A TAOBUK LA ”METAMORFOSI” DEL VINO CON “LE DONNE DEL VINO: TERROIR E TERRITORI”


Pubblicato il 19 Giugno 2021

di GianMaria Tesei

La “Metamorfosi” è il tema che contraddistingue l’edizione di quest’anno di quel fortunatissimo contenitore ed emanatore culturale che è Taobuk, manifestazione che si svolge tra il 17 ed il 21 giugno e che si deve all’ideazione ed alla direzione di Antonella Ferrara.

La metamorfosi abbraccia tanti settori. E quello enologico è segnato dal passaggio che dal chicco d’uva attraverso un atto trasformativo fatto di cultura, visione, amore e creatività, giunge al nettare enoico. E la metamorfosi, in ambito enologico, si è sostanziata anche nell’affermarsi sempre più potente ed evidente di figure femminili in ruoli apicali in un mondo molto spesso al maschile e non sempre aperto ad innovazioni capaci di aggiungere elementi importanti per scrivere il futuro.

Le Donne del Vino: terroir e territori” è il convegno che Palazzo Ciampoli ha ospitato proprio a sottolineare l’importanza delle donne che stanno scrivendo storie significative nel comparto enologico attraverso un processo di metamorfosi del mondo vitivinicolo (come sottolineato dalla stessa Antonella Ferrara), con la moderazione di Fernanda Roggero, firma de “Il Sole 24 Ore” (e non solo) e con l’apporto di molte figure di spicco sia in presenza che collegate via web.

Se Roberta Urso, Delegata regionale Sicilia Associazione Nazionale Le donne del vino, ha in apertura sottolineato come il vino contribuisca a rendere il paesaggio più bello e vivibile, Donatella Cinelli Colombini, Presidente Associazione Nazionale Le donne del vino ( ente creato su impulso di Elisabetta Tognana nel 1988 e che annovera a tutt’oggi più di 900 tra elementi della produzione, della ristorazione, giornalismo, ed esperte, enotecarie e sommelier) ha evidenziato come ci siano vari progetti ai quali lavorano alacremente le varie componenti di questa importante associazione.

Tra le partecipanti a questo importante evento e membro dell’associazione come le altre presenti, Mariangela Cambria, della casa vinicola Cottanera, laureata in Scienze Politiche con 110 e lode, esperta di marketing e mercati esteri, ha sottolineato come le attività che caratterizzano il settore vitivinicolo siano non solo rivolte alla vendita, ma anche all’ospitalità , creando attrattività anche attraverso eventi culturali come “Cottanera Visioni”, progetto che nasce dalla voglia, da parte della Cambria, di determinare eventi che, ogni anno, proponendo artisti italiani o stranieri sull’Etna nella tenuta di Castiglione di Sicilia, da ospitare sull’Etna per un paio di mesi, riuscissero a generare un museo a cielo aperto fruibile per tutti i visitatori ( quest’anno protagonista è l’artista palermitana, Gabriella Ciancimino con la sua mostra “Flower Liberty”).

La Cambria ha aggiunto come questo sostegno all’arte è un modo di interpretare la terra come forma di bellezza anche per chi la lavora e come tutto ciò che riempie di bellezza, la genera.

Francesca Planeta, figura fondamentale dell’Azienda Planeta, che ha espresso le sue ottime capacità nel marketing, la comunicazione e nell’ospitalità, ha manifestato con l’azienda di famiglia la metamorfosi del vino siciliano (che nasce nella generazione antecedente, per molte entità enoiche etnee e siciliane) attraverso un precorso di esaltazione del paesaggio e della viticoltura che ha portato ad esprimere tra le 40 e le 50 tipicità varietali diffuse in tutta l’isola.

Un percorso sorto dalla volontà di dare valore al vitigno ed alla diversità che principia per Planeta negli anni’80 del secolo scorso in contesti territoriali come Menfi, Vittoria, Noto e Capo Milazzo dando luce a realtà quasi dimenticate e sostenendo vini che non competono tra loro avendo peculiarità distintive e precipue segnanti.

L’ospitalità, ha aggiunto la Planeta, è un fattore determinante nel settore enologico attuale e trova la sua essenza nella valorizzazione del territorio che avviene anche attraverso la meravigliosa metamorfosi che accompagna la trasformazione del frutto del vitigno in vino, senza creare cattedrali nel deserto, improntando il tutto al rispetto ed alla preservazione dell’ambiente, connotandolo della sua estetica naturale.

