Il Capo dell’Ufficio Requirente di Catania Giovanni Salvi: “verificheremo se ci sono responsabilità che supportino un’azione penale”
di Iena Subacquea, Marco Benanti
Un sopralluogo (nella foto, un momento) di circa venti minuti, davanti alle case “aggredite” dall’acqua nei giorni scorsi, su strade ancora costellate di fango e con abitanti inviperiti per quanto accaduto e i danni subiti: in questo contesto, il procuratore della Repubblica Giovanni Salvi -con il procuratore aggiunto Enzo Serpotta, alcuni agenti della Guardia Forestale, tecnici e l’ingegnere capo del Genio Civile, l’ing. Salvatore Gabriele Ragusa- ha effettuato una visita al “Villaggio Santa Maria Goretti”, alla periferia sud di Catania, dopo le ultime esondazioni che hanno nuovamente messo in ginocchio case e popolazione. Un fenomeno che si ripete da anni e anni.
Accanto al capo della Procura anche esponenti del “comitato di quartiere, che, con l’avv. Maria Malgioglio, hanno presentato un esposto in Procura e con i quali Giovanni Salvi ha fatto il giro di alcune zone del quartiere, con attenzione particolare al torrente “Forcile”. Ma ci chiediamo: la manutenzione da parte del Comune è sempre fatta? E in che maniera? “Verificheremo se ci sono responsabilità che supportino un’azione penale” -ha dichiarato Salvi ai giornalisti. “L’urbanizzazione attuale ha alterato il progetto originario del Villaggio” –ha spiegato successivamente il procuratore in un incontro con i giornalisti, presso l’ispettorato forestale.
“Abbiamo potuto verificare -ha altresì dichiarato Salvi- innanzitutto che vi è un buon livello di manutenzione delle opere ma che vi è un serio problema di un’urbanizzazione molto forte dell’intera area che ha quindi fortemente alterato le previsioni originarie degli scarichi delle acque pluvie”. Tradotto: troppo cemento, troppi centri commerciali, la presenza “ingombrante” dell’aeroporto, in un’area priva di servizi e costruita in gran parte sotto il livello della strada negli anni Sessanta. Risultato finale: disastri. Assolutamente imprevedibili? Aggiungiamo noi.
Ma l’avv. Malgioglio non vede “un buon livello di manutenzione delle opere” come dichiarato dal procuratore: “nei sopralluoghi che la gente del luogo ha fatto i tombini sono intasati, ci sono anche dei residui di natura organica nel senso dello sfogo delle fogne…”Niente male. La Procura, comunque, ora indaga. Vedremo che ne verrà fuori. L’Ufficio Requirente vuol vederci chiaro e verificare i numerosi canali artificiali e naturali, che si intersecano nella zona per capire, con perizia tecnica, se ci sono eventuali responsabilità nelle continue esondazioni dei torrenti che convogliano verso il mare le acque dei numerosi insediamenti produttivi. Si vuole allo stesso tempo comprendere se nella zona c’è stata anche una crescita disordinata.
Ad una settimana dal nubifragio che ha colpito Catania, le condizioni della zona sono ancora precarie: si vedono “laghi” qua e là, di acqua fredda e calda, fango ai margini di vie e abitazioni. Ancora forte è l’ira di molti abitanti della zona, che si sentono abbandonati, anche dalla stampa. In generale, c’è da tutelare da parte delle istituzioni la vita e la salute dei cittadini. Eppure esiste un progetto per la messa in sicurezza del “Villaggio”: quando si farà?
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