di iena antisismica
Sta facendo molto discutere quello che hanno riportato alcuni portali telematici in merito alle presunte dichiarazioni dell’ingegnere sismico Alessandro Martelli, direttore dell’Enea di Bologna. Diversi hanno scritto che il gruppo di studio avrebbe indicato come probabile il terremoto verificatosi in Emilia Romagna e che da tempo le preoccupazioni sarebbero concentrate sul Sud dove si prevede un evento sismico addirittura più importante. A riportare chiarezza sulla vicenda ci ha pensato il portale www.meteoweb.eu, tra i nostri preferiti per la serietà con la quale affronta problematiche delicate come questa.
Martelli -scrive www.meteoweb.eu– ci ha spiegato che il terremoto di ieri in Pianura Padana era stato “previsto” nel senso che alcuni stumenti di previsione realizzati da diversi Paesi, e in Italia dall’International Centre for Theoretical Physics (ICTP) e dall’Università di Trieste, avevano indicato la possibilità di una scossa sul territorio del nord Italia di magnitudo superiore a 5.4 Richter, e che a marzo gli studiosi avevano lanciato l’allarme alle autorità competenti, tra cui la Commissione Grandi Rischi della Protezione Civile. Martelli spiega sche “l’algoritmo delle analisi mostrava che un terremoto superiore a quella magnitudo era fortemente probabile“, ma nessuno era in grado di dire dove precisamente si sarebbe verificata la forte scossa, perchè questi studi vengono fatti su porzioni di territorio abbastanza ampie e l’allerta era stata diffusa per il “nord Italia“, con riferimento alle zone interessate dai terremoti più recenti e cioè l’area del lago di Garda, nel Veronese, quella dell’Appennino Emiliano, tra Parma, La Spezia e alta Toscana, quella del Montefeltro, nell’Appennino Romagnolo, e anche quella del Ferrarese, dove poi effettivamente s’è verificata la scossa.
“Quest’anno – entra nello specifico Martelli su www.meteoweb.eu– dal 1° gennaio avevamo allertato l’Italia meridionale, poi ogni due mesi facciamo delle verifiche per capire se la situazione è inalterata oppure è cambiata, e capiamo se c’è la necessità di allertare anche un’altra Regione in base agli algoritmi utilizzati per definire questi allarmi, oppure se va tolto l’allarme per la zona in cui era stato lanciato. A marzo di quest’anno è successo che, oltre a mantenere l’allarme per le Regioni meridionali, abbiamo allarmato anche il nord mentre il centro è rimasto non allarmato. L’allarme per il nord vedeva una soglia precisa, cioè la concreta possibilità del fatto che si potesse verificare nel breve/medio termine una scossa di magnitudo superiore a 5.4 Richter.
E adesso questi esperimenti di previsione cosa dicono chiede www.meteoweb.eu all’ingegnere? “Adesso che al nord il forte terremoto c’è stato, a preoccuparci è il sud. L’allarme per il sud è molto più grave perchè c’è da più tempo ed è il risultato di studi incrociati che dicono tutti la stessa cosa. L’algoritmo Italiano individua il rischio nell’area del sud, che va dalla Campania in giù, ma alcuni prestigiosi centri di calcolo di altri Paesi concentrano il rischio tra Calabria e Sicilia, quindi all’estremo sud“. Continua a leggere l’articolo alla fonte su www.meteoweb.eu
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