Le questioni: politica delle acque, Sistema idrico integrato, mitigazione del rischio idrogeologico, fognature, collettori.
Catania, 22 ottobre 2024 – «Un’ora e mezza di pioggia e Catania è andata di nuovo sott’acqua. Con conseguenti danni a famiglie, lavoratori e imprese. Senza contare che poteva anche scapparci il morto. Al di là della parziale imprevedibilità della forza dei temporali, non è più possibile assistere ogni volta allo stesso scenario. Né si può assistere silenti al teatrino della politica su un problema così importante che sembra non trovare soluzioni. Riteniamo sia l’ora delle risposte senza reticenze e degli interventi concreti».
Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania, interviene e pone all’attenzione varie questioni relative all’ultimo evento meteorologico che ha prodotto i soliti allagamenti non solo in città.
«Abbiamo aspettato qualche giorno – spiega – prima di intervenire e pronunciarci perché volevamo valutare quale azione si sarebbe messa in atto e come l’amministrazione comunale potesse intervenire. Oggi, registriamo una risposta quasi imbarazzante che non ci soddisfa e che non va di certo ad affrontare con l’immediatezza e la concretezza che necessita la questione, che sta diventando sempre più preoccupante visto il mutamento dei fenomeni atmosferici».
«Non vogliamo addossare responsabilità dirette ad alcuno – precisa Attanasio – perché il tema si ripropone da oltre 20 anni, ma nella continuità amministrativa, così come abbiamo fatto in passato, ci rivolgiamo al sindaco attuale. E ci rivolgiamo a lui anche come sindaco metropolitano, perché dia alla comunità catanese e metropolitana le risposte che, purtroppo, in tanti anni non ci sono state».
«Siamo consapevoli che non il sindaco ha poteri straordinari, ma siamo anche certi che la “congiuntura politica” attuale con i Governi regionale e nazionale potrebbe incidere positivamente su possibili interventi straordinari di natura finanziaria che vadano a risolvere radicalmente la questione idraulica della città e delle periferie, così come in alcuni comuni della provincia. Anche alla luce di ingenti risorse disponibili per la mitigazione del rischio idrogeologico in tutto il territorio».
Inoltre, secondo il segretario della Cisl catanese «quanto accaduto fa emergere, prepotentemente, il caso di Servizio Idrico Etneo, di quale “mission” debba avere nelle “politiche delle acque” e di come si intende affrontare la questione SIE e SIAG». «Una questione questa – sottolinea – che riteniamo sia ormai non più rinviabile, e su cui occorra una operazione verità, affinché diventi chiaro e trasparente il percorso che gli amministratori, catanesi e provinciali intendono percorrere per la gestione di un bene pubblico così prezioso come l’acqua, con annesso sistema di rete fognaria e depuratori».
«Nel ritenere necessario un contributo tecnico di esperti – prosegue Attanasio – ci sono alcune questioni che interrogano e che devono avere risposta. Per tale motivo ci associamo alle domande e alle possibili soluzioni che abbiamo colto da vari interventi di tecnici qualificati, sia sulla stampa sia sulla rete, che vanno dall’ingegnere Tuccio D’Urso ad altri professionisti del settore e qualificati docenti universitari».
«È vero – si chiede il numero uno della Cisl etnea – quanto dice l’ingegnere D’Urso che molte delle 24mila caditoie non sono pulite adeguatamente? È vero che nonostante l’estensione della rete fognante cittadina questa non riesce a captare le acque meteoriche? È vero che ciò succede anche perché i canali di deflusso sono ostruiti, così come il vecchio allacciante sotto via Etnea e il cosiddetto “canale di cintura” della circonvallazione?»
«E ancora, qual è lo stato dei lavori per il “collettore B”, che deve raccogliere le acque dalla parte ovest dell’hinterland pedemontano e ha ottenuto 53 milioni di finanziamento per essere completato, ma che ancora risulta “tappato” all’altezza di Misterbianco con le ben note conseguenze documentate anche dagli interventi periodici dei vigili del fuoco e dei volontari di protezione civile?»
«A tutto questo pensiamo occorra dare risposta – conclude Attanasio – non solo in termini comunicativi, ma con chiarezza e concretezza e avviando gli interventi necessari alla soluzione».
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