Credo sempre di più che le crisi aiutino i governi a controllare i governati e ad imporre loro nuovi modelli di vita. Uno degli strumenti di condizionamento sociale e psicologico è la paura, indotta e inoculata.
La paura è il principale nemico della libertà. Quando siamo spaventati perdiamo la libertà, perdiamo il controllo effettivo del nostro pensiero e della nostra coscienza, abbassiamo notevolmente ,fino ad azzerarla, la capacità critica, e ci affidiamo ad un governo, ad una fede o persino ad una persona che dia l’illusoria garanzia di eliminare dal nostro orizzonte ciò che determina la nostra paura. La paura è un sintomo che scava la nostra essenza, il nostro ” ente”, il nucleo fondamentale e intimo della nostra natura. Anestetizza le nostre capacità cognitive, neutralizza il nostro livello di guardia e ci consegna alle correnti gelide della intimidazione e della censura. Oggi stiamo vivendo un periodo particolarmente delicato per le libertà individuali.
Un nuovo modello di governo da qualche tempo detiene il potere in diversi Stati: la fobocrazia. I governi fobocratici instaurano il “pericolo costante”, alimentano nella società la paura dell’attimo successivo, abituano l’individuo alla paura dell’altro, e affermano i loro dogmi: l’insicurezza e l’ansia collettiva. I governi fobocratici hanno le fattezze dei governi progressisti e protettori, liberi e democratici. Hanno la forza della persuasione e il sorriso rassicurante, utili a convincere i governati che ogni loro sacrificio è rivolto a risolvere le ansie, i timori e le paure dei cittadini. Oltre ad abituare i governati alla minaccia prossima, quello che ammanniscono è una società iperprotettiva, che per svolgere la sua funzione nel migliore dei modi esige l’irreggimentazione della società e la cieca ubbidienza dei governati.
In tal modo, si definisce, perfezionandosi, il passaggio da cittadini a sudditi, i quali sull’altare del supposto bene comune, sulla difesa della salute, si trovano a sacrificare porzioni sostanziose di libertà individuali. Alimentare costantemente la paura aiuta i governi fobocratici ad abituare mentalmente il suddito a cedere e non ribellarsi, ad accettare e non pensare, ad ubbidire e non dissentire. Abituano i governati al sintomo fino a fare accettare loro la malattia, e lungo questo allarme prolungato i governati assumono la difficoltà di immaginare il loro futuro.
Gianni Coppola.
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