Sabato 12 ottobre ore 9.00 – Hotel Nettuno Catania
E’ stata ribattezzata come la ‘malattia del secolo’, sia solo perché colpirebbe almeno il 20% della popolazione mondiale, non risparmiando i più giovani. La parola che, comunemente, usiamo per definire questa patologia è una di quelle che fanno parte del lessico comune di base, quello che ormai appartiene anche ai bambini.Parliamo di ansia e dell’ansia. Tecnicamente uno stato psichico caratterizzato da una sensazione di intensa preoccupazione o paura, relativa a uno stimolo ambientale specifico, associato a una mancata risposta di adattamento da parte dell’organismo in una determinata situazione che si esprime sotto forma di stress per l’individuo stesso. Ma l’ansia non ha bisogno di particolari descrizioni, perché è una sensazione che, nella vita, proviamo tutti.
Quando però da semplice sensazione che, in alcuni casi, può anche essere positiva, diventa patologia, diventa un disturbo continuo, la situazione cambia. L’ansia, come l’insonnia, sono disturbi ormai diffusi in tutte le fasce di età, anche quelle evolutive. Una diffusione che ha portato a inserirle tra i tratti caratterizzanti dell’uomo moderno. Si tratta di una casistica, purtroppo, fortemente in aumento durante e nel post Covid.
Di ansia e di tutte le sue numerose sfaccettature si discuterà in un congresso che si terrà sabato 12 ottobre all’Hotel Nettuno di Catania. Ansia e Somatizzazioni: appropriatezza terapeutica, questo il titolo del convegno promosso da Sc Pharma e coordinato da Antonella Marinaro, responsabile del Sert di Gravina, con la collaborazione di Alessandro Carbonaro, cardiologo al Policlinico di Catania, Maria Castorina, farmacologa, Lucia Daniela Rapisarda, fisiatra al Cannizzaro di Catania, e Franca Tiralosi, psicoterapeuta all’Asp di Catania.
Il convegno si propone, attraverso l’esposizione di casi clinici, riguardanti diverse specializzazioni e con una tavola rotonda, di dare un contributo in termini di appropriatezza terapeutica con un approccio più moderno e meno impattante per questi pazienti. In particolare i lavori e gli interventi si concentreranno sul presupposto che l’ approccio terapeutico, come le evidenze cliniche dimostrano, non debba partire dall’ uso generalizzato, a lungo termine e off-label delle benzodiazepine anche in considerazione delle comorbidità presenti in molti pazienti e della possibilità di utilizzare integratori alimentari, come per esempio il Kerine, che non creano dipendenza.
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