A Taormina il convegno “Mai più vittime civili di guerra” ed il concerto “Musica da Gerusalemme, segnali di ripresa” invitano alla pace e al dialogo tra i popoli

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Un evento di grande importanza ha caratterizzato Taormina il 28 luglio 2021, concretizzandosi in una giornata interamente imperniata sulla pace e le interrelazioni tra le varie popolazioni del mondo, orchestrata e fortemente voluta dall’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, con la cooperazione del Ministero dell’Istruzione e sotto l’egida della Commissione Europea, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Senato e della Camera dei Deputati, del Ministero degli Esteri, della Regione Sicilia e del Comune di Taormina.

L’iniziativa, fortemente propugnata dalla senatrice Urania Papatheu, tra l’altro Membro della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, si è svolta su due binari: un interessantissimo convegno con personalità eccellenti, tenutosi presso l’Hotel Villa Diodoro di Taormina ed intitolato “Mai più vittime civili di guerra: la cultura della pace e della solidarietà quale strumento di prevenzione e risoluzione dei conflitti”. Ad esso è seguito un attesissimo concerto, ossia “Musica da Gerusalemme, segni di speranza”, nello splendido Teatro Antico,con il diciottenne Mohammed Al Sheikh, noto come “Il pianista di Ramallah”, affiancato dall’Orchestra “Taormina Opera Stars”, diretta da Salvo Miraglia con musiche di Rossini, Beethoven, Bizet e Grieg.

In apertura di tavola rotonda sono stati compiuti i saluti istituzionali ad opera della Vice Presidente del Senato Anna Rossomando, del Vice Presidente del Parlamento Europeo Fabio Massimo Castaldo, del Presidente dell’Assemblea Regione Siciliana Gianfranco Miccichè, della Vice capo della Polizia Maria Teresa Sempreviva, con il sindaco di Taormina Mario Bolognari a ricordare il bombardamento che brutalizzò violentemente ed immotivatamente Taormina, nel giorno della festa del Santo Patrono della città del Monte Tauro, il 9 luglio ( 1943), cagionando novanta vittime civili, soprattutto donne e bambini, in una città che da sempre lega la cultura alla pace.

Il congresso si è strutturato in due segmenti, con il primo, moderato dalla giornalista, scrittrice, conduttrice e produttrice televisiva ed attivista per i diritti dell’uomo Paola Severini Melograni, incentrato sulle “azioni della comunità internazionale per rafforzare la protezione dei civili vittime di guerre e conflitti armati” ed il secondo, con in veste di moderatrice la giornalista, conduttrice ed autrice tv Metis Di Meo, con il titolo: “Verso una Giornata Internazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo”.

Il primo ed il secondo panel hanno avuto il significativo contributo di esponenti della società civile, intersecandosi con le soluzioni proposte ed attuate dalle istituzioni nazionali ed internazionali , come, in quest’ultimo caso avvenuto in virtù dell’intervento del Vice Presidente del Partito Popolare Europeo, collegato da Bruxelles, Antonio Tajani che ha ricordato le atrocità subite da bambini , operati per rimuovere, pezzi di esplosivo messigli in corpo per colpire obiettivi nemici, come abbiamo visto accadere ogni giorno in Somalia o Afghanistan, con le popolazioni inermi ad essere colpite pesantemente. Le guerre, secondo Tajani, andrebbero combattute unicamente dagli appartenenti agli schieramenti regolari e mai coinvolgendo i civili, né in senso attivo( come accade per i soldati bambino)né passivo facendone obiettivi degli attacchi ed un congresso come questo è una tessera di un mosaico che va completato con sempre maggiore convinzione.

Il presidente dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, l’Avv.Giuseppe Castronovo, ha dichiarato: “Come vittime civili di guerra italiane siamo stati pionieri a livello internazionale nell’aver ideato e proposto la prima Giornata nazionale in ricordo delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo.

