Pur non avendo la Regione Siciliana, correva l’anno 2013, ancora un Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario e con un’infrastruttura che in molte tratte era ed è a singolo binario e buona parte di questo ancora non elettrificato ma anche per cercare di implementare e velocizzare i collegamenti tra i diversi capoluoghi dell’isola, la […]
Antimafia, Dia Catania: le ultime operazioni, dall’arresto del latitante Paolo Balsamo alla confisca di beni per 500.000,00 euro riconducibili a Salvatore Navanteri
Pubblicato il 17 Luglio 2015
ecco i due comunicati:
“LA DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA DI CATANIA
CONFISCA BENI PER UN VALORE DI 500.000,00 EURO
La Direzione Investigativa Antimafia di Catania, in esecuzione del provvedimento emesso dal Tribunale di Siracusa – Sezione Penale – ha sottoposto a confisca il patrimonio riconducibile a NAVANTERI Salvatore di anni 60 nativo di Vizzini (CT), attualmente detenuto presso la Casa di Reclusione di Opera (MI).
NAVANTERI Salvatore è figlio di NAVANTERI Giovanni, soggetto che fu a capo di un sodalizio criminale che negli anni ‘80 entrò in contrasto con quello capeggiato da CARUSO Giovanni e da cui scaturì una faida nel corso della quale furono perpetrati numerosi omicidi, tra cui quelli dei germani del NAVANTERI Salvatore.
Nel corso del 2013, quest’ultimo assieme alla moglie, REGAZZOLI Luisa, venne tratto in arresto, unitamente ad altri soggetti, tutti appartenenti al clan “Nardo” di Lentini, federati con i Santapaola, nell’ambito dell’operazione di polizia denominata “Ciclope” perché ritenuti responsabili di appartenere ad una associazione del tipo mafioso finalizzata alla detenzione illegale di armi.
Il Tribunale, successivamente, inflisse anche al NAVANTERI Salvatore la misura della sorveglianza speciale per la durata di due anni, ravvisandone la piena ed attuale organicità del proposto all’organizzazione criminale sopra delineata e la consequenziale pericolosità sociale.
L’odierno provvedimento del Tribunale di Siracusa è stato emesso a seguito di una lunga e complessa serie di accertamenti patrimoniali svolti da personale del Centro Operativo D.I.A. di Catania, diretto dal Primo Dirigente della P. di S. dott. Renato Panvino, compendiati in una proposta di misura di prevenzione – a firma del Direttore della D.I.A. – che era sfociata nel sequestro dei predetti beni eseguito nel marzo dello scorso anno.
L’Organo giudicante ha, inoltre, ravvisato l’assenza, in capo al NAVANTERI e al proprio nucleo familiare, di risorse lecite idonee a giustificare gli investimenti posti in essere e, nel contempo, una cospicua e generalizzata sproporzione tra i redditi dichiarati ed il patrimonio posseduto.
Con il provvedimento adottato a carico di NAVANTERI Salvatore è stata disposta la confisca del patrimonio riconducibile allo stesso, stimato in circa 500.000,00 euro, composto da beni immobili ubicati nei comuni di Francofonte (SR), Vizzini (CT) e Teglio (SO).”
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“LA D.I.A. CATTURA PERICOLOSO LATITANTE
Personale della Direzione Investigativa Antimafia di Catania congiuntamente a personale del Centro Operativo di Torino e a quello della Sezione Operativa di Catanzaro ha tratto in arresto il latitante Paolo BALSAMO, cl.1965, condannato alla pena di anni 30 per associazione mafiosa ed omicidio. Peraltro, sullo stesso grava un provvedimento di cumulo pene emesso dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Catania
Il BALSAMO veniva rintracciato in località Rossano (CS), in viale Santangelo, in prossimità della Stazione Ferroviaria, a bordo di un’autovettura Fiat Punto, di proprietà di una delle due donne in compagnia delle quali è stato fermato. La cattura del ricercato è avvenuta a seguito di numerosi e prolungati servizi di osservazione protrattisi in località di Rossano sin dalle prime ore del mattino del 14 luglio, effettuati contestualmente ad attività tecniche. All’atto della cattura il ricercato si stava facendo accompagnare presso la vicina stazione per allontanarsi dalla città di Rossano, ma vistasi preclusa ogni possibilità di fuga dal personale operante, non opponeva alcuna resistenza e si faceva trarre in arresto.
BALSAMO Paolo, alias Sucasangu-Buttafuoco, appartenente al clan catanese dei “Cursoti”, si era reso irreperibile il giorno 16.06.02015, non facendo rientro presso la struttura carceraria di Bologna, al termine del turno di lavoro che avrebbe dovuto espletare quale operatore volontario presso la cooperativa sociale “Sammartini” di Bologna, in conseguenza del regime della semi-libertà cui era stato ammesso. Gravato da numerosi e gravi precedenti per associazione a delinquere di stampo mafioso, reati concernenti le armi e le sostanze stupefacenti, subiva diversi attentati alla sua vita ad opera delle avverse organizzazioni criminali etnee e veniva, di contro, condannato dalla Corte d’Assise di Appello di Catania, nel 2002, alla pena di 30 anni di reclusione per l’omicidio di Carmelo MURABITO, strangolato il 21 gennaio 1991 con un filo del telefono e poi bruciato, omicidio maturato nell’ambito di una guerra di mafia che vide contrapposti i clan “Laudani” e “Cappello”. Organico negli anni 80, fino al 1991, al clan “Pillera-Cappello”, transitava poi nel clan dei “Cursoti”, in particolare in una frangia capeggiata da PITTARÀ Rosario, GIUSTOLISI Antonio e PRIVITERA Salvatore, alleati con i “Cursoti” Milanesi del noto Jimmy MIANO. Più volte, nel corso del 1991, BALSAMO Paolo manifestava l’intenzione di collaborare con l’A.G. di Catania, mostrandosi tuttavia inaffidabile e sottraendosi in più occasioni al programma di cui fruiva.
Al termine delle formalità di rito il BALSAMO è stato condotto presso la casa circondariale di Cosenza a disposizione dell’A.G.”
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