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Aeroporto Fontanarossa, i dubbi della CUB Trasporti: “a chi serve la privatizzazione?”
Pubblicato il 26 Gennaio 2021
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Presidente della Regione Sicilia
Nello Musumeci –
Assessore delle Polit. Sociali e del Lavoro della Reg. Sicilia Antonio Scavone –
Assessore delle Infrastr. e della Mobilità della Reg. Sicilia Marco Falcone –
Direttore Generale Enac
Alessio Quaranta –
Catania 26.01.2021
Oggetto: Richiesta di incontro ed urgente intervento su Privatizzazione SAC
Gentili Presidente del Consiglio, Ministri, Deputati e Senatori, Presidente e Assessori Regione Sicilia, Direttore Generale Enac,
nei giorni scorsi, la stampa locale catanese è tornata a interessarsi, dopo circa un anno di silenzio sull’argomento, della privatizzazione della Sac, Società di Gestione dell’aeroporto etneo, intenzionata a vendere più della metà delle proprie azioni, su mandato ricevuto dall’Assemblea dei Soci nel novembre 2019.
In quel periodo il Presidente della Super Camera di Commercio del Sud Est siciliano (Catania, Siracusa e Ragusa), socio di maggioranza della Sac in quanto detentore del 61,22 % del pacchetto azionario, dichiarava che l’aeroporto di Catania Fontanarossa valesse circa un miliardo di euro, valutazione forse “sentimentale” ma a suo dire verosimile, considerato che l’aeroporto di Nizza era stato da poco valutato due miliardi di euro con il doppio di passeggeri/anno rispetto a quello di Catania.
L’Amministratore Delegato di Sac determinava, invece, in base ad un calcolo effettuato secondo un indicatore di profittabilità delle azioni (EBITDA), il valore delle azioni in 600/700 milioni di euro, con stima della società in circa un miliardo di euro.
Nel frattempo, però, la libera circolazione delle persone e delle merci è stata ed è ancora messa a dura prova dalla gravissima crisi del comparto dei trasporti, determinata dalla pandemia abbattutasi anche sugli aeroporti italiani che stanno vivendo il momento più buio della loro storia, avendo registrato nel 2020 un calo intorno al 70 per cento rispetto all’anno precedente.
Di conseguenza, le stime di valore delle azioni del 2019 si rivelano oggi non coerenti con l’attuale assetto economico, in quanto non tengono conto delle conseguenze discendenti dalla gravissima emergenza epidemiologica e, pertanto, prive di rilievo in ordine all’attuale determinazione del valore azionario della Società di Gestione.
Inoltre, se gli stessi vertici della Sac hanno recentemente dichiarato il 64% dei passeggeri in meno in transito a Catania e che per tale ragione occorrerà “fare ancora sforzi importanti e stringere i denti”, appare poco chiara la ragione per cui si riavvia in piena pandemia, con una campagna vaccinale ancora “incerta” ed una ripresa del traffico aereo difficile da prevedere, il percorso di una privatizzazione, già di per sé discutibile, con un primo impegno di spesa di trecentotrentamila euro per “servizi legali per la procedura di individuazione di soggetti interessati all’acquisto”.
Si tratta, peraltro, dell’ennesima consulenza di una Società che, notoriamente, ne fa spesso ricorso tramite “affidamenti diretti”, con ingenti esborsi di denaro, senza tenere in alcuna considerazione le professionalità già esistenti in azienda.
Appare pertanto evidente come la crisi aziendale, nelle intenzioni del vertice societario, debba riguardare soltanto i lavoratori collocati in Cassa Integrazione Straordinaria secondo un programma modulato in applicazione di specifici criteri (esigenze tecniche, organizzative e produttive della società, rotazione del personale fungibile all’interno dei singoli settori, il rispetto del limite massimo dell’80% delle ore lavorabili nell’unità produttiva) che sono stati oltremodo disattesi.
Tra l’altro, molti lavoratori, seppur impiegati in settori per i quali la decretazione d’urgenza non abbia previsto alcuna forma di sospensione, per le precipue caratteristiche del servizio (manutenzione, sicurezza e ambiente), sono collocati in CIGS inserendoli in servizio per poche ore settimanali, suddivise in diversi giorni ma pretendendo che il lavoratore fornisca l’intero volume delle attività solitamente eseguite.
Le criticità organizzative e gestionali propendono quindi per un giudizio prognostico di segno negativo, ove la privatizzazione consentirebbe, oltre alla perdita di un bene pubblico di fondamentale rilievo per l’economia locale e regionale in genere, una indiscriminata gestione dei lavoratori dipendenti.
Ma perché vendere, sia pure in parte, una Società che gestisce una delle più importanti realtà pubbliche della Sicilia e del Sud, che negli anni scorsi e fino a marzo 2020 ha avuto un traffico passeggeri in costante crescita (10 mln passeggeri/anno), e che quando ci sarà la “ripresa” potrà continuare a fare utili molto importanti per l’economia del territorio siciliano centro-orientale?
A chi e a cosa serve quindi privatizzare la Sac, società dall’alto valore strategico di proprietà di enti pubblici?
A tale domanda si aggiunge anche la fondata preoccupazione che il ricavato della vendita della maggioranza delle azioni, i cui fondi sono pubblici, possa essere destinato per finalità del tutto estranee a quelle di interesse collettivo.
Per quanto sopra esposto, ritenuto che le valutazioni economiche operate propendono per la insussistenza dei requisiti normativamente richiesti per la dismissione delle partecipazioni azionarie pubbliche, in quanto proporzionalmente al regredire della attuale pandemia il traffico aereo catanese riprenderà la propria espansione, si chiede alle SS.LL. un Autorevole Intervento finalizzato all’annullamento del processo di dismissione e privatizzazione della SAC S.p.A e di voler disporre un incontro con la scrivente organizzazione per discutere delle prospettive di sviluppo dell’aeroporto catanese che preveda anche un più ampio sistema di tutela dei diritti dei lavoratori.
Il Segretario Nazionale Cub Trasporti Il Segretario Generale Cub Trasporti Catania Antonio Amoroso Salvatore Ventimiglia.
CUB TRASPORTI.
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