La Seconda Guerra Mondiale è stato il primo conflitto bellico contro le popolazioni civili più che contro gli eserciti. Milioni sono state le vittime civili di guerra create da quel conflitto bellico, mentre oggi sono diventate addirittura molte di più a causa delle molteplici guerre che tuttora si combattono nel mondo. Purtroppo il tutto è diventato quasi “normale ai nostri occhi”, facendoci dimenticare che la guerra è l’atto peggiore della ragione umana. Un uomo che uccide un suo simile per i suoi interessi, è un atto vergognoso.

C’è bisogno che gli stati di tutto il mondo si mettano d’accordo per una pace globale. E si tratta anche di una questione economica, poiché i soldi spesi in armamenti andrebbero investiti nella qualità della vita per le persone. Le vittime civili di guerra vogliono insegnare alla società, e a chi non conosce il guaio della guerra, che la pace è il bene assoluto da raggiungere con gli accordi tra gli stati. Basti pensare alle Olimpiadi che si stanno disputando in questi giorni: più di 100 nazioni che si mettono d’accordo per far competere i giovani, in un incontro di pace e fratellanza.

La guerra, ha epilogato Castronovo, è una vergogna umana, l’annullamento della ragione e dell’uomo stesso. Mentre la vita è il bene supremo e va tutelato con la pace”.

L’ambasciatore e Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, Umberto Vattani, nel sottolineare proprio l’impegno fondamentale di Castronovo, cieco civile di guerra dall’età di 9 anni, ha evidenziato l’incremento delle vittime civili di guerra avvenuto nel corso delle due guerra mondiali, fenomeno che si spiega anche per tre motivi: la produzione di armi, che costituisce un interesse economico ineludibile, che cresce sempre più ( a tal proposito egli cita “Il visconte dimezzato” di Calvino su un creatore, all’inizio inconsapevole, di strumenti tortura); gli innovativi mezzi tecnologici per trasportare le bombe ( ad esempio i droni, che vengono guidati da remoto); gli schieramenti, non più legati a contesti territoriali definiti, ma ad obiettivi economici o comunque di fazioni variabili.

In un contesto come questo, come è emerso nel corso delle interazioni con la conduttrice, è centrale anche il ruolo della stampa libera, proprio nel 2021, ossia nell’ottantesimo anniversario della dichiarazione dl presidente USA Roosvelt, sulle libertà, tra cui spicca quella dalla paura, invece nel mondo ogni giorno tante persone subiscono proprio la paura della guerra. Nel 2001 fu approvata dal Parlamento Europeo la Risoluzione per mettere al bando le bombe a frammentazione e questo, è stato solo un primo passo necessario, ma occorre un’evoluzione più rapida e vigorosa.

Il pedagogista, Vice Presidente Nazionale ANVCG e coordinatore de “L’Osservatorio – Centro ricerche ANVCG sulle vittime civili dei conflitti, Michele Corcio, ha letto il suo intervento tramite “la parola che si tocca”, come ha detto citando Camilleri, ossia con il sistema di scrittura Braille, asseverando il ruolo cardinale del rafforzamento delle azioni per la protezione dei civili che sono sempre le vittime principali ( in questo contesto la Severini ha ricordato il grande impatto del progetto del Paola Biocca Center per l’assistenza alle vittime di mine nei termini di reinserimento sociale ed economico in Giordania) e enfatizzando l’importanza di associazioni come INEW, con iniziative come la Conferenza sulla campagna internazionale sull’uso di armi esplosive nelle aree popolate (“Stop bombing towns and cities”).

