebbe piazzato in mezzo alla sala per protestare contro la presidenza che aveva consentito un’altra dichiarazione di voto a favore dell’elezione immediata della segreteria, quella del segretario regionale Ignazio Giudice, che ha definitivamente archiviato la questione con parole al “fulmicotone”: “Perdonate l’ingenuità ma non riesco proprio a capire perché differire l’elezione, se c’è l’esigenza di mettersi immediatamente al lavoro e le urgenze sono tutte quelle che abbiamo detto oggi?” In sala, si dice, è partito l’applauso e “l’Acrobata”, ancora in piedi, ha dovuto far rientro alla poltrona, nell’ostilità generale della platea: “Questi di Democrazia e Lavoro hanno più posti che voti, abusano della generosità di De Caudo e questi sono i risultati”, si è sfogato qualcuno.
Da segnalare anche la presenza, per il secondo giorno consecutivo di Marco Pitrella, professione “vip” (o trip?), neotesserato Pd. A domanda precisa di un nostro corrispondente si è esposto sulle prossime primarie: “Voterò Bonaccini, la Schlein non la voto perché non la capisco”. Si parla anche della fugace apparizione di Jacopo Torrisi, dirigente Pd, “orfano” eccellente del villarismo. Un passaggio talmente fugace che in pochi hanno notato: “Sì, ho visto la chioma fluente di Torrisi volare verso l’uscita – ha rivelato una gola profonda a Iene Sicule – ma non saprei dirti se era da sola o con Torrisi”. Allucinazioni da Famiglia Addams o simili?
I nostri auguri a Carmelo De Caudo a cui regaliamo, visto che ieri ha fatto anche il compleanno, un bel corno contro il “malocchio” che gli consegneremo in occasione della nostra intervista.
Attenzione: quest’articolo potrebbe contenere tracce di satira. Si sconsiglia la lettura agli allergici.
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