Ambiente, Catania, spiagge degradate: Sinistra Italiana denuncia il sindaco Bianco


Pubblicato il 13 Luglio 2016

Si è svolta ieri, in piazza Verga, la conferenza stampa indetta dalla Costituente per Sinistra Italiana di Catania, sul tema: Spiagge pubbliche al degrado e senza sicurezza. Lettera di protesta al Prefetto. Sinistra Italiana e denuncia il sindaco Bianco alla Procura di Catania.

La conferenza stampa è stata aperta da Marcello Failla, della Costituente per Sinistra Italiana di Catania, il quale ha reso pubblico l’esposto presentato alla procura della repubblica contro l’amministrazione Bianco.

“L’amministrazione Bianco ha condannato la città di Catania alla decadenza ed al degrado. La costituente per Sinistra italiana da mesi è impegnata in una campagna di informazione sul grave stato di degrado delle nostre coste. In particolare lo scorso mese è stato denunciato all’opinione pubblica che il comune di Catania scarica il 75% dei reflui urbani in mare, riversando il materiale inquinante in 10 punti della nostra costa. Nei giorni scorsi un gruppo di cittadini catanesi, facenti parte dell’associazione denominata “Catania Bene Comune” ha denunciato il grave stato di degrado delle spiagge libere della città di Catania.

E’ certamente indubbio che un ente locale abbia il dovere di mantenere e tutelare il proprio patrimonio culturale ed ambientale, in modo di garantirne la migliore fruizione a tutti i suoi cittadini e, soprattutto, ai turisti che visitano la città ed intendono godere del mare e delle spiagge.
Ma in questo caso non ci troviamo solo di fronte ad un evidente caso di malgoverno della cosa pubblica: appare infatti lampante la violazione da parte del comune di Catania, delle norme che regolano la gestione delle spiagge pubbliche o comunali.

La regione Sicilia, “ha continuato Marcello Failla, infatti è una delle poche regioni che ha una propria normativa sulla sicurezza delle spiagge pubbliche.

La legge regionale n. 17 dell’1 settembre 1998, all’art. 1 comma 2 prevede espressamente che lungo le spiagge libere “i comuni sono tenuti ad assicurare un servizio di vigilanza balneare con presenza di bagnini di salvataggio“, definendo perfino orari e modalità. 
La stessa legge, infatti con l’art. 1 comma 3, specifica che “Il servizio di vigilanza predisposto dai comuni deve essere assicurato tutti i giorni, senza interruzioni, dalle ore 9 alle ore 19, per un periodo non inferiore a sessanta giorni e non superiore a centoventi giorni tra il 1° maggio ed il 30 settembre di ogni anno”.

Oltretutto, “ha detto Marcello Failla”, viene reso obbligatorio l’utilizzo di personale qualificato, come recita l’art. 2, comma 3 di detta legge “Il personale addetto alla vigilanza balneare deve essere munito di brevetto di salvataggio rilasciato dalla Società nazionale di salvamento o dalla Federazione italiana nuoto (FIN) – Sezione salvamento”. La Costituente di Sinistra Italiana di Catania ha quindi deciso di richiedere a S. E. il Prefetto un intervento urgente per ripristinare la legalità e per garantire la corretta gestione delle spiagge libere nella nostra area metropolitana.
Lo stesso invito è stato inoltrato alla Capitaneria di Porto ed ai Nuclei Antisofisticazione e Sanità dei perché intervengano appurando le eventuali violazioni di legge del sindaco di Catania. Infine è stato presentato un dettagliato esposto alla procura della Repubblica del tribunale di Catania, chiedendo di appurare le eventuali violazioni di legge del sindaco di Catania e delle autorità preposte alla tutela della sicurezza, della salute pubblica e ad un servizio pubblico importante per la comunità come le spiagge libere comunali..

Successivamente è intervenuta Fulvia Privitera, della costituente catanese di Sinistra Italiana, che ha sottolineato come “l’assenza del servizio di vigilanza balneare viene impunemente ammesso dalla stessa amministrazione Bianco che, presso le tre spiagge libere della città e la spiaggetta di San Giovanni Li Cuti, ha posto un cartello ufficiale del Comune di Catania con la scritta: “balneazione non sicura per mancanza di apposito servizio di salvataggio”.

Attualmente le spiagge libere, inoltre, non risultano essere dotate dei servizi indispensabili per garantire la pubblica incolumità.

E’ stato verificato dai cittadini, “ha continuato Fulvia Privitera”, che i servizi non sono dotati di l’acqua, che giacciono da tempo presso i bagni e sulla sabbia montagne di rifiuti e che gli stessi servizi di igiene non sono funzionanti.

Tutto ciò appare in aperta violazione delle normative regionali vigenti.”
Infine ha preso parola la prof.ssa Marisa Barcellona, ordinaria di biochimica all’università di Catania che ha ricordato quanto previsto espressamente dalla legislazione regionale. “Il DDG n. 476 dell’1 giugno 2007, all’art. 4 e 5, “ha detto la prof.ssa  Barcellona”, fa obbligo ai comuni di dotare le spiagge libere comunali dei seguenti servizi : “un efficiente servizio di salvataggio, servizi igienici (funzionanti) per i bagnanti, docce ( con acqua) al coperto, idonee dotazioni antincendio, efficace sorveglianza per prevenire incidenti alle persone, efficiente servizio di pulizia di tutta l’area aperta al pubblico”.

Tutte queste irregolarità nella gestione delle spiagge libere è inammissibile, “ha continuato la prof.ssa Marisa Barcellona”, anche perché non accade in uno sperduto comune dl nostro territorio, ma nella settima area metropolitana del Paese, che dovrebbe competere in efficienza e funzionalità con aree come Milano, Roma, Torino, Bologna e che invece conferma standards da terzo mondo e colpevole violazione delle normative in vigore, a scapito della qualità della vita e della stessa sicurezza dei suoi abitanti.


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