Antimafia&Politica: “Turbo”Arnone scrive lettera aperta a Giovanni Impastato e Francesco Forgione

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Ecco il testo della missiva del noto legale:

“sarebbe facile proporre la battuta che, nella terra di Pirandello, ad Agrigento, avviene anche questo: cioè che per presentare un libro antimafia di un ex presidente della Commissione Nazionale Antimafia, si chiami un politico notoriamente corrotto e altrettanto notoriamente frequentatore di capimafia.

Ma il punto è che la responsabilità di una simile stravagante iniziativa – che ritengo coinvolga, a sua insaputa, Giovanni Impastato – viene assunta da Francesco Forgione, che da politico navigato, impegnato nell’antimafia, addirittura ex Presidente Nazionale della Commissione Parlamentare contro le mafie, nonché giornalista, scrittore e molto altro (persino omonimo di Padre Pio!!!!), dovrebbe sapere chi sono le peggiori persone che circolano nel territorio siciliano.

E’ molto strano che l’ex Presidente della Commissione Nazionale Antimafia Francesco Forgione non sappia che la più grande e scandalosa opera pubblica oggi avviata in Sicilia è il Rigassificatore di Porto Empedocle, che prevede un costo di 500 milioni di euro (sì, Forgione, cinquecentomilioni di euro!!!!) e che sta, ovviamente, come si comprenderà, al centro dei più rilevanti interessi di Cosa Nostra.

Caro Forgione, quando hanno arrestato il grande boss agrigentino Gerlandino Messina, gli hanno trovato addosso documenti e “pizzini” relativi ai lavori del Rigassificatore.

Oggi il tuo interlocutore prediletto ad Agrigento, Lillo Firetto, è indagato, dispongo pure del numero del procedimento, per il reato di corruzione da parte dell’Enel per aver autorizzato il Rigassificatore, ottenendo in cambio, assieme a numerosi altri politici agrigentini e siciliani – secondo la testimonianza di un politico (un ex sindaco sottoposto adesso a protezione e scorta) che ha rifiutato i soldi – un bel po’ di quattrini. E’ certo, comunque, che Firetto dovrà essere processato per corruzione perché mentre autorizzava il Rigassificatore, la coniuge, la più illustre sconosciuta dei giovani legali agrigentini, diveniva monopolista delle cause Enel ad Agrigento.

Carissimo Forgione, forse è il caso che leggi pure gli atti del processo n. 8395/2007 a carico del capomafia empedoclino Domenico Seddio, inteso Nico, aduso a incontri presso la stanza del sindaco, con Lillo Firetto, incontri nei quali si concordavano assunzioni di interesse del mafioso presso la grande struttura di ristorazione dei fratelli Firetto, Lillo, Mirko e Massimo. Il capomafia Seddio in una intercettazione racconta che il sindaco Lillo, in sua presenza, ha chiamato il fratello Mirko Firetto disponendo le assunzioni.

Certo, incontrarsi nella stanza del sindaco col capomafia e fare assumere suoi parenti non è reato, ma non credo che Giovanni Impastato sarebbe molto lieto di sedersi accanto a Lillo Firetto che ospitava i mafiosi nel suo ufficio di sindaco.

Ma quante sventure in terra agrigentina per l’imprudente Forgione, per nulla assistito dall’omonimo Padre Pio. Questa grande azienda di ristorazione del Firetto, ove, appunto, trovavano lavoro i parenti dei mafiosi, è finita nell’occhio del ciclone del Fisco, che in una ispezione non solo ha trovato lavoratori extracomunitari impiegati in nero, immediatamente fatti fuggire dai fratelli Firetto, ma soprattutto ha contestato ai titolari, cioè all’On. Regionale Lillo Firetto e ai suoi fratelli, un milione di euro di evasione fiscale.

Carissimo Forgione, ricorderai certamente che 20 anni addietro una donna fu arrestata, la Soprintendente Fiorentini, e io sfuggii all’arresto miracolosamente, sulla base delle testimonianze false, mendaci, calunniose, di un paio di amici di Angelino Alfano e dell’on. Basilio Vella, che all’epoca era da te fortemente stimato. Vent’anni addietro ti schierasti a difesa del calunniatore Vella, all’epoca segretario di Rifondazione Comunista, e poco tempo dopo seguace di Totò Cuffaro. Ti schierasti con calunniatore Vella e ti sei impegnato a lanciare contro di me accuse assurde. A giorni – purtroppo la Giustizia è molto lenta – il tuo ex amico Vella, rifondarolo passato con Cuffaro, mi dovrà risarcire ingenti danni per la falsa testimonianza contro di me.

Il tempo è galantuomo. Io continuo a vivere della mia professione di avvocato, da uomo libero, e la mia storia è raccontata da ben cinque pentiti di mafia, che si soffermano sull’eterna discussione sul mio omicidio, sui killer già contattati, e i soldi già stanziati, nonché sulle ragioni di quel costante odio dei capicosca. Già, caro Francesco, io continuo a vivere del mio lavoro, come direbbe Cacciari, sono ricco di famiglia e non ho bisogno di iscrivermi al Partito Socialista di Craxi. Tu, illustre Forgione, niente niente che, per riempire la pentola, ti sei iscritto al partito di Crocetta e Lumia, e ti hanno fatto il regalo della Direzione Regionale della Fondazione Federico II?

Leggo che Direttore ti ha formalmente nominato il collega di partito di Lillo Firetto, Giovanni Ardizzone, ovviamente con la benedizione di Crocetta e Lumia.

Consentimi una battuta, almeno che tu non mi possa dimostrare che il Direttore della Fondazione lo fai gratuitamente o che hai ottenuto la carica per concorso.” 

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Redazione Iene Siciliane

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