di Giuseppe Stimolo
Giovane, appena 24 anni, laureanda in giurisprudenza, gestisce a Sciacca l’azienda agricola di famiglia di circa 15 ettari e tra vigneti e uliveti, dove produce olio extravergine d’oliva e uva da vino, trova anche il tempo di dedicarsi, con fervente passione, alle imprese al femminile.
Questi i tratti distintivi di Caterina Santangelo neo eletta Responsabile Donne Impresa della Coldiretti di Agrigento, che succede a Floriana Vella. E’ il nuovo che avanza, la nuova linfa che si affaccia con grinta e tante idee in testa fondate sulla promozione e lo sviluppo dell’imprenditoria agricola femminile e nel favorire idee innovative per un settore che vuole essere moderno e multifunzionale, consapevole anche, delle difficoltà che questo mondo, il mondo agricolo e della cooperazione, che definisce “il suo”, riserva ancora alle donne.
La incontriamo telefonicamente a pochi giorni dalla sua elezione per conoscere la linea che intende adottare per il suo mandato.
Caterina, qual’è il suo rapporto con la terra.
Sin da piccola seguivo mio padre che per passione si è sempre dedicato alla cura della terra. È stato lui che mi ha trasmesso e mi ha insegnato ad amarla e coltivarla. Crescendo, pur non avendo scelto l’indirizzo agrario, ho riscoperto che il mio cuore e il mio istinto mi portavano nuovamente alla “madre” di tutte le cose: la terra!
Quando è entrata a far parte della Coldiretti e di cosa si è occupata.
Da circa due anni e facevo e faccio tutt’ora parte, del comitato Giovani impresa della Coldiretti di Agrigento.
Cosa vuol dire Donna Impresa.
Donne Impresa è la dimostrazione di come una donna sia in grado di ricoprire i ruoli da sempre etichettati come propri degli uomini.
È un riscatto sociale. La donna non è solo una “semplice operaia”, ma è un’imprenditrice a tutti gli effetti. È colei che, con sacrificio, riesce ad essere donna, moglie, madre, manager.
Con Donne Impresa si vuole sollecitare le coscienze “dormienti” di coloro che sono ancora insicure ed hanno quasi paura di mostrarsi e dimostrare ciò di cui sono capaci, cioè fare impresa.
E nella pratica?
Nella pratica vuol dire gestire realmente un’azienda agricola; essere presente non solo sulla carta (come titolare), ma anche nella routine e nella gestione vera e propria, nella parte decisionale e nel dimostrare di saper affrontare e risolvere le varie problematiche che si presentano.
Perché è importante fare impresa.
Fare impresa è importante perché significa dare un valore aggiunto alla semplice coltivazione, produzione e vendita dei prodotti.
Significa aggiungere altro reddito con altre attività secondarie ma connesse alla principale. Fare impresa significa anche fare rete tutti insieme per creare un migliore mercato e non rinchiudersi nel proprio “orticello” ma andare oltre, collaborando e condividendo tutti una stessa idea, uno stesso progetto.
Quante sono le donne in Sicilia che si occupano di agricoltura.
Sono molte – ripeto- molte sulla carta o come “semplici operaie”.
Nella gestione effettiva, credo poche.
E nella sua provincia.
Stesso discorso.
Le donne in agricoltura hanno una marcia in più.
Sì. La donna è versatile, intuitiva e creativa ma deve saper coltivare, potenziare e perfezionare le qualità che possiede.
Quali le prospettive per l’agricoltura siciliana e nella sua provincia.
La Sicilia – ombelico del mondo – ha un territorio particolare che offre molto. Bisogna solo operare con la giusta mentalità: innovazione e cooperazione. La mentalità sta cambiando, ci stiamo “evolvendo”.
I prodotti ci sono ed anche la qualità ma purtroppo manca ancora un giusto mercato, una giusta promozione che riesca a mettere in luce la Sicilia con tutte le sue bellezze.
Qual è il suo programma per i cinque anni del suo mandato.
Coinvolgere sempre più donne e giovani nelle attività imprenditoriali. Cercare di promuovere e valorizzare il nostro territorio e organizzare corsi di formazione etc. Cinque anni sono tanti, le idee sicuramente non mancheranno e se siete d’accordo, le svilupperemo in altre prossime interviste.
Da donna a donna, un consiglio alle tante siciliane che… vogliono ma non sanno o non possono.
Non so se posso essere un esempio con la mia giovane età, quantomeno spero, con la mia presenza e con le mie parole, di entrare nella “testa” delle donne, e mi auguro che il mio messaggio sia recepito e messo in atto. Non ci si deve vergognare nel mettersi in gioco e nel rischiare…con intelligenza!
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