L’imprenditrice enologica Michela Fischetti, dell’azienda “Fischetti”, ha raccontato la storia ( sua e del marito Guido )di non siciliana che ha saputo compiere una metamorfosi, movendo dal recupero di un luogo fatiscente, sull’Etna, all’inizio al solo scopo di costruirvi una casa di campagna, per poi pian piano , partendo da quella porzione d’Etna del 1500 ( con i terreni attorno del 1800), recuperare, in sette anni, il vigneto e realizzare un prato, orti, piantare o ripristinare fiori ed alberi( anche ciliegi ed ulivi), i cui apporti come concimazione naturale si traducono nelle sfumature organolettiche che si dischiudono all’assaggio del prodotto vinicolo finale, regalando come ospitalità ai visitatori un pezzo di Sicilia che non c’era più.

Flora Mondello, architetto ed imprenditrice della società agricola Gaglio Vignaioli, ha evidenziato il ruolo sociale delle imprese enologiche siciliane che è costituito dalla connessione con il territorio che genera sviluppo e lavoro. La zona di Tindari ospita questa cantina rilanciando di fatto quello che era il terzo vino durante l’impero romano, ossia il Mamertino, ma la cui storia stava spegnendosi per varie problematiche che avevano travolto la sua produzione nel corso dei secoli.

Se già nel 2004 c’era un disciplinare, ha aggiunto la Mondello, purtroppo era assente, il branding. A porre rimedio a questo vulnus sono state le nuove generazioni di produttori locali (tra cui la stessa Mondello) che, anche con appezzamenti di dimensioni varie (molti di due, tre ettari al massimo), con la corretta mentalità e creatività hanno saputo attrarre clienti provenienti dalle Isole Eolie, meta turistica che si trova proprio di fronte al territorio del Mamertino. La stessa Mondello creando un’elipista in azienda ha saputo sedurre e conquistare questa particolare clientela, in un territorio in cui si ama fidelizzare, oltre il cliente, anche i lavoratori, che contribuiscono alla vita delle aziende del luogo da tre, quattro generazioni.

Enza La Fauci, della tenuta Enza La Fauci, ha illustrato la metamorfosi della sua famiglia che da 200 anni si occupava di laterizi. Poi sul finire degli anni’80, solo per passione, nasce la distilleria Giovi (da “Gio”vanni, il fratello di Enza e “Vi”ncenza , il nome intero dell’imprenditrice ) per poi pian piano produrre nella zona DOC Faro e costruendo una storia di vini importante.

Sul tema della riconoscibilità del femminile nel mondo del vino Francesca Planeta ha evidenziato come la collaborazione tra donne e uomini dia il risultato migliore quando si attinge ad entrambe le componenti, con una maggiore attenzione che si riscontra nelle donne per quanto attiene all’all’estetica: Oppure ai dettagli, come ha asseverato Michela Fischetti, affermando come tutto, per lei, debba essere naturalmente calcolato. E progettato. Come l’iniziativa, che ha ricordato Flora Mondello, del Camper in Vigna (“Donne del Vino Camper Friendly insieme al TCI – Touring Club Italiano”, nata nel 2020) nata per far aderire meglio l’esperienza del visitatore al paesaggio vinicolo rispettando le sue esigenze specifiche e particolari in un periodo come questo segnato dal Covid. O, come esposto da Donatella Cinelli Colombini, visto che in Italia un terzo del fatturato della ristorazione è imputabile alla vendita del vino, il progetto per l’insegnamento del vino nelle scuole alberghiere e negli istituti del turismo (per ora in quelli siciliani e dell’Emilia Romagna), da unire ad una didattica più completa fatta anche di corsi sull’ospitalità, riuscendo a dare maggiore rilievo, ,fin dalle scuole alla parità di genere, ovviamente da realizzarsi anche ad ogni livello lavorativo.

Il tutto augurandosi, viste le splendide figure (tante al femminile) che stanno aiutando a crescere l’attività enoica siciliana, che finalmente ci siano delle infrastrutture in grado di valorizzarne lo sforzo.

 

 

 

 


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