Antidroga, Catania: anche “sms d’amore” fra trafficanti!

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Conferenza stampa in Procura su un’operazione sull’asse Spagna-Napoli-Catania….(nella foto il Procuratore Giovanni Salvi con il Questore Salvatore Longo)

di iena giudiziaria

Su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, gli agenti della squadra mobile, in collaborazione i colleghi di Napoli, Caserta, Modena e Perugia, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di diciassette persone ritenute responsabili del reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti (sull’asse Spagna – Napoli – Catania) e in un arco temporale che va dall’0ttobre del 2009 al marzo 2010, con l’aggravante, per taluni dei destinatari, di avere commesso il fatto al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa Cappello – Bonaccorsi.

Si tratta di Antonino Aurichella, di 33 anni, di Catania, già detenuto; dei fratelli catanesi Domenico e Santo Querulo, di 44 e 35 anni, ritenuti ai vertici dell’associazione; del napoletano Antonio Carbone, di 50 anni, già agli arresti domiciliari; Rocco Saverio Lo Sasso, 64 anni, già detenuto per altra causa; Federico Sepe, di 37 anni, già sottoposto ai domiciliari; Gianpaolo Chianese, 33 anni; Errico Di Palma, di 29 anni, di Napoli, già detenuto per altra causa; Gaetano Bagnato, di 30 anni, di Catania; Giuseppe Bosco, di 35, di Catania; Gennaro Daniele, di 34, di Napoli, già ai domiciliari; Maurizio Feleppa, di 53 anni, già detenuto; Concetto Anthony Gagliano, di 23 anni, di Catania; Antonio Parisi, di 42 anni, già detenuto; e Giuseppe Soriato, di 41 anni, gia’ detenuto. Due risultano ancora ricercati.

Per Antonino Aurichella e i fratelli Domenico e Santo Querulo è contestata anche l’aggravante di avere agevolato il clan mafioso Cappello-Bonaccorsi di Catania. In particolare, al domicilio di Giuseppe Bosco, gli agenti hanno rinvenuto circa 43mila euro in contanti e circa 1,6 chili di cocaina; Bosco è accusato di essere finanziatore degli illeciti investimenti. Al centro dell’attenzione il clan dei Bonaccorsi “carateddi” specializzato nel traffico della droga.

Questa mattina a svelare i particolari dell’operazione erano presenti, il procuratore della Repubblica Giovanni Salvi, il questore di Catania Salvatore Longo che ha espresso soddisfazione per l’ennesima operazione di polizia portata a termine, grazie ad “una struttura di prim’ordine, e l’ottima conosocenza del territorio degli agenti impegnati”. A coordinare le indagini, il sostituto Pasquale Pacifico e il pm Tiziana Laudani. Le indagini sono iniziate con il sequestro del 18 giugno del 2009, di 30 chili di cocaina e 4 pistole, e dall’arresto, in quell’occasione, di Rocco Saverio Lo Sasso. Secondo gli investigatori le armi erano un ‘omaggio’ dei Marano, gruppo scissionista di Scampia, al clan catanese dei Cappello, uno dei loro migliori clienti.

Nel corso delle indagini, si è scoperto che i catanesi avevano tentato di estromettere i campani del cartello di Secondigliano nell’acquisto delle partite di cocaina provenienti dalla Spagna. E’ stato accertato che a Catania arrivavano 30 chili di cocaina pura ogni 15 giorni, droga che veniva acquistata ad un prezzo variabile tra i 43 e i 47 mila euro al chilo. La droga serviva a rifornire il mercato catanese e veniva tagliata con la percentuale di uno a tre: i chimici triplicavano il peso finale della cocaina. I catanesi avevano escogitato anche un nuovo modo di comunicare tra di loro, oltre ad avere un sistema telefonico a circuito chiuso, cioè conversazioni solo tra gli utenti interessati, utilizzavano anche degli sms a sfondo sentimentale, finti dialoghi tra amanti o marito e moglie, tipo “amore come stai, non essere gelosa”. Alle indagini della Squadra mobile hanno contribuito anche le dichiarazioni dei pentiti Vincenzo Fiorentino e Gaetano D’Aquino.

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Redazione Iene Siciliane

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