Appunti grammichelesi, vicenda precari: l’opposizione s’è mossa, Cgil e Cisl un po’ meno

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iena marco pitrella

Ha un dovere il comune di Grammichele: stabilizzare i lavoratori precari. Del resto, la vicenda riguarda “solo” 97 dipendenti a tempo determinato e riguarda i 17 “LSU”.

S’è mossa l’opposizione, dunque: nella seduta di martedì, il 19 novembre, è stata votata da tutto il consiglio comunale la “proposta d’impegno per la stabilizzazione dei precari” presentata dai cinque consiglieri dell’opposizione nella seduta precedente, quella del 16 novembre. A firmare l’atto (così come la richiesta di convocazione straordinaria del 16), Rosetta Attaguile e Rosario Campanello e Renzo Giandinoto, Rosario Cannizzo e Ignazio Giandinoto.

Proprio la seduta di sabato scorso, quella del 16 novembre, che, centrale nella faccenda, va raccontata: tutti presenti tutti i lavoratori precari durante il consiglio comunale. Presenti i lavoratori precari tutti. Presente l’amministrazione comunale e presenti i consiglieri comunali, della maggioranza e dell’opposizione.

Tutti presenti tutti, dicevamo, al consiglio comunale… o quasi.

Presente la Uil ma assente la Cgil e assente la Cisl, tanto per essere precisi. Pare quasi che questi, i sindacalisti, abbiano scambiato la seduta straordinaria del consiglio comunale per una manifestazione politica, e abbiano deciso sulla base di quella brutta parola – “politica” – di non partecipare. E pensare che, correttamente, erano stati invitati pure da chi presiede il consiglio comunale, Samuele Palermo.

Tutt’un programma, infatti, la motivazione contenuta in una lettere, firmata da Cgil e Cisl, rivolta allo stesso presidente del consiglio comunale: “eventuali iniziative intraprese dalla parte Politica che richiedevano la presenza delle parti sociali, andavano preventivamente concordate e pianificate…”

Parte politica”?… ecco

Meno male che il consiglio comunale lo chiamano “civico consesso”.

Tutti presenti tutti, quindi: tranne il sindacato, una quota parte per così dire.

Che poi, a dirla tutta, all’assemblea del 12 novembre indetta nella sala consiliare, il sindacato tutto era presente a proclamare “lo stato di agitazione”. Essere presenti anche sabato al consiglio straordinario sarebbe stata la continuazione, per così dire “naturale”, di quanto cominciato: invece assente la Cgil e assente la Cisl.

In fondo, non c’è motivo per non fare la stabilizzazione: l’85% dello stipendio (circa 900 euro mensili), fra l’altro, è a carico della Regione, quella stessa Regione che – si legge nella proposta d’impegno presentata dall’opposizione – “ha previsto lo stanziamento delle somme attualmente assegnate ai comuni, sino al 2038, a condizione che gli enti locali (quindi il comune) avviino le procedure di stabilizzazione con relativo bando di assunzione entro il 2020.

I soldi ci sono: “gran parte dei comuni siciliani – è scritto sempre nella proposta d’impegno – hanno già stabilizzato il personale precario”.

Il danno è tutto per quel centinaio di famiglie… ma anche per il paese e anche per il comune, il nostro comune, dato che “il personale è indispensabile per assicurare il normale funzionamento della macchina amministrativa”… ormai da più di vent’anni.

L’opposizione s’è mossa e di conseguenza pure la maggioranza: il sindacato un po’ meno.

 

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