Il Responsabile delle relazioni istituzionali di Humanity & Inclusion, Jean-Marc Bovin, anch’egli pedagogista, entrato nel 1999 nell’associazione “ Handicap international, Humanity & inclusion”, nata nel 1982 per dare ausilio nei campi profughi in Cambogia ( dove un terzo della popolazione si trovò reclusa in un terreno disseminato di mine anti-uomo) e Thailandia, ha dato vita in seguito ad una basilare campagna , sposata da 1.200 organizzazioni umanitarie internazionali, per le vittime civili e la protezione dei popoli spesso soggetti, nel corso dei conflitti passati, alle bombe a grappolo ed in quelli presenti ancora ai bombardamenti aerei sui civili. Bovin ha descritto la situazione attuale fatta di ottanta guerre nel mondo e gli stati europei dovrebbero dare un maggiore contributo per spegnerle, sostenendo maggiormente enti come Emergency , che offre “cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà” (e che si spende anche per educare alla pace), e la cui Presidentessa Rossella Miccio ha affermato come nei primi sei mesi del 2021 negli ospedali dell’Afghanistan ci sono stati il 50% in più di vittime civili, con gli ultimi eventi bellici , nel mondo, che vedono tra le vittime complessive, il 90% composto proprio da civili.

Il Coordinatore delle campagne della Rete Italiana Pace e Disarmo, Francesco Vignarca, ha sottolineato una diffusa prassi eccessiva nel ricorso ad un’incontrollata difesa armata nazionale con le esportazioni dei produttori d’armi italiani che finiscono, in gran parte, nell’area MENA (Medio Oriente e Nord Africa), dove si concentra un gran numero di eventi bellici attuali.

Il secondo panel, moderato dalla Di Meo, si è aperto con il Capo Task Force per la Presidenza italiana del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa presso la Direzione Affari Politici e Sicurezza, Valeria Biagiotti, che ha esplicato l’impegno italiano in contesti multilaterali ed internazionali a tutela, in particolare, delle donne e delle bambine, con il triste fenomeno delle bimbe spose da debellare quanto prima.

Il Senatore del Parlamento Francese, André Vallini ha ribadito la crescita esponenziale delle vittimi civili nelle guerre moderne, fino a punte del 92% sul totale, cercando di portare avanti un processo diplomatico, all’interno del parlamento francese per proporre l’eliminazione, a livello mondiale, dei bombardamenti nelle zone popolate, anche se, lo stesso parlamentare francese ha avvertito una certa lentezza in questo cammino che una dichiarazione comune internazionale ed una giornata internazionale delle vittime civili ( tema centrale del secondo panel), volute da Vattani, renderebbe più veloce e proficuo.

Il Deputato del Parlamento Belga, Samuel Cogolati, di origine italiana, ha spiegato come il parlamento belga sia il primo al mondo ad avere sostenuto una dichiarazione internazionale per le vittime civili nelle zone di guerra, grazie ad un rapporto dialettico e fruttuoso con la difesa internazionale, che ha permesso un accordo su base parlamentare,in virtù anche del supporto della Croce Rossa Internazionale , riuscendo ad istituire, accanto alla figura del milite ignoto, quella del “civile ignoto”, iniziativa unica al mondo che dovrebbero replicare tutte le nazioni.

L’ Ambasciatore della Repubblica dell’Azerbaigian in Italia, Mammad Ahmadzada ha ricordato le tragiche cifre di civili coinvolti in una guerra che ha segnato la sua nazione negli ultimi ventinove degli ultimi trent’anni (ossia dal momento della ripristinata indipendenza territoriale), in un ambito territoriale che ha piagato tanto i civili azeri quanto quelli armeni, a fasi asimmetricamente alterne, a partire dal 1919.

L’ Ambasciatore del Regno del Marocco in Italia, Youssef Balla, ha, tramite un video, voluto evidenziare il miglioramento dei rapporti con Israele e di conseguenza nelle aree limitrofe, mentre il Console Onorario tedesco Nunzio Turiaco ha ricordato gli studi sulla definizione dell’impatto diretto ed indiretto delle guerre sui civili.

Il Professore di storia militare / storia culturale della violenza all’ Universität di Postdam, Bastian Matteo Scianna, ha evidenziato come in Germania, nazione traviata dalla storia nazista, dal 1952 si ricordino, in novembre, i soldati caduti, le vittimi civili di tutte e le guerre e di tutte le oppressioni politiche.

