Anno Giudiziario, Catania: “esplode” il problema degli uffici! Eppure per decenni qualcuno aveva denunciato che…


Pubblicato il 25 Gennaio 2014

Dalla cerimonia al Palazzo della cosiddetta giustizia arrivano “novità”…eclatanti?!di iena assonnata marco benanti

“Piaga di Catania”, “situazione indecorosa”, “problema tragico”: oggi i vertici della magistratura catanese, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, hanno lanciato un “grido di dolore” per la situazione degli uffici giudiziari. Lo ha detto a chiare lettere il Presidente della Corte d’Appello Alfio Scuto (nella foto accanto), lo ha ricordato il Presidente del Tribunale Bruno Di Marco. Tutto vero e da indignarsi davvero: peccato che per decenni il mai sufficientemente compianto e rimpianto Presidente Scidà lo aveva affrontato -questo problema- in tutte le salse, ricordando nessi, situazioni, fatti, esborsi e quant’altro. Un “pezzo” del sistema Catania. Ma Scidà è diventato quasi innominabile sotto l’Etna, un buon segno, un segno che aveva ragione.

Basterebbe leggere i suoi interventi (riportati in parte anche su “Eresie”)http://www.ienesiciliane.it/cronaca/13451-anno-giudiziario-e-memoria-catania-eresie-la-voce-di-titta-scida-oggi-ai-benedettini.html, ma oggi abbiamo dovuto -per poco- sentire, sbadigliando, queste dichiarazioni.

Il Presidente Di Marco ha ricordato che per comprare il palazzo delle poste di viale Africa lo Stato ha speso -qualche anno fa-57 miliardi di lire. Il palazzo è finito in malora, nel degrado più vergognoso. Niente male come tutela del bene pubblico! Del resto, a Catania parlare di tutela del bene pubblico è un pò come parlare di verginità in un bordello.

Certo ora non bisogna lasciare un “simulacro nel deserto” (dixit Di Marco). E così mentre il bene collettivo finisce in queste condizioni (e a questi prezzi), a Catania si vive l’emergenza uffici giudiziari. Nel frattempo, ovviamente, i privati hanno fatto buoni affari con gli affitti. Ma è solo tutta una coincidenza.

Si parla di “convertire” l’ospedale “Ascoli-Tomaselli” in cittadella della giustizia, ma le prospettive -come dire- sono “allungate”…per tempi e per necessità di rimodulare un ospedale in ufficio giudiziario. Certo, la giustizia è malata, quindi quale posto migliore di un nosocomio? Ma ecco arrivare parole di conforto:

“sul fronte infrastrutturale sappiamo che c’è un’ipotesi di soluzione che è quella dell’Ascoli Tomaselli, ma rimane insoluto il nodo del Palazzo delle poste. Noi crediamo e il Ministero è assolutamente disponibile a collaborare con il sindaco di Catania, con il presidente della Regione e con i rappresentanti della giustizia a livello territoriale per liberare il palazzo delle poste dal vincolo attuale e utilizzare quelle importanti risorse che sono state investite per quell’acquisto per altre eventuali finalità” (sottosegretario Berretta dixit).

L’attualità, però, necessita soluzioni, anche perchè la soppressione delle sedi distaccate di Tribunale ha dato il “colpo di grazia” all’efficienza complessiva della “macchina” della cosiddetta giustizia. Che manca di personale, strumenti, strutture: lo si dice da decenni. Conserviamo la relazione di quest’anno, non si sa mai, potrebbe essere utile per il 2015.

Hanno protestato anche gli avvocati, lasciando la cerimonia dopo il discorso del loro presidente del consiglio dell’ordine: ma non sentono una responsabilità anche loro su quanto avviene? Ne ricordiamo alcune “gesta”…http://www.ienesiciliane.it/cronaca/12794-giustizia-alla-catanese-ufficiale-il-tribunale-e-la-corte-dappello-lavoro-alla-scuola-meucci-dallanno-prossimo-o-dal-2015.htmlhttp://www.ienesiciliane.it/cronaca/12729-giustizia-alla-catanese-e-uffici-alla-bisogna-clamoroso-il-tribunale-appena-traslocato-sara-ritraslocato-in-una-scuola-e-gli-alunni-dove-finiranno.htmlEd ecco il capitolo sugli uffici giudiziari tratto dalla relazione del Presidente Scuto:“la situazione logistica del Tribunale di Catania continua ad essere estremamente precaria ed indecorosa. Salvo poche eccezioni mancano, anzitutto, con riferimento all’edificio sito in piazza Verga, gli uffici per i magistrati, gran parte dei quali sono costretti a condividere spazi già di per sé angusti e del tutto inadeguati”.

“Insufficienti – ha aggiunto Scuto – sono, poi, le aule per lo svolgimento delle udienze civili, poco decorosamente svolte nelle stesse stanze occupate, peraltro in maniera condivisa, dai giudici. Migliore sorte non tocca al personale amministrativo, costretto anch’esso ad operare, di regola, per troppe unità in un unico ambiente, spesso per di più occupato da pile di fascicoli e da armadi, con conseguente riduzione degli spazi vitali disponibili, e ciò anche a non voler tenere conto del quotidiano accesso degli utenti”.”Il Tribunale di Catania denuncia la situazione, ormai ingovernabile e fonte di gravissimi disservizi, oltre che di concreto pericolo, in relazione ai locali destinati ad archivio e di quelli destinati alla custodia dei corpi di reato, i quali, a causa del continuo affluire di una massa incontenibile di fascicoli e di una sempre crescente quantità di corpi di reato, ormai da tempo sono più che saturi, con la conseguenza devastante che una considerevole mole di fascicoli è ferma nei locali destinati ad ufficio (o addirittura nei corridoi)e una notevole quantità di corpi di reato è trattenuta, per mera benevolenza, dalle stesse Forze dell’Ordine operanti; inoltre, a seguito della ubicazione, per lo più in piani interrati, e della vetustà, detti locali sono divenuti pericolosi per la salute degli addetti e, di fatto, nella gran parte dei casi risultano inagibili e tali sono stati dichiarati con provvedimento del Presidente del Tribunale. Va, tuttavia, rappresentato che il Comune di Catania ha finalmente, benché ancora in parte, provveduto positivamente, mettendo a disposizione per gli uffici giudiziari, e segnatamente per il Tribunale, nuovi locali destinati ad archivio nella locale via S. Giuseppe La Rena”.

Per concludere: a Catania mancano tante cose, ma soprattutto manca Titta Scidà.  


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