Libere riflessioni, a cascata, sulle dichiarazioni del presidente Crocetta, in merito alla mancata costituzione di parte civile della Regione contro il dirigente Gianfranco Cannova.
di Ignazio De Luca
Il clamore mediatico, malgrado gli otto mesi trascorsi, sollevato dalla presunta vicenda corruttiva, abilmente e strumentalmente orchestrata non accenna a placarsi, anche per la caratura dei personaggi coinvolti, il dirigente regionale Gianfranco Cannova, appunto e ricchi imprenditori specializzati nella raccolta dei rifiuti, Calogero e Nicolò Sodano, proprietari della discarica Soambiente ad Agrigento, e poi Giuseppe Antonioli, amministratore delegato della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, in provincia di Messina, Domenico Proto, proprietario della discarica Valanghe d’inverno.
Risulta veramente sbalorditivo e straordinario che l’ex assessore regionale, Niccolò Marino, durante il suo mandato, non ne abbia probabilmente azzeccata una;
criticando pesantemente la posizione del vice presidente di Confindustria Catanzaro e i suoi interessi nella discarica, ex pubblica, di Siculiana, oggi di proprietà, non era riuscito a cogliere quali fossero le vere criticità del sistema rifiuti, tanto che i suoi colleghi giudici, di fatto lo smentivano con gli arresti del giugno 2014, sopra elencati; perfino gli uffici regionali, nel settembre 2014, certificavano la perfetta rispondenza della discarica di Siculiana con le prescrizioni delle valutazioni ambientali. Praticamente per il dottore Marino una vera debacle che probabilmente costringerà il presidente Crocetta, malgrado ne avesse fatto un icona del suo variopinto governo, a rimuoverlo da assessore e questi tornare a fare il giudice in una sezione del tribunale di Roma.
Nel frattempo le cronache telematiche ci consegnavano le 323 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare della presunta corruzione con la conclamata e straordinaria dabbenaggine del dottor Domenico Proto, che usava la sua carta di credito per pagare i soggiorni in albergo di Cannova o li fatturava alla OIKOS; come dire sono il campione di una sorta di “auto-sodomizzazione”, e gli oltre sette mesi di domiciliari me li sono meritati, per un reato che se provato, prevede una pena edittale equiparata a quella prevista per il corrotto.
Tra l’altro, lo abbiamo scritto più volte, il dottor Proto, patisce le conseguenze per essersi aggiudicato un appalto il cui bando era illegittimo, essendo in contrasto con la legge regionale 9/2010, esso bando andava, doverosamente, ritirato ed emendato dal Rup, dottor Marco Morabito; e invece colpevolmente aggiudicato dalla direzione ecologia e ambiente del Comune di Catania, ripetiamo malgrado il bando fosse in contrasto con la legge regionale in materia.
Cosa dire di Gianfranco Cannova? In carcere da oltre sette mesi per una presunta corruzione, a lui i giudici hanno rifiutato il patteggiamento a quattro anni di condanna per un reato la cui pena edittale va da tre a sette anni? Sta scontando la pena ancor prima di essere giudicato e condannato?
Che dire e che pensare del sindaco di Misterbianco Nino Di Guardo, a parole strenuo oppositore della discarica Valanghe d’inverno, poi, malgrado 15.000 mila euro di parcella per la costituzione di parte civile del comune nel processo “Terra mia”, conferisce l’incarico ad un avvocato che sbaglia il giorno di udienza e la richiesta viene rigettata?
Mentre chi si dice sia a favore della discarica, il sindaco di Motta, Anastasio Carrà, con poco più di 5000 euro di parcella (8 mila euro), ” trova” un avvocato che azzecca il giorno giusto di udienza e si costituisce parte civile come comune?
Che dire della storiella di Carrà, in conflitto con sé stesso, col suo avatar e con tutto il mondo, per avere il figlio che lavora, addirittura dal 2009, all’Oikos, la società che gestisce la discarica del “fraterno” amico Proto, con la qualifica di operaio categoria prima A?
Mentre invece, nessun media o quisque de populo, si ricorda che nella scorsa legislatura, il genero del sindaco Giuffrida fu assunto all’Oikos, poi licenziato, non appena questi si sarà separato dalla figlia.
Sindaco Giuffrida che avrebbe avuto rapporti con l’imprenditore, imputato nel processo “Iblis” su mafia-imprenditoria-politica (procedimento al quale è estraneo Giuffrida) e condannato in primo grado, Franco Pesce. Sono arrivati a quest’ultimo lavori?
A novembre 2013, durante un’udienza del processo “Iblis” Pesce ha, fra l’altro, dichiarato:
«Angelo Giuffrida lo conosco dall’infanzia. Devo necessariamente specificare che le nostre aziende non hanno mai svolto un’attività significativa nel Comune di Motta, pur avendone la possibilità, considerato che Giuffrida è ed è stato sindaco».
A Motta durante la sindacatura Santagati, all’Oikos furono assunti i cognati dell’ex sindaco Castiglione e Caprino con la qualifica piùalta la quinta A. Attualmente, entrambi i cognati, continuano a lavorare in Oikos.
COMUNICATO STAMPA A due anni dall’inizio della crisi idrica che ha colpito la nostra isola,…
In pensione il Brigadiere Capo Qualifica Speciale Pasquale Macaluso, Comandante in S.V. del Nucleo Relazioni Sindacali…
La squadra allenata da mister Antonio Venuto sfiora la vittoria contro il Milazzo, che riesce…
La squadra rossazzurra, con una prova maiuscola, supera il team calabrese con il risultato finale…
Dal 14 gennaio, al Teatro Brancati di Catania Mario Incudine, accompagnato da Antonio Vasta, porta…
Nota Stampa (da ufficio stampa Lidia Adorno) CATANIA - Sabato 18 gennaio, alle ore 10:30,…