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Al processo d’appello del nuovo “Garibaldi” arriva Calogero Pulci: tic tac tic tac, che dirà?
Pubblicato il 07 Ottobre 2011
Il 4 novembre prossimo davanti ai giudici della prima sezione della Corte d’Appello di Catania (Presidente Santangelo) al processo per lo scandalo del “nuovo Garibaldi” sarà sentito Calogero Pulci. La notizia è arrivata dall’udienza di oggi.
Un uomo, Pulci, che -non per poco- ha vissuto accanto al capomafia nisseno “Piddu” Madonia, a lungo ai vertici di Cosa Nostra, prima di diventare collaboratore di giustizia.
Un personaggio che, quindi, sa. E non poco. Per questo assume particolare valore il dato del deposito nel processo di alcuni verbali di Pulci da parte della Difesa dell’avv. Giuseppe Cicero (condannato in primo grado per non aver voluto avvalersi della prescrizione): cosa sono i verbali? Pagine e pagine (mancanti nell’indice degli atti ufficiali dell’inchiesta) dove, nel primo in ordine di tempo, Pulci parla di appalti, “Garibaldi” e “Tavoliere”, l’altra megaopera al centro del processo.
Ora si aggiunge l’audizione diretta di Pulci. Da non perdere, anche se –lo diciamo già adesso- Catania e il suo establishment fa di tutto per “emarginare” questo processo.
Lo scandalo della costruzione del nuovo nosocomio scoppiò alla fine degli anni Novanta, con un’indagine di carabinieri e Dia, coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania, che scoprì un quadro di illegalità su due grandi appalti miliardari, il nuovo “Garibaldi” e il complesso edilizio per studenti universitari “il Tavoliere”.
Nel processo ci sono imputati eccellenti, come il senatore Pino Firrarello, condannato in primo grado, a due anni e sei mesi per turbativa d’asta aggravata dall’aver agevolato l’associazione mafiosa. In appello, il 14 aprile del 2010, la Pubblica Accusa ha reso noto le sue determinazioni per Firrarello: esclusa l’aggravante di avere agevolato l’associazione mafiosa, richiede non doversi procedere per prescrizione. Così, si espresse l’Accusa, con il Pg Michelangelo Patanè.
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