Dodici opere che raccontano l’espressione artistica di Joan Mirò e il suo Surrealismo caratterizzato da una tavolozza di colori vivaci e contrastanti.
A custodire le creazioni del pittore, scultore e ceramista spagnolo è il “Centro d’arte Raffaello” di Palermo che, nel 2000, organizzò e promosse nella sede di via Resuttana 414 la mostra dal titolo “La metamorfosi della forma” dedicata, appunto, al grande esponente del Surrealismo vissuto tra il 1893 e il 1983.
L’esposizione, che registrò un successo strepitoso, si inserisce nel coraggioso progetto di promozione culturale che, anche in ambito internazionale, ha sempre caratterizzato l’attività della galleria, oggi diretta dalla dottoressa Sabrina Di Gesaro.
La mostra, prima tra i grandi eventi culturali del 2000 a Palermo, vedeva esposte ben trentasei opere del Maestro catalano, nato a Barcellona e scomparso all’età di novant’anni a Palma di Maiorca: litografie, acqueforti, carborundum ed esemplari unici che il pubblico ebbe l’opportunità di ammirare.
Nell’occasione furono selezionati, tra le opere grafiche degli anni sessanta e settanta, alcuni degli indiscussi capolavori dell’artista che resero “La metamorfosi della forma” una delle rassegne in assoluto più importanti mai realizzate da un privato nel capoluogo siciliano.
“La galleria – spiega il direttore artistico Sabrina Di Gesaro – conserva tuttora un nucleo residuale di quell’evento prestigioso: il cuore della collezione privata che custodisce gelosamente opere particolarmente pregiate da offrire in alcune occasioni al pubblico e agli amanti dell’arte”.
Le opere pittoriche che il “Centro d’arte Raffaello” conserva sono contrassegnate da forme geometriche e biomorfe che si intersecano tra loro, creando una sensazione di movimento e dinamismo e un’atmosfera energica e gioiosa.
Chi volesse ammirarle può farlo, con ingresso libero e gratuito, nella sede di via Emanuele Notarbartolo 9/E oppure sul sito della galleria raffaellogalleria.com.
“L’impostazione data all’esposizione nel 2000 – aggiunge Sabrina Di Gesaro – aveva quale scopo l’approfondimento e la diffusione di tutti gli aspetti della vasta produzione dell’artista, in cui il tema centrale è sempre stato rappresentato dal rapporto tra uomo, animali e natura all’interno di raffigurazioni simboliche giocose e surrealiste”.
Il sole, la luna, le stelle e la donna si riconoscono quali figure e sfondo di un universo decisamente personale, di uno stile unico al mondo.
Lo stesso Joan Mirò affermò come per lui fosse alquanto difficile parlare della sua pittura, esito di stati di allucinazione provocati da uno choc qualsiasi, oggettivo o soggettivo.
“Quanto ai miei mezzi di espressione – disse Joan Mirò – mi sforzo di raggiungere il massimo possibile della chiarezza, della forza e dell’aggressività per arrivare poi all’anima”.
“Vogliamo dare seguito alle finalità della mostra – conclude Sabrina Di Gesaro – e offrire al pubblico l’opportunità di visionare alcuni dei capolavori del grande Maestro, sublime interprete dell’inconscio e inventore di un linguaggio artistico personalissimo eppure universale”.
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