AEROPORTO OUT, NIENTE LUCE ED ACQUA. DOV’È LA CATANIA CHE VIVE DI TURISMO?


Pubblicato il 22 Luglio 2023

Ancora mi rimbalzano in testa vorticosamente le panzane di quei catanesi -inguaribili ottimisti- che cianciano di turismo asserendo, senza sprezzo del ridicolo, che “a Catania solo di quello potremmo campare”.
Per non parlare di quanti, non noto quanto prezzolati, contribuiscono alla narrazione di un centro urbano operoso e volitivo con canoni di vivibilità europei.
La realtà vera di una città abbandonata ed in ginocchio ci viene sbattuta in faccia in questi torridi giorni di emergenza assoluta: l’aeroporto di Fontanarossa azzerato per l’incendio occorso con un corredo di disagi da paese del terzo/quarto/quinto mondo e black out intermittenti che attanagliano mezza città provocando inferocite reazioni in una comunità esasperata.
Una fotografia talmente drammatica dello stato dell’arte etneo da imbarazzare anche i canonici cantori del consenso della stampa locale, giammai usualmente disposti a sollevare la benché minima critica ai maggiorenti cittadini e costretti ad una gimcana di teneri aggettivi e benevole circonlocuzioni per non incrinare la loro servile fedeltà agli assetti di potere catanese.

Su Fontanarossa si è già superato ampiamente la soglia del ridicolo: lo scalo ha un importanza centrale, surclassa Palermo per rilievo geografico, muove moli oceaniche di turisti, stimolando un indotto incalcolabile.
Si sarebbe dovuto lavorare 48 ore al giorno pur di ritornare alla normalità anziché osservare amenità come la photo opportunity comparsa sul quotidiano locale e che immortala il sindaco Trantino alla prese con la distribuzione di aiuti ai viaggiatori: quelle sono bubbole per i pochi boccaloni rimasti.
Piuttosto l’eterno Ad della Sac Nico Torrisi, in quota Forza Italia corrente D’Agostino, quando pensa di mettere a disposizione il suo incarico ? Crede di non avere responsabilità nelle catastrofiche difficoltà conseguenti all’emergenza?
Ci pare lunare.
Fa sorridere, e non poco, una battutaccia circolata in ambienti cittadini attribuita ad un vecchio marpione della politica locale che si dice lieto della chiusura dell’istituto Leonardo Da Vinci visto quanto ha partorito riferendosi in tal senso alla frequenza in età scolastica del sindaco Trantino e del citato dott. Torrisi.
Facezie, per carità, raccolte off the record e che mostrano poca fiducia in figure apicali cittadine per ruoli valutati sovrabbondanti rispetto alle effettive capacità degli interessati.
Per non essere scurrili omettiamo ogni commento sulla proposta Sigonella quale surroga per l’aeroporto civile avanzata dal ministro Crosetto perché offenderemmo chi ci legge.


Dà la misura però di come in questo paese si provino a risolvere i momenti critici: con ballon d’essai come questa.
Si aggiungano al quadro fosco i già citati distacchi energetici cittadini che stanno interessando enormi quartieri come Nesima o Cibali con particolare riferimento alla zona del Viale Mario Rapisardi.
Ci si può accontentare dei comunicati stampa della società che gestisce l’erogazione elettrica che millanta cabine di regia, tavoli tecnici, assise, “massimo impegno”?
Le previsioni meteo facevano bella mostra di sè da giorni e che non si sia prevista un’erogazione eccezionale rientra nel puro dilettantismo.
Assistere ad ospedali a mezzo servizio, mezza città senza luce e conseguentemente acqua e tonnellate di mercanzie deperibili gettate nell’ immondizia completa un quadro da brividi (non di freddo purtroppo). Catania langue.
Tra protegè della politica intoccabili, primi cittadini più confusi che persuasi e società di gestione dei servizi in piena ambasce.
Un quadro in totale disfacimento
A quando l’invasione delle cavallette ?

Saluti aberranti.

Luca Allegra (col concorso esterno di Marco Benanti).


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