Antimafia e…familiari (veri) estromessi: parente del giudice Livatino fuori da manifestazione in sua memoria!

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ecco il comunicato stampa di quanto accaduto….

“Oggetto: Parente del Giudice Livatino escluso da manifestazione in Sua Memoria al carcere Bicocca di Catania.Anche il Giudice Rosario Livatino avrebbe avuto parenti “indesiderabili” almeno per le Istituzioni e nella fattispecie per il Direttore dell’istituto di pena Bicocca di Catania e per gli organizzatori della manifestazione di questa mattina (9 maggio) all’interno del penitenziario.

“Non posso non affermarlo, e me ne assumo tutta la responsabilità, dopo quanto verificatosi nelle ultime ore”.A dichiararlo e sottoscriverlo Vincenzo Gallo, parente del Giudice Rosario Livatino, che nella giornata di mercoledì aveva ottenuto dal Direttore dell’istituto di pena, contattato telefonicamente, l’autorizzazione a prendere parte alla manifestazione in programma per questa mattina in memoria dei Giudici Saetta e Livatino organizzata dal “comitato spontaneo antimafia” intitolato ai due magistrati. Autorizzazione, sottolineata dal vivo compiacimento dello stesso Direttore che si era detto “orgoglioso ed impaziente” nell’incontrarmi proponendomi anche una particolare attenzione nell’attribuzione del posto in platea. A circa 24 ore da queste esternazioni uno stretto Collaboratore del Direttore sempre telefonicamente mi ha comunicato che “l’autorizzazione era stata revocata dopo aver sentito gli organizzatori”.

“Il fatto in se per se potrebbe non significare nulla –afferma Vincenzo Gallo- ma purtroppo non è così visto che la manifestazione di questa mattina per la prima volta mi avrebbe fatto incontrare una inesistente e millantatrice “Rosaria Livatino” presidente onoraria dello stesso comitato organizzatore che di fatto abbiamo accertato non essere mai esistita e che questa mattina sarebbe stata scoperta”.

“Della circostanza, vista l’impossibilità ad accedere al carcere ed alla manifestazione, -dice ancora Vincenzo Gallo- ho informato lo stesso Direttore attraverso un fogliettino, fatto consegnare da un impiegato dell’istituto di pena- invitandolo ad accertare la veridicità e le generalità della professoressa Rosaria Livatino”.

Al Direttore avevo chiesto di poter presenziare se non come cittadino, come parente del Giudice Livatino, o come rappresentante di un’emittente locale di Canicattì che già ieri pomeriggio aveva formalizzato richiesta di accredito che, pur ricevuta, non ha avuto corso.

“Quanto accaduto in queste ore, dal rifiuto di farmi assistere quale parente del Giudice Livatino ad una manifestazione in Suo Nome al fatto che tale decisione è stata assunta in maniera condizionata e forse voltagabbana da un rappresentante delle Istituzioni (il Direttore del carcere) –dichiara Vincenzo Gallo- al fatto che, forse, si è consentito ancora una volta ad una persona e ad un comitato autoproclamatosi antimafia e per la legalità di millantare titolarità ed identità fasulle raggirando illustri rappresentanti delle Istituzioni ed anche semplici cittadini e “premiati”, tutti presenti in buona fede, non possono passare come nulla fosse ma è bene che le Autorità preposte, da quella Giudiziaria a quella Ispettiva relativa agli Istituti di Pena sino alla Corte dei Conti, valutino se in questo caso siano stati commessi reati ed abusi da parte di chiunque e soprattutto perché le precedenti denunce del sottoscritto e delle Associazioni “Tecnopolis” ed “Amici del Giudice Rosario Angelo Livatino” così come le diffide, una a firma del padre dottor Vincenzo Livatino, sull’attività ed i comportamenti di questo “comitato” (che ha più volte cambiato nome in coincidenza delle diffide e delle denunce) non abbiano portato a nulla e dell’eventuale archiviazione non ne sia stata data notizia alle parti”.

Canicattì 9 maggio 2014 Vincenzo Gallo.” 

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Redazione Iene Siciliane

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