di iena marco pitrella
Contrordine! “Premio Enrico, il principe del fico” va ritirato al sindaco, Giuseppe Purpora, e dato al (suo) consigliere comunale: Giuseppe La Rocca.
In un commento pubblicato nel profilo facebook di chi scrive, sotto l’articolo sul dietrofront del sindaco a proposito delle due ordinanze su dove valesse l’obbligo delle mascherine, La Rocca ha scritto: “… vista la carenza di mascherine va bene qualsiasi dispositivo per limitare la diffusione delle particelle di aerosol intorno a noi, all’interno dei luoghi chiusi aperti al pubblico. Limitare la diffusione del contagio: questa è la parola d’ordine. Non capisco perché – ha proseguito – se Musumeci proibisce la consegna a domicilio delle pizze la domenica (francamente assurdo) va tutto bene, mentre se un sindaco emette un’ordinanza per proteggere i lavoratori di un supermercato è uno sceriffo da sbeffeggiare”.
Tralasciando gli articoli con cui questa testata ha, per usar le sue parole, ”sbeffeggiato” Musumeci, il colonNello: ma all’articolo a mia firma, domanda che va domandata, almeno un’occhiata gliel’ha data? e, quel che è più grave, viene ancora da domandare, il consigliere La Rocca l’ha mai data un’occhiata alle due ordinanze?
Perché proprio nell’articolo si parlava delle due ordinanze del sindaco.
La prima, la numero 13, datata 6 aprile, prevedeva l’obbligo delle mascherine o “comunque una protezione a copertura di naso e bocca su tutto il territorio comunale nonché all’interno degli esercizi commerciali o altri luoghi aperti al pubblico”.
Appena due giorni dopo, l’8 aprile, ecco la seconda ordinanza, la numero 14, a rettifica della prima: “accertato per mero errore – si legge testualmente – che si è indicato tutto il territorio comunale nel quale si è fatto obbligo di utilizzo delle mascherine”, il sindaco ha imposto l’obbligo delle mascherine o “comunque di una protezione a copertura di naso e bocca all’interno di esercizi commerciali e uffici aperti al pubblico”.
Se l’avesse letto l’articolo, La Rocca, l’avrebbe capito che noi ci siamo occupati di quel “mero errore” con il quale – repetita iuvant – si estendeva “l’obbligo delle mascherine su tutto il territorio comunale”: non s’è mica discusso se fosse giusto o meno l’obbligo delle mascherine (che è cosa buona è giusta) per gli esercizi commerciali e gli uffici aperti al pubblico”.
Quindi, per “mero errore”, e non è di poco conto il “mero errore”, si era indicata da parte del sindaco “l’estensione a tutto il territorio comunale dell’obbligo mascherina”; e dalla correzione del “mero errore”, la mascherina, a Grammichele si porta obbligatoriamente “negli esercizi commerciali e negli uffici aperti al pubblico”. Chiaro no?
Fosse solo la lettura dell’articolo la questione; dal tenore del commento c’è da dubitare persino della lettura più importante: quella delle due ordinanze. Perché se non le ha lette, lui che è consigliere comunale, è come detto, un fatto grave; se le ha lette e non le ha capite… il resto va da sé.
Non c’è da stupirsi: la solita partenza del grillino e il solito arrivo: quello del grillino. Del resto, si sa, fra i grillini Giuseppe La Rocca è più grillino di Grillo.
Dunque, Giuseppe Purpora, il sindaco, che comunque l’articolo l’ha letto e, c’è da scommetterci, ne avrà sorriso, non ne abbia a male se il premio che fu “ampiamente meritato” gli viene ritirato.
“Premio Enrico, il principe del fico” a Giuseppe La Rocca: maggiormente meritato.
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