La notizia è che la politica catanese di destra e di sinistra, è da giorni impegnata in un dibattito serio. Finalmente, ci verrebbe da dire. L’oggetto della discussione è la possibilità che il colosso americano Intel, tra i leader mondiali nella produzione di chip, possa insediarsi a Catania con un nuovo stabilimento che darebbe lavoro a migliaia di persone. Ma c’è un ma. Catania non è l’unica città italiana candidata ad ospitare l’impianto di produzione. C’è anche Torino, l’area di Mirafiori: un’opzione che vede il sostegno di “pezzi da novanta” della politica nazionale e del governo. Come il ministro Giancarlo Giorgetti che nei giorni scorsi ha dismesso gli abiti di uomo delle istituzioni – che per definizione dovrebbe mantenere un atteggiamento neutro – per indossare quelli del “tifoso” leghista in campagna elettorale (a Torino si va ad elezioni) spingendosi a sostenere apertamente la scelta del capoluogo piemontese, anziché quello catanese, quale sede dell’insediamento produttivo. Con motivazioni obiettivamente singolari, che l’ex sindaco Enzo Bianco ha stigmatizzato in un post su Facebook.
“Giancarlo Giorgetti, che conosco e stimo nella naturale differenza politica”, ha tuonato Bianco, “manifesta l’intenzione di portare questo stabilimento a Torino perché ritiene “che qui ci siano talenti, capacità, intelligenze, innovazione assolutamente adatte per un investimento di quel tipo. Questa non la capisco. Davvero. Come se a Catania non ci fossero talenti, capacità, intelligenze. Comprendo che ci sono le elezioni a Torino. Ma lui è un ministro della Repubblica”.
Una posizione che si aggiunge a quelle diffuse nei giorni scorsi da altri esponenti delle istituzioni locali, in testa il sindaco Salvo Pogliese: “Le prospettive che il colosso californiano dei semiconduttori Intel investa per un grande stabilimento a Catania”, ha detto Pogliese, “potrebbero essere concrete e fondate. Nei prossimi giorni al Ministero dello Sviluppo Economico ci sarà una riunione e in ogni sede la sosterremo, forti di una sperimentata collaborazione con altre multinazionali dell’alta tecnologia a cui abbiamo dato prova di concreto sostegno istituzionale”.
A favore dell’investimento Intel in terra catanese, per il Pd, è intervenuto il segretario provinciale Angelo Villari: “Non facciamo alcun campanilismo – ha detto – tuttavia è evidente che la Sicilia, e nello specifico Catania, non possano perdere un’occasione di sviluppo senza precedenti tale da consentire la chiusura della filiera nel comparto elettronico mediante un player di prestigio internazionale. Senza contare – ha osservato l’esponente Dem – le notevoli ricadute occupazionali per i giovani diplomati e laureati nel nostro territorio altrimenti costretti a migrare al Nord”.
Dello stesso tenore, ma con qualche venatura polemica verso la destra locale, considerata immobile, il comunicato diffuso da Pierpaolo Montalto e Giolì Vindigni di Sinistra Italiana: “Sinistra Italiana si augura vivamente che Intel decida di investire nella nostra città, Catania ha bisogno d’investimenti, i nostri giovani hanno bisogno indispensabile di sperare in un futuro migliore e il sud ha bisogno immediato d’iniziare a recuperare il gap profondissimo che lo separa dal nord. Fare in modo che diminuisca il gap tra nord e sud è tra gli obiettivi principali del “Pnrr” e quindi ci auguriamo che il Governo agisca di conseguenza. Anche se poi leggiamo sui media che il Ministro per lo sviluppo economico Giorgetti, vicesegretario della Lega di Salvini, spinge perché l’investimento venga fatto al nord. Chissà se la neoleghista Valeria Sudano, candidata in pectore a Sindaca di Catania, riuscirà a far cambiare idea ai tantissimi suoi colleghi parlamentari della Lega Nord… pardon della “Lega Salvini””.
Con una nota congiunta anche i rappresentanti del catanese a tutti i livelli istituzionali del Movimento Cinque Stelle intervengono sulla vicenda Intel: ““Per storia, per vocazione, per know how Catania è la sede ideale per ospitare un colosso del microchip come l’Intel –dicono i portavoce pentastellati– e spiace che il ministro Giorgetti ignori i grandi insediamenti produttivi e tecnologici che già albergano ai piedi dell’Etna. Basti citare l’investimento recente di STMicroelettronics che a Catania produrrà wafer in carburo di silicio, ciò grazie all’impegno del governo Conte e della mediazione dei portavoce locali del Movimento. “Per queste ragioni – affermano – solleciteremo il governo e i nostri ministri affinché l’Intel possa canalizzare l’investimento di un nuovo sito produttivo proprio a Catania, dove troverebbe le condizioni ideali per il suo sviluppo”.
Dal sindacato si è levata la voce di Rosy Scollo, esponente della Fiom, voce tra le più autorevoli in ambito sindacale, che ha invitato tutte le forze politiche, sociali e produttive a “muoversi” per portare l’investimento a Catania: “Catania ha tutte le carte in regola per ospitare l’impianto della multinazionale americana”, ha detto la sindacalista. “Ha una lunga e consolidata tradizione industriale, ha buone condizioni di contesto come dimostra la presenza di un’altra multinazionale leader mondiale nel settore dei semiconduttori come StMicroelectronics, l’azienda per cui lavoro. Catania è sede di un’antica e prestigiosa università, del Cnr e di importanti centri di ricerca e di eccellenza. E, oltretutto, Catania, come tutto il Sud, può contare sul 40% delle risorse del Pnnr che anche a questo tipo di investimenti sono dedicate. Abbiamo tutte le carte in regola. O quasi. Sì, perché ci vorrebbe una classe politica e dirigente all’altezza, che sappia far valere il proprio peso politico e la propria autorevolezza per portare a casa quest’importante risultato. Mai come adesso sarebbe necessario muoversi tutti assieme, politica, forze sociali e produttive, per far sì – ha concluso Scollo – che Catania non perda quest’ennesima e irripetibile occasione”.
Adesso la parola passa alla multinazionale. Nelle prossime settimane sapremo se Catania riuscirà a strappare questo biglietto della lotteria.
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