“Luca, ma le sembra normale che un ex calciatore si sfili i calzoncini, indossi la cravatta e d’improvviso divenga un manager di calcio?Io ho studiato per occupare il ruolo che occupo. ” È stata questa la risposta datami da un importante e qualificato manager, che conosce Vincenzo Grella, dinanzi al mio quesito sull’operato del vicepresidente […]
Alla playa di Catania, in nome dei piu’ bisognosi. Progetti socialcementizi per venire incontro alle esigenze, del popolo?
Pubblicato il 28 Giugno 2011
Tempo d’estate a Catania. Un gelato? Un ghiacciolo? Una cassatella sulla spiaggia? No, c’è bisogno di più: c’è bisogno di strutture. Si dice così: impianti, spazi, cortili, aggregati cementizi per…la gente, i poveri, i bambini. Se ne dicono di tutti i colori pur di fare cose redditizie, per il privato, s’intende: poi se c’è il pubblico, va bene non è il caso di stare qui a guardare il capello…. Del resto, è o no Catania una città fondata sull’interesse privato? Meglio se spacciato per “bene collettivo”.
Ma che cosa accade?
Succede alla Playa: qui in un immobile, al viale Kennedy –insistente sul demanio marittimo e adibito ad accogliere attività di assistenza ai ragazzi bisognosi e portatori di handicap- sono stati effettuati lavori, non ultimati, idonei a variare la destinazione della struttura in albergo. Niente male! Un’idea di intervento “sociale” che sicuramente è stata progettata a portata avanti per il benessere della società, in particolare per i più poveri. Come succede sempre, soprattutto a Catania. Non a caso, sotto l’Etna, vivono milioni di persone che la classe dirigente ha elegantemente recluso in enormi quartieri-ghetto, così magari forse per non sentire il cattivo odore?
Comunque, alla Playa di questi tempi è d’obbligo pensare al bene comune, meglio se coincide con il proprio, quello privato, che non guasta mai. Noi di “IeneSicule” che siamo piuttosto “infami” ci ripromettiamo di raccontare tutto, proprio per accompagnare questo progetto per i più deboli…a buon fine.
Alla prossima puntata, allora!
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