Ecco il comunicato della Procura della Repubblica di Catania:“ATTIVITA’ A TUTELA DELLA NORMATIVA AMBIENTALE CONDOTTA DALLA GUARDIA DI FINANZA DI CATANIA.SEQUESTRATO IMPIANTO PER LA RACCOLTA E LO SMALTIMENTO DEI RESIDUI DEL TRATTAMENTO DEI RIFIUTI.
LA GUARDIA DI FINANZA DI CATANIA HA ESEGUITO, QUESTA MATTINA, UN DECRETO DI SEQUESTRO PREVENTIVO D’URGENZA, EMESSO DA QUESTA PROCURA DISTRETTUALE PER VIOLAZIONE AI REATI AMBIENTALI DI CUI AGLI ARTT. 29 DECIES E 137 DEL D. LGS. 152/2006 – 110 E 674 C.P., NEI CONFRONTI DEL RAPPRESENTANTE LEGALE E DEL DIRETTORE TECNICO DELLA SOCIETÀ OIKOS S.P.A., CHE GESTISCE LA DISCARICA, SITA IN CONTRADA TIRITÌ NEL COMUNE DI MOTTA S. ANASTASIA (CT), DOVE CONFLUISCO I RIFIUTI DEL CAPOLUOGO ETNEO.
LE INDAGINI HANNO PERMESSO DI RILEVARE CHE LA SOCIETÀ OIKOS NON HA OSSERVATO LE PRESCRIZIONI PREVISTE PER L’UTILIZZO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA COSÌ COME INDICATE NELL’ “AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE” (A.I.A.) RILASCIATA DALLA REGIONE SICILIANA. SONO STATI, INOLTRE, INDIVIDUATI SCARICHI DI ACQUE REFLUE (PERCOLATO) PROVENIENTI DALLA DISCARICA CON SVERSAMENTO NEL SUOLO E NEL SOTTOSUOLO LUNGO LA VALLE DENOMINATA “SIELI”, NONCHÉ NEI TORRENTI DENOMINATI “CUBBA” E “ROSA”, A LORO VOLTA CONFLUENTI NEL TORRENTE DENOMINATO “BUTTACETO”, CON EVIDENTI RIPERCUSSIONI DI NATURA AMBIENTALE IN UNA VASTA AREA DEL COMPRENSORIO ETNEO.
L’ATTIVITA’ INVESTIGATIVA SI E’ SVILUPPATA ATTRAVERSO L’ACQUISIZIONE DI DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA E FILMATA, REALIZZATA CON L’AUSILIO DI UNITA’ AERE DELLA GUARDIA DI FINANZA CHE UTILIZZANO SOFISTICATE TELECAMERE A RILEVAMENTO TERMICO-INFRAROSSO NONCHE’ DALLA SPECIFICA ATTIVITÀ D’ISPEZIONE, CONDOTTA UNITAMENTE A PERSONALE DELL’A.R.P.A. DI CATANIA.
CONSIDERATO LO STATO DEI FATTI ACCERTATI E IL CONCRETO PERICOLO CHE SI AGGRAVASSE LA LESIONE DEL BENE AMBIENTALE, SI È PROCEDUTO AL SEQUESTRO PREVENTIVO DELLA STRUTTURA DESTINATA ALLA GESTIONE DEL PERCOLATO PRODOTTO DALLA DISCARICA.
CON IL PROVVEDIMENTO IN ARGOMENTO E’ STATO DISPOSTO CHE LA DISCARICA CONTINUERA’ A GARANTIRE LA PROPRIA FUNZIONALITÀ MA LA SOCIETA’ CHE LA GESTISCE DOVRA’ RIPRISTINARE LE STRUTTURE DI RACCOLTA DEL PERCOLATO SECONDO LE PRESCRIZIONI DELLA NORMATIVA AMBIENTALE ENTRO IL TERMINE DI DIECI GIORNI.”
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