Antimafia negli appalti, Codacons: ridurre i costi della giustizia e attuare rotazione impiegati P.A.


Pubblicato il 30 Maggio 2013

L’ Osservatorio Indipendente sugli Appalti Pubblici dell’associazione di tutela dei consumatori, critica gli elevati costi giudiziari relativi ai ricorsi: scoraggia chi si sente leso.

E l’associazione invita gli enti locali ad utilizzare criteri rotativi nella scelta dei soggetti chiamati a giudicare le offerte di gara

In Italia l’infiltrazione mafiosa negli appalti è un cancro difficile da debellare, grazie anche la corruzione esistente nella pubblica amministrazione. Il Codacons affronta la questione ed evidenzia le ragioni che alimentano questo fenomeno, evidenziandone sia le cause del suo proliferare, sia le soluzioni per arginare questo “malcostume”.

L’avv. Mauro Di Pace, componente dell’osservatorio indipendente sugli appalti pubblici del Codacons, mette subito il dito nella piaga, indicando nell’aumento del contributo unificato per atti giudiziari, una delle principali cause. La giustizia ed in particolare il sistema di tutela del privato nei confronti dei possibili abusi della P.A., sta diventando un affare solo per ricchi e per chi ha tempo da perdere. Tutto ciò rischia di scoraggiare ulteriormente il contenzioso e di conseguenza le impugnazioni, rendendo il costo di accesso alla giustizia quasi proibitivo, specie in questi tempi di crisi. “In meno di dieci anni- dichiara l’avv. Di Pace- si è passati da 360 a 9000 euro: prima da 360 euro a 2000 euro, per effetto del Decreto Bersani; poi a 4000 euro grazie al governo Monti; oggi a 6000 euro per gli appalti di valore maggiore, per ogni atto impugnato (la tassa può quindi triplicare), che diventano 9000 in appello”. Ciò si traduce in un tentativo da parte del governo di scoraggiare il controllo giudiziale sulle gare illegittime.Ma non è tutto.

L’altro aspetto che contribuisce a cristallizzare una situazione a forte rischio di infiltrazione mafiose, risiede nelle persone coinvolte nel procedimento e competenti a bandire le gare, che non sono assoggettate al vincolo della rotazione. “Questo vale- afferma il Componente dell’osservatorio indipendente sugli appalti pubblici del Codacons- sia per il RUP, il responsabile unico del procedimento; sia – troppo spesso – per le commissioni giudicatrici, i cui componenti sono soggetti ad un vincolo di rotazione che resta, di fatto, sulla carta”. Pertanto il Codacons si appella sia al Parlamento affinchè si premuri a legiferare per abbassare i costi diventati ormai stellari della giustizia da parte di chi legittimamente ritiene di fare appello e inoltre chiede agli enti locali di porre in essere criteri rotativi nella scelta dei soggetti chiamati non soltanto a giudicare le offerte di gara ma anche a determinare, a monte, i criteri, e quindi a redigere i bandi, i capitolati, i disciplinari di gara.


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