Riceviamo e pubblichiamo:La Direzione Investigativa Antimafia di Catania ha sequestrato un patrimonio costituito da quote societarie ed aziende, numerosi terreni e fabbricati, autoveicoli e disponibilità bancarie e postali per un valore di circa sette milioni di Euro a FARO Giuseppe, nato a Palagonia (CT) il 18.11.1957, noto imprenditore a capo di imprese operanti nel settore dell’edilizia e del movimento terra nella cui disponibilità sono risultate essere due cave estrattive ubicate nel territorio di Palagonia (CT) e Licodia Eubea (CT).Il sequestro scaturisce da un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Catania che ha accolto la proposta avanzata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, in esito alle indagini eseguite dalla Direzione Investigativa Antimafia di Catania.FARO Giuseppe annovera numerosi precedenti di polizia tra i quali: una condanna in primo grado a sei anni e sei mesi di reclusione per la commissione di una serie di rapine ai danni di autotrasportatori; una condanna, con rito abbreviato, alla pena di anni 3 di reclusione per il reato di estorsione in concorso, aggravata dal reato di concorso esterno in associazione mafiosa (art. 7 D.L. 152/91 e succ. mod.), nell’ambito dell’operazione di polizia denominata “CALATINO” scaturita dalle attività di indagine della Direzione Investigativa Antimafia di Catania. Dall’attività investigativa emergeva la vicinanza di FARO al clan mafioso diretto da LA ROCCA Francesco, affiliato alla famiglia mafiosa “SANTAPAOLA” di Catania.FARO Giuseppe emerge, seppur non colpito da provvedimenti giudiziari, anche nell’ambito dell’operazione di polizia denominata “IBLIS” nella quale, attraverso una conversazione ambientale, emerge che lo stesso FARO è soggetto sul quale AIELLO Vincenzo, all’epoca rappresentante provinciale di “Cosa Nostra”, poteva contare per l’illecita aggiudicazione di gare di appalto.Attese le vicende giudiziarie di FARO Giuseppe, venivano delegate dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia indagini di natura economico-finanziaria e patrimoniale alla Direzione Investigativa Antimafia, Centro Operativo di Catania, riguardanti il periodo compreso tra il 1992 ed il 2011, volte a rilevare la capacità reddituale di FARO Giuseppe e del suo nucleo familiare.Le indagini patrimoniali, che costituiscono il vero valore aggiunto nelle operazioni anticrimine condotte contro le organizzazioni mafiose, finalizzate a rilevare la capacità reddituale di FARO Giuseppe e del suo nucleo familiare, hanno permesso di accertare forti profili sperequativi tra i redditi dichiarati ed il patrimonio posseduto, tali da fondare la presunzione, condivisa dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catania ed accolta dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Catania, di una illecita acquisizione patrimoniale derivante dalle attività delittuose connesse all’organico e prolungato rapporto di frequentazione di FARO Giuseppe con esponenti dei vertice delle famiglie mafiose di Catania e Caltagirone.Le indagini espletate dalla Direzione Investigativa Antimafia di Catania hanno, inoltre, rilevato che FARO Giuseppe, dopo avere costituito imprese e società operanti soprattutto nel settore dell’edilizia e del movimento terra, dopo l’arresto avvenuto nell’anno 2001, ha preferito eclissarsi dalla scena economica. lasciando alla moglie ed ai figli il compito di incrementare il patrimonio di famiglia, investendone i frutti delle attività delittuose da lui poste in essere nell’acquisto di quote societarie, nella titolarità di imprese, nell’acquisto di numerosi immobili e autoveicoli.La Direzione Investigativa Antimafia di Catania, con l’odierno provvedimento, ha posto sotto sequestro:
Quote sociali ed aziende:- società “GENERALE APPALTI E COSTRUZIONI S.R.L.” con sede in Palagonia (CT);- società “NUOVA CALCESTRUZZI S.R.L.” con sede in Aci Castello (CT);- società “EDIL GUIZZA S.R.L.” con sede in Padova;- società “LA.CO FRUTTA S.R.L.” con sede in Palagonia (CT);- quota relativa alla “LAVORI DUCEZIO SOCIETA’ CONSORTILE A RESPONSABILITA’ LIMITATA” con sede in Palagonia (CT);- quota societaria relativa alla società “3MG IMMOBILIARE S.R.L con sede in Albignasego (PD);- quota societaria relativa alla società “EDIL ADRIATICA S.R.L.” con sede in Cona (VE);- quota societaria relativa alla società “TEOLO RESIDENCE S.R.L.” con sede in Albignasego (PD);- quota societaria relativa alla società “EURO APPALTI S.R.L.” con sede in Palagonia (CT);- quota societaria relativa alla società “LA DIMENSIONE CASA S.R.L.” con sede in Catania.Beni Immobili:- terreni per complessivi venti ettari circa, siti nei comuni di Palagonia (CT) e Ramacca (CT);- diversi magazzini, locali deposito ed uffici siti nei comuni di Palagonia (CT) e Ramacca (CT);- un fabbricato per attività industriali sito nel comune di Palagonia (CT);- nr. 4 appartamenti e 2 garage site nei comuni di Palagonia (CT), San Zenone degli Ezzelini (TV), Albignasego (PD), Surbo (LE)Beni Mobili Registrati:- nr. 9 automezzi di cui 6 autocarri e 3 autovetture.Rapporti Bancari e Postali su tutto il territorio nazionale.Il patrimonio sequestrato è valutabile complessivamente in circa sette milioni di euro.
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