Al via il processo d’appello per i boss arrestati nel summit di Belpasso. La difesa chiede di acquisire le dichiarazioni di un nuovo pentito


Pubblicato il 04 Ottobre 2011

Lacausa_santo400x300Ha preso il via il processo d’appello per i boss tratti in arresto nello storico summit mafioso tenutosi a Belpasso. Era la fine del 2009 e grazie ad una capillare azione dei carabinieri del Comando provinciale di Catania, vennero acciuffati anche potenti nomi del “Gotha” criminale, oggi al secondo grado di giudizio dopo la condanna in primo grado.

Quando furono catturati, la notizia fece il giro dei media nazionali: nelle campagne di Belpasso, centro agricolo a pochi chilometri da Catania, l’8 ottobre 2009 i carabinieri arrestarono, durante un summit in una villetta, esponenti di vertice della mafia catanese. I nomi sono quelli di Vincenzo Aiello, storico uomo di fiducia del capomafia Nitto Santapaola, di Santo La Causa (nella foto), allora latitante, indicato per anni come reggente del clan Santapaola e inserito nella lista dei trenta ricercati più pericolosi d’Italia, Carmelo Puglisi, anche lui latitante, accusato di avere avuto un ruolo nell’estorsione all’impresa dell’imprenditore “antiracket” Andrea Vecchio

Furono catturati anche personaggi “di peso” come Rosario Tripoto, Sebastiano Laudani, Venerando Cristaldi. In manette anche Ignazio Barbagallo, Francesco Platania e Antonino Botta, quest’ultimo ritenuto un semplice fiancheggiatore che secondo i carabinieri avrebbe messo a disposizione la villetta del summit. In primo grado –fra rito abbreviato e ordinario- sono stati tutti condannati, a pene comprese fra i 4 e i 28 anni di carcere.

Stamane è cominciato l’appello (per Cristaldi condannato con l’ordinario si attende un’altra corte), davanti alla prima sezione penale presieduta da Gioacchino La Rosa, a latere Carrubba e Muscarella, Pg Campisi. Nel corso dell’udienza, c’è stata la relazione del dott. La Rosa, poi la parola è passata agli avvocati difensori. La Difesa di Santo La Causa, con l’avv. Carmelo Calì, ha avanzato richiesta di rinnovazione dibattimentale, cioè di acquisizione di nuove prove emerse successivamente, in particolare l’acquisizione di verbali del collaboratore Gaetano D’Aquino. Avanzata anche la richiesta di sentire lo stesso D’Aquino. La Corte ha accolto la prima richiesta e si è riserva su quella di sentire D’Aquino. Prossima udienza il 15 novembre, quando ci sarà la requisitoria della Procura Generale.


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