Dopo settimane di “scontri a bassa intensità” domani alle 12 potrebbe arrivare il momento della “guerra a viso aperto”. L’assemblea dei soci di Sac potrebbe riservare novità nella vicenda surreale dell’aeroporto, una storia di catanesità pura, dove le cose vanno al contrario peggio che nel libro del generale Vannacci.
Dopo tante autodifese –autodifese “catanesi” sui social ad opera degli amici- da parte della governance di Sac, il comune di Catania socio della Sac ha fatto sapere con le parole del sindaco Trantino che proprio tutto bene non è andato dal 16 luglio scorso, giorno del famoso “incendio”, uno “sfortunato” evento che ha prodotto venti giorni di “girone infernale” a Fontanarossa. “Girone infernale” descritto persino –e per la catanesità questo è “mortale”- persino sulla stampa nazionale.
Trantino ha lasciato intendere piuttosto chiaramente che sulla gestione dell’ “evento sfortunato” c’è chi addirittura vorrebbe capire bene cosa è successo, che ci sono state probabilmente delle carenze. E ha –il sindaco-persino chiesto “scusa”. Roba da matti! Da allora, sono trascorse giornate di “scontri a bassa intensità” con il “Fortino Sac”, quell’agglomerato umana solidarietà catanese (la colpa sarebbe sempre di altri, delle compagnie, dell’Enac…) e di bassi interessi concreti che si difende sulla stampa e sui social, magari con “volontari” amici della catanesità diffusa, quel mix di provincialismo anni Cinquanta, interessi di bottega, magari di aspettative di riconoscenze: al tempo dei comunisti (quelli veri) si sarebbe detto “solidarietà di classe” , e “di casta” -aggiungiamo noi. La “borghesia stracciona” di Catania ha il copyright in questa pratica.
Del resto, dalla governance Sac è stato –intelligentemente- obiettato: perché dare per certe presunte responsabilità se è ancora in corso l’indagine della magistratura? E noi aggiungiamo: come sostenere di essere a posto proprio mentre l’indagine è in corso?
Ma domani che dirà il comune di Catania? Anche perché il “Fortino Sac” ha avuto, in alcune sue voci autorevoli, di ironizzare su alcune –gravi- lacune estive di Catania (tradotto, acqua e luce out per giorni). Davvero una “manovra” di “alta intelligenza politica”. Quale? Quella di attaccare uno dei soci della società, attaccarlo mentre ogni giorno a Fontanarossa accadeva di tutto, con gente inferocita e disagi a chili. “Premio Kissinger” per la felice intuizione. Quando poi si hanno tutti i “titoli” a posto, si può questo e altro.
Insomma, l’ennesima pagina della catanesità, insomma il solito modo di fare della “Catania bene” che vuole l’autoassoluzione. Sempre e comunque. Del resto, quando per decenni ha avuto una certa stampa e una certa magistratura (i famosi “organi di controllo”) cosa si può pretendere di diverso? Ora, dicono che le cose siano cambiate. Dicono.
Appuntamento a domani allora: vedrete che se Trantino dimenticherà la “catanesità” sarà probabilmente accusato di farlo per ragioni di partito o altre “oscure manovre”. Si accettano scommesse. Ah, naturalmente dell’aeroporto non se ne parlerà più. Aspettatevi anche qualche “Premio catanese” per la governance di Sac.
iena marco benanti.
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