Adolfo Urso e Nello Musumeci: cosa accomuna il leader di ‘Fare Italia’ e il candidato alla presidenza della Regione Siciliana?


Pubblicato il 26 Agosto 2012

di Fabio Cantarella

Adolfo Urso, fondatore e presidente di ‘Fare Italia’, e’ stato il primo leader politico nazionale e siciliano a battersi con forza affinché il centrodestra isolano si ritrovasse compattato nel segno di Nello Musumeci candidato alla presidenza della Regione Siciliana. E in tal senso Urso ha anche messo in atto una delicata opera di ricucitura con Gianfranco Micciché, uscito dal Popolo della Libertà per fondare ‘Forza del Sud’, l’odierno ‘Grande Sud’: se si pensa che solo fino a qualche giorno fa il passo indietro di Micciché in favore di un altro candidato poteva apparire inverosimile, va riconosciuto che Urso ha davvero fatto un ottimo lavoro.

Bene, ma cosa hanno in comune Adolfo Urso e Nello Musumeci? Prima di tutto entrambi appartengono alla cerchia dei più unici che rari che hanno avuto il coraggio di dimettersi da un incarico istituzionale prestigioso pur di poter continuare a lottare per ciò in cui credevano. Adolfo Urso, il 15 novembre del 2010, si dimise da viceministro del governo Berlusconi per dedicarsi all’opera di avvicinamento della politica italiana al PPE. Più tardi fonderà ‘Fare Italia’, movimento aperto a tutti gli italiani che s’identificano nei valori del Partito Popolare Europeo (‘Fare Italia’ in Sicilia è guidato da Pippo Scalia e a Catania da Fabio Fatuzzo, quest’ultimo promotore di convegni politico-culturali nei quali la partecipazione è sempre altissima). Adolfo Urso, nell’ottica di accelerare il processo d’integrazione europea, ha sempre ritenuto che tutti coloro che si vedono nel PPE dovrebbero stare sotto un unico simbolo.

Anche Nello Musumeci ha avuto il coraggio di dimettersi da una carica prestigiosa allorché comprese che quel ruolo rischiava di compromettere la sua coerenza politica e il rispetto dei suoi valori. Musumeci, infatti, lasciò la carica di vicesindaco di Catania dopo pochi mesi dalla rielezione di Umberto Scapagnini a primo cittadino. Una scelta maturata dopo una responsabile riflessione: senza pensarci più di tanto rinunciò ad una carica che nessuno avrebbe potuto toglierli per i cinque anni di mandato. Come nel caso di Adolfo Urso, la coerenza prima della carica, quindi.

Siciliani doc, il primo cresciuto nell’acese il secondo di Militello in Val di Catania. Entrambi fin da giovanissimi hanno militato nella Destra, prima il Msi poi Alleanza nazionale. Urso negli ottanta è stato componente della direzione nazionale del Fronte della Gioventù, poi tra i principali promotori della nascita di Alleanza nazionale, di cui ha assunto l’incarico di coordinatore nazionale del comitato promotore dal novembre 1993. All’interno del partito è stato punto di riferimento della corrente ‘Nuova Alleanza’, insieme ad Altero Matteoli e Domenico Nania. Nei governi Berlusconi, Adolfo Urso è stato viceministro alle Attività produttive con delega al Commercio estero, ruolo nel quale si è distinto soprattutto per le iniziative dirette a favorire la cooperazione economica e gli investimenti nell’area del Mediterraneo. In tale ottica riveste un ruolo importante il progetto per la creazione del “Centro Euro Mediterraneo per le Pmi Euromed”.

Nello Musumeci a 32 anni è stato segretario provinciale del Movimento sociale a Catania, poi eletto e riconfermato, con oltre 310mila preferenze, presidente della Provincia di Catania. Europarlamentare di Alleanza nazionale, per qualche voto ai tempi non mise dietro anche il presidente del partito, l’altro Fini, per l’occasione candidato nelle Isole. Recentemente è stato candidato sindaco alle amministrative a Catania e, pur essendo sostenuto da una sola lista civica (periodo in cui il sistema elettorale assegnava in automatico il voto del candidato al consiglio comunale al sindaco) per un pelo non ha mandato al ballottaggio Raffaele Stancanelli appoggiato da numerosi partiti tra cui Pdl, Mpa e Udc. In ogni caso fu un record di preferenze al consiglio comunale: 4.000 voti che gli consentirono di mettere dietro anche Enzo Bianco. Pochi sanno che Musumeci, a causa di reiterate minacce di stampo mafioso, ha vissuto per anni sotto scorta, specie nei periodi 1995-2001, 2005-2006.


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