Antimafia, la giustizia e Giorgio Cannizzaro, Santo La Causa: “quei 60.000 euro per l’annullamento in Cassazione…”


Pubblicato il 17 Aprile 2013

Dall’ordinanza “Fiori Bianchi 2”, le parole del collaboratore (nella foto), che parla di scenari inquietanti…di iena giudiziaria Marco Benanti 

“Ho sempre saputo dell’esistenza di Giorgio Cannizzaro, familiare dei Ferrera e degli Ercolano e parente di Nuccio Cannizzaro (per un periodo ritenuto reggente del clan Santapaola, ndr). Mi risulta che egli sia in discreti rapporti con i Ferrera e con qualcuno degli Ercolano, mentre non è in buoni rapporti con i Santapaola, ma la generalità degli esponenti del gruppo considera ed inquadra il Cannizzaro come ‘parente’ con le prerogative che a questo conseguono. Ricordo che Pippo Ferrera, alla fine degli anni ’80, mi riferì che il Cannizzaro era stata inviato a Roma ma non mi disse per quale motivo: io pensai che ciò fosse avvenuto per quel suo modo di fare un pò truffaldino. In ogni caso, a Roma il Cannizzaro ebbe la capacità di crearsi un giro di amicizie importanti, tanto che, per esempio, agli inizi degli anni ’90 Ferrera Giuseppe mi fece sapere tramite un detenuto calabrese, che grazie alle amicizie di Cannizzaro al Ministero a Roma avrebbe potuto ottenere il mio trasferimento dal carcere dove mi trovavo in Calabria e dove avevo avuto un litigio con Pino Chiofalo, in altra sede del Nord dove avrei potuto ottenere un regime carcerario più favorevole: non riuscii ad ottenere il trasferimento ma devo precisare che venni sottoposto al regime del 41 bis Op proprio in quel periodo.

Aggiungo però che ritenni che la promessa fattami da Ferrera Giuseppe fosse molto seria per il carattere di quella persona che non è solita parlare a vuoto e che quindi doveva essere, a sua volta, sicura del fatto che Cannizzaro fosse in grado di ottenere quanto il Ferrera mi aveva promesso. Ricordo che a Roma il Cannizzaro venne affiancato, per qualche tempo, da Nino Ferrera, fratello di Francesco.

In epoca più recente, 2006-2009, il Cannizzaro ottenne da Battaglia Salvatore circa 60.000 euro con i quali avrebbe dovuto ottenere l’annullamento in Cassazione di una sentenza di condanna che lo riguardava. Il risultato, però, non venne ottenuto ed il Battaglia cercava il Cannizzaro per farsi restituire la somma versata…”

 


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