Il Fondatore, nel 1964, del Sermig ( Servizio Missionario Giovani), Ernesto Olivero, ha rammentato alla platea l’impegno per la pace del siciliano Giorgio La Pira, poi sindaco di Firenze e la profezia , purtroppo ancora non avveratasi, di Isaia consistente in un tempo in cui le armi sarebbero state trasformate in strumenti agricoli, mentre il Presidente dell’Associazione Stampa Estera, Maarten ha introdotto il suo intervento dichiarando come , negli altri paesi i corrispondenti si occupino di un solo tema, mentre in Italia si debba essere polivalenti, visti i tanti campi ( enogastronomia, cinema, politica, etc. …) che caratterizzano l’universo Italia.

Ritornando al tema centrale, egli ha affermato come cento anni fal’italiano Giulio Douhet pubblicasse il trattato “Il dominio dell’aria”, che propendeva per l’attacco diretto anche ai civili. Lo stesso Van Aalderen ha riconosciuto all’Italia un percorso successivo, post seconda guerra mondiale, totalmente opposto, volto al ripudio della guerra (articolo 11 della Costituzione), da prendere ad esempio da parte di altri paesi mondiali.

Sempre nel settore giornalistico il contributo successivo, di Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, che ha asserito come la guerra, in passato, fosse disumana, ma come con il tempo sia diventata quasi post-umana, a causa anche delle tecnologie che agiscono da remoto. La guerra del Golfo sembrava essere “visibile” da tutti tramite le televisioni, ha aggiunto, mentre dei conflitti in realtà si colgono solo i bagliori delle bombe e non i reali effetti, con i giornalisti spesso presi ad ostaggi e con l’Europa che guarda troppo entro le proprie frontiere (La Libia ha reso legali autentici lager, nel silenzio generale), rendendosi anche partecipe attraverso la vendita, anche illegale, di armi alle parti belligeranti.

Il diplomatico Vattani, nel principiare la conclusione dei lavori ( a cui hanno partecipato anche Francesco Profumo, Presidente della Compagnia di San Paolo e Franca Giansoldati, giornalista e scrittrice), ha sposato appieno tutte le esposizioni che hanno reso l’importanza dei valori espressi da questo evento ed Urania Papatheu, padrona di casa, ha ringraziato Giuseppe Castronovo, nella speranza che il seme da lui gettato attecchisca in noi, con l’Italia che si è sempre opposta all’uso della guerra, ricordando anche il concerto serale, voluto dal giornalista Roberto Giamboi ed orchestrato dall’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra (ANVCG), dalle associazioni musicali Aldebaran e Almoetia e dalla Fondazione Taormina Arte Sicilia : Il protagonista del momento musicale è stato Mohammed Al Sheikh, musicista palestinese, notato per il suo grande talento da un’insegnante ebreo-russa, Emma Spitkovsky, che lo fa iscrivere al “Magnificat Institute Jerusalem”, unendo attraverso la musica un territorio diviso da antichi conflitti. (proprio Al Sheikh e il Magnificat Institute Jerusalem, nella figura del Presidente Alberto Joan Pari, sono stati premiati da ANVCG per la loro dedizione alla pace ed alla fratellanza tra i popoli)

A concludere la sessioni dei lavori è stata una splendida invocazione per la Pace da parte di rappresentanti delle religioni monoteiste, ossia il monaco ortodosso Padre Alessio Mandanikiotis, l’Imam del Centro Islamico d’Italia, Mohammad Hassan Abdulghaffar Muhammad, Monsignor Carmelo Lupò, dell’Arcidiocesi di Messina, il Pastore della Chiesa Pentecostale, Daniel Abi Blay, con il saluto di del Rabbino Capo Riccardo Shemuel Di Segni.

 

 

 

 

 

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