Aeroporto Fontanarossa, declassamento e possibile svendita: “manina”, “manona”, ma “mani nella marmellata” no?

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Retroscena di un fine settimana “bestiale” attorno allo scalo catanese: che DEVE essere privatizzato. E magari svenduto agli amici? Ecco le ultime dichiarazioni e qualcosa che non si è saputo dell’incontro a Palazzo degli Elefanti promosso dal sindaco Stancanelli….di iena miscredente Marco Benanti

Una levata di scudi o simili: giù le mani da Fontanarossa, non si vende, non si svende! In pochi giorni, dopo l’annuncio del declassamento dell’aeroporto, dal mondo politico, imprenditoriale e sindacale è arrivato un “coro” di “no,no, no”. Tutti -a parole- contro: contro il declassamento, contro il possibile legame con la vendita o meglio l’ipotesi di svendita del primo scalo del Sud. Le parole del presidente dell’Enac Vito Riggio sono stati di una chiarezza da fare impressione. Allora che fare? Il sindaco di Catania Raffaele Stancanelli ha evocato una “manina” domestica dietro la manovra. Ma di chi è? Mistero? Il giorno dopo, sabato 2 febbraio, quando Stancanelli ha convocato le associazioni imprenditoriale e sindacali sul caso, su “La Sicilia”Vito Riggio ha risposto ancora una volta con grande sincerità o almeno è apparso così: “..se si parla di me, la mia è una manona, altro che manina perchè reggo l’Enac da cinque anni…” Una “confessione”? L’ennesima?

Chissà. Certo che a vedere l’incontro promossa dal sindaco in sala giunta si poteva notare -per chi non ha il prosciutto negli occhi- che il presidente di Confindustria Catania Domenico Bonaccorsi, il direttore della Sac Renato Serrano, il vicepresidente di Confindustria Catania Antonello Biriaco, il vicepresidente di Apindustrie Francesco Bizzini erano seduti uno accanto all’altro. E magari qualche parola fra di loro la scambiavano. Solo una questione di posti a sedere? Sembrava piuttosto quasi “un’orchestra”. Di grande musica, perchè parliamo di aristocrazia o quasi. Chissà. Un retroscena, però, a questo incontro esiste, eccome: sarà che tutti sono contro il declassamento, sarà che tutti sono per una privatizzazione “giusta” e tanto altro, ma per ore c’è stato un piccolo (o grande?) giallo dietro la formulazione del documento conclusivo dell’incontro al comune. Già perchè sono mancati a lungo nel documento -poi sono arrivati dopo qualche ora di attesa- il riferimento alla ricollocazione dell’aeroporto prima della privatizzazione e il rispetto dei livelli occupazionali? Un’ altra “manina” ha detto al sindaco di non metterli? E chi? Forse qualcuno facente parte del gruppo capitanato da Confindustria? Lo scopriremo solo vivendo. Comunque, alla fine il documento è saltato fuori, completo. E l'”empasse” è stato superato…

E siccome la “i paladini della legalità” si fanno sentire sempre, magari quando sentono che ora è farsi sentire, registriamo che il 2 febbraio su “La Sicilia” Ivan Lo Bello, vicepresidente nazionale di Confindustria reduce dalla “vittoria di Fontanarossa” (grazie all’apposito governatore Crocetta), ha dichiarato: “tagliare la ‘manina’ che manovra contro Fontanarossa” (dichiarazione accanto a parole di elogio al governatore Crocetta, ma guarda un pò). Ma non è finita perchè oggi è arrivato l’ad di Sac, Gaetano Mancini che ha dichiarato: “In merito alle recenti supposizioni diffuse da alcuni organi di stampa su trattative in corso per la vendita dell’aerostazione di Fontanarossa o di sue quote a soggetti privati, la Sac tiene a precisare che trattasi di voci del tutto prive di fondamento, visto che non vi è nell’immediato nessuna ipotesi di privatizzazione dello scalo”. E ha proseguito: “Per quanto riguarda poi presunti incontri con il manager Vito Gamberale la dirigenza della nostra società ne ha avuto soltanto uno, diversi anni fa, nel quale aveva appunto chiarito di non avere nel breve-medio periodo l’intenzione di vendere quote dello scalo etneo”.

Ma non lo capite che va tutto bene? Che la legalità ci insegue? Ma per togliere una “mano dalla marmellata” che ci vuole? Basterà grattare oltre l’ipocrisia più teatrale?   

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Redazione Iene Siciliane

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