di iena politicaLe nomine dei vertici dell’Acoset, società che gestisce il servizio idrico, hanno alimentato un dibattito ripreso da diverse testate giornalistiche. E sono ben due le questioni che infuocano il confronto. Da una parte è emersa la precisa volontà degli uomini che fanno riferimento al governo del neo presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, di occupare con propri uomini i ruoli chiave nei governi degli enti locali.E così alla presidenza dell’Acoset i sindaci del pedemontano, soci dell’Acoset, eleggono in quota Pd Giuseppe Rizzo, vice del sindaco di Pedara Anthony Barbagallo, il più votato nella lista del Partito democratico in provincia di Catania. E quindi adesso, oltre che sindaco di Pedara, Bargaballo è anche uno dei deputati regionali di riferimento della maggioranza che sostiene il governatore Crocetta (non v’è incompatibilità tra le due cariche perché Pedara conta meno di 20.000 abitanti). Non a caso, l’on. Barbagallo è stato uno dei primi ad esprimere soddisfazione per la nomima di Rizzo alla presidenza dell’Acoset. Una mossa, che dopo il cambio di commissari nei Comuni di Belpasso e Mascalucia operati dalla Giunta regionale nei giorni scorsi con uomini di fiducia della nuova maggioranza regionale, mette in chiaro, per chi avesse dubbi, che alla fine certi metodi che si contestavano al precedente governo regionale piacciono anche ai nuovi, a coloro che in campagna elettorale parlavano di rivoluzione.La seconda questione che anima il dibattito in casa Acoset è la nomina di Fabio Fatuzzo (nella foto) a direttore generale dell’azienda idrica. Sulla stampa qualcuno ne fa una questione di opportunità sottolineando che Fatuzzo s’è dimesso da presidente dell’Acoset perché condannato e interdetto dai pubblici uffici all’interno del noto processo che ha coinvolto la Giunta dell’ex sindaco di Catania, Umberto Scapagnini, sui rimborsi ai dipendenti per la questione della cenere lavica. Fatti rispetto ai quali Fatuzzo s’è sempre dichiarato estraneo difendendosi di non aver mai votato la delibera passata sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati etnei. Anzi nei giorni scorsi ha anche annunciato che proporrà querela di falso.Sulla nomina di Fabio Fatuzzo, va però posto l’accento sui meriti dell’ex presidente dell’Acoset. Se l’assemblea dei soci lo ha voluto confermare all’interno della società etnea è per i risultati raggiunti da Fatuzzo in appena due anni di gestione. Cosa sulla quale quasi nessuno s’è soffermato. Fatuzzo prese in mano l’Acoset con un milione e novecentomila euro di passività e in appena due esercizi è riuscito a riportarla in attivo di trecentomila euro. Come? Innanzitutto con un’analisi delle opere di manutenzione che prima evidentemente venivano eseguite senza valutare il rapporto costi/benefici: nei due anni della gestione Fatuzzo si sono privilegiati gli interventi che portavano benefici immediati. Poi anche razionalizzando l’acquisto di acqua presso i privati che nel solo 2012 ha portato un risparmio di spesa di circa un milione e trecentomila euro per l’Azienda. Non secondaria, peraltro, è stata anche l’attività volta a definire le domande di contrattualizzazione degli utenti che a migliaia giacevano in attesa di valutazione. Infine, l’amministrazione guidata da Fatuzzo ha puntato anche sul recupero dei crediti, mettendo i debitori nelle condizioni di sanare la morosità per mettersi in regola con il pagamento delle bollette.
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