Almaviva-Vodafone. Maria Francesca Formica(Ugl) interviene sulla delicata questione che tiene col fiato sospeso 597 lavoratori


Pubblicato il 17 Marzo 2013

di Monica ColaianniLa politica di delocalizzazione delle imprese italiane diventa sempre più frequente. Ne è un esempio lampante dei nostri giorni l’ Almaviva Contact della sede di Misterbianco (CT) che in questo caso sta subendo insieme a 597 lavoratori questo dramma.L’azienda in questione è una grande azienda in outsourcer che ha come commessa più importante il committente Vodafone. Dal primo marzo quest’ultima ha deciso unilateralmente di ridurre drasticamente le chiamate al 40%. In questo modo l’Almaviva Contact si trova in una situazione difficile perchè si creerebbe un esubero da subito di 200 operatori full time e se Vodafone non dovesse proseguire il cammino nel sito di Misterbianco, sarebbero 597 i lavoratori in mobilità. Ciò potrebbe portare nei prossimi mesi alla chiusura del sito, per quanto la stessa Almaviva possa avere altre commesse.”Noi della UGL Telecomunicazioni – ci dice a la Coordinatrice Rsu Ugl Almaviva, Maria Francesca Formica – attendiamo fiduciosi l’esito dell’incontro di domani 18 marzo tra Vodafone, Almaviva e parti sociali. Ci auguriamo in un passo indietro da parte di Vodafone e di una presa di coscienza del grave impatto occupazionale che si verrebbe a creare se si dovesse continuare in questa direzione.”.Ed ancora, spiega la sindacalista: “Già dal 2010 parlavamo di delocalizzazione, di quanto grave sia la scelta di Grandi e piccoli gruppi industriali che trasferiscono la loro produzione dal territorio nazionale in altri paesi, principalmente verso l’Est Europa, dove il costo del lavoro è più basso, rispetto alla paga di un lavoratore italiano. Siamo partiti con il presentare reclamo al Garante nei confronti di Wind, Vodafone, Telecom Italia e ciò ha prodotto effetti positivi perchè a livello politico ha portato all’introduzione dell’articolo 24-bis “Misure a sostegno della tutela dei dati personali, della sicurezza nazionale, della concorrenza e dell’occupazione nelle attività svolte da call center del decreto legge 83/2012 in tema di “Misure urgenti per la crescita del Paese” più noto come “Cresci-Italia”, che sancisce a beneficio dell’utente un vero e proprio diritto di scegliere un call center i cui operatori sono collocati sul territorio nazionale.Inoltre oggi il problema occupazione si chiama Vodafone-Almaviva ma domani potrebbero esserci anche altri call-center in outsoucing a subire i dannosi effetti di questa politica delocalizzante da parte dei committenti più importanti quali Wind, H3g, Sky, e così via.”. A questo si aggiunge anche un altro problema denunciato da lungo tempo dalla UGL Telecomunicazioni che è quello delle gare al ribasso ovvero la consuetudine dei committenti di assegnare appalti ai call center in outsourcing a prezzi di molto inferiore al costo medio del lavoro come previsto dal ccnl di categoria. Come spiega ancora la sindacalista “Al più presto ci attiveremo per realizzare delle manifestazioni a sostegno di questa Nostra nuova iniziativa.”


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