Agrigento, tentata estorsione e lesioni aggravate: la Procura chiede giudizio per Arnone che a sua volta denuncia i magistrati

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di Fabio Cantarella

La Procura di Agrigento chiede il rinvio a giudizio dell’avvocato e candidato alla carica di sindaco Giuseppe Arnone e quest’ultimo, a sua volta, annuncia di aver presentato un esposto nei confronti dei magistrati che guidano l’ufficio inquirente. Roba da non crederci ma nella città dei templi il clima si è improvvisamente fatto esplosivo allorché la Procura agrigentina ha avanzato una richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del consigliere comunale del Partito democratico e candidato alla carica di primo cittadino, Giuseppe Arnone, noto a Catania per aver recentemente protestato sfilando a bordo di un camper contro la possibile nomina del dott. Giuseppe Gennaro a procuratore capo della Repubblica di Catania.

L’avvocato Arnone è accusato di tentata estorsione aggravata e lesioni personali aggravate con un proveddimento che reca la firma del sostituto procuratore Andrea Maggioni e del procuratore capo Renato Di Natale. L’udienza è già stata fissata per il 25 giugno davanti al Gip del Tribunale, Stefano Zammuto. Secondo l’Accusa Arnone avrebbe picchiato una sua cliente che si sarebbe rifiutata di firmare un documento relativo ad una compravendita immobiliare. Trapela anche che l’avv. Arnone avrebbe inoltre cercato di colpirla con una testata. La donna avrebbe prima presentato la querela e poi l’avrebbe ritirata, ma la Procura ha deciso di procedere d’ufficio.

Pesante e minaccioso il commento di Giuseppe Arnone riportato dall’agenzia Agi: “Chiederò il rito abbreviato per andare a sentenza immediatamente e prima delle elezioni. La gente ha diritto di sapere carte alla mano chi ha operato male se Giuseppe Arnone o se i magistrati, e credo proprio che il mio libro che sarà distribuito entro Pasqua darà molto da fare al ministro della giustizia e al Csm. Mi è facile prevedere che vi saranno avvicendamenti all’ultimo piano del Palazzo di giustizia”.

Come riporta la testata giornalistica www.livesicilia.ita>, l’avvocato Arnone nella sua denuncia diretta a dimostrare un presunto accanimento dei magistrati nei suoi confronti, avrebbe scritto che il tutto sarebbe nato dopo la manifestazione a Roma di Walter Veltroni, era lo scorso 25 novembre, a cui ha partecipato il consigliere comunale. Il giorno successivo, infatti, Arnone sostiene che avrebbe rilasciato un’intervista a un emittente locale, mostrando una maglietta con incise le frasi di Veltroni, al quinto piano del palazzo di Giustizia, dove hanno sede anche gli uffici della procura. Il procuratore Di Natale, sostiene ancora Arnone, dopo circa mezz’ora dall’intervista lo avrebbe convocato nel suo ufficio, “a mezzo telefono e con tono molto seccato”. Il magistrato avrebbe protestato nei confronti della scelta di Arnone e del giornalista di fare l’intervista nel palazzo di giustizia. Arnone dice di essersi scusato e “innanzi al Procuratore” di aver chiamato il giornalista chiedendo di non mandare in onda l’intervista.

Per come riporta ancora livesicilia.it, l’avv. Arnone avrebbe evidenziato come, a suo giudizio, ciò nonostante, “il dottor Di Natale si inventava di sana pianta, al di fuori di ogni criterio, e all’unico fine di danneggiare lo scrivente l’accusa di oltraggio a magistrato in udienza” per l’intervista rilasciata da Arnone. Quindi è stata avviata un’indagine conclusasi con l’archiviazione. Arnone scrive ancora: “Il procuratore approfittava della richiesta di archiviazione per offendere gratuitamente il sottoscritto definendolo come soggetto che supera ‘senza scrupoli e con assoluta disinvoltura’ limiti deontologici e di opportunità”. Secondo Arnone peraltro l’indagine, visto che vedeva come persona offesa il procuratore, avrebbe dovuto essere di competenza del Tribunale di Caltanissetta aggiungendo che il luogo in cui è stata fatta l’intervista si troverebbe a tre piani dall’aula d’udienza più vicina.

Nella sua denuncia Arnone si sarebbe scagliato anche contro il procuratore aggiunto Ignazio Fonzo che a suo dire, nel novembre 2010 avrebbe approfittato del rigetto di un suo stesso esposto “all’unico fine di inserire nel provvedimento una serie di aggettivi e valutazioni gravemente offensive nei confronti del sottoscritto che veniva tra l’altro caratterizzato da ‘atteggiamenti ripetuti e quasi ossessivi’ e definito sostanzialmente come un ignorante”. L’esposto in questione, sostiene Arnone, denunciava la condotta del capo dell’ufficio Urbanistica di Agrigento, Sebastiano Di Francesco. “Per comprovare la serietà dell’esposto – aggiunge Arnone – si fa presente che un anno dopo, cioè nel novembre 2011, il Di Francesco veniva colpito da ordinanza cautelare”.

Aggiunge ancora l’avvocato Arnone che, lo scorso ottobre, sarebbe stato convocato in Procura: “I due (con riferimento ai magistrati Di Natale e Fonzo, che, ci teniamo a precisare, ad avviso delle ienesicule sono due magistrati molto preparati e assai capaci, ndr) congiuntamente protestavano per le critiche mosse dallo scrivente in ordine alla sostanziale ignavia dell’ufficio giudiziario nel non procedere, malgrado l’evidenza dei fatti di falso ideologico e le prove raccolte, nei confronti del segretario del Pd Emilio Messana”.

Arnone conclude rivelando di aver presentato la denuncia anche al Consiglio superiore della magistratura e al ministero della Giustizia, dopo aver appreso della richiesta di rinvio a giudizio che lo riguarda, “ad un mese dalle elezioni a sindaco che mi vedono favorito”.

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Redazione Iene Siciliane

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