“Architettura, il ‘Modello Catania’ spinge il settore dei lavori pubblici in Sicilia: più qualità delle opere e un incremento del 64% di affidamenti ai liberi professionisti”

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(nella foto: da sx Alessandro Amaro e Rino La Mendola)

Il vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Architetti Rino La Mendola e il presidente etneo Alessandro Amaro: sperimentazione, innovazione, qualità e tempi più snelli

CATANIA – «Da anni portiamo avanti il tema del concorso con progettazione a due gradi. Lo abbiamo fatto dal punto di vista normativo, promuovendo l’introduzione – nel codice dei contratti – di appositi dispositivi che premiamo il talento dei professionisti e non più il fatturato o la dimensione della loro struttura professionale. Ma lo abbiamo fatto anche offrendo alle stazioni appaltanti una serie di servizi, come ad esempio i bandi-tipo e la piattaforma informatica, su cui girano oramai veloci una serie di concorsi. 

La Regione Siciliana è stata la prima in Italia a dotarsi dei bandi tipo, grazie ai quali, con il nostro osservatorio nazionale, abbiamo potuto rilevare, per il 2019, un incremento degli affidamenti ai liberi professionisti in Sicilia pari al 64% rispetto all’anno precedente. Proseguendo lungo il percorso tracciato, adesso il Governo Musumeci sta meritoriamente puntando con piena convinzione al concorso di progettazione quale strumento per rilanciare i processi di trasformazione del territorio, alimentando così i motori della macchina dell’architettura contemporanea di qualità». Questo il commento del vicepresidente del Consiglio Nazionale Architetti Rino La Mendola, e del presidente degli Architetti etnei Alessandro Amaro, in occasione della presentazione della nuova Cittadella giudiziaria di Catania.

«Quello di oggi – sottolinea il presidente Alessandro Amaro – è uno dei tanti obiettivi raggiunti dal nostro Ordine, dopo mesi di grande impegno e collaborazione con gli uffici della Regione Siciliana e del Consiglio Nazionale. Abbiamo finalmente battezzato il “Modello Catania”, dimostrando che se tutti gli attori coinvolti nel processo fanno al meglio la propria parte, si riescono a rispettare cronoprogrammi e scadenze, anche nei momenti di difficoltà, portando a casa risultati ambiziosi. Abbiamo offerto all’Amministrazione regionale lo strumento utile per il Concorso di progettazione – la piattaforma online messa gratuitamente a disposizione dal nostro Consiglio Nazionale, con la firma della convenzione stipulata a Roma dal presidente Giuseppe Cappochin – abbiamo affiancato gli uffici durante tutto l’iter, supportando la parte tecnica e logistica relativa agli aspetti procedurali; abbiamo lavorato instancabilmente nel periodo Covid e nella Fase 2 per consentire di arrivare puntuali alla data prefissata. Un vero successo, che mostra un nuovo modo di approcciare il settore dei Lavori Pubblici: in maniera agile, trasparente e puntuale.

In questa direzione un ringraziamento va certamente alla parte politica, in primis al presidente della Regione Nello Musumeci  e all’assessore al ramo Marco Falcone, che hanno seguito la strada tracciata avviando una nuova stagione dell’Architettura contemporanea; ma anche a chi ha lavorato duro per finalizzare l’iter burocratico: il direttore regionale del Dipartimento tecnico Salvo Lizzio, il Rup (capo del Genio Civile di Catania) Natale Zuccarello, il nostro Consiglio dell’Ordine che ha sempre promosso l’idea del Concorso e la nostra consigliera Eleonora Bonanno che ne ha seguito la parte operativa».  

Il progetto vincitore della Cittadella giudiziaria che sorgerà in Viale Africa, è stato aggiudicato – su 85 proposte pervenute – a un raggruppamento di studi e professioni romani e catanesi: «Siamo stati lieti di patrocinare questo Concorso, che di certo rappresenta per il capoluogo etneo una vera sfida, facendo da apripista a molteplici iniziative istituzionali – ha commentato La Mendola – possiamo inoltre sfatare il “falso mito” secondo cui la progettazione a due fasi allungherebbe i tempi di realizzazione. Piuttosto li riduce: l’Amministrazione, infatti, non acquisisce solo un nome, ma un progetto di fattibilità tecnico-economica e un professionista a cui affidare i successivi livelli esecutivi, senza ulteriori gare».

La progettazione a due fasi è un concorso anonimo con una giuria nota a tutti che premia la qualità del progetto, prima di quella del singolo professionista. «Questo offre un duplice vantaggio: da un lato una documentazione leggera, dall’altro tempi ridotti per la finalizzazione del progetto – conclude Amaro – In questo modo viene data a tutti gli esperti la possibilità di presentare la propria idea e di concorrere per l’azione di riqualificazione urbana a favore del territorio. Nello specifico, la Cittadella Giudiziaria potrebbe essere pronta in tre anni, con una struttura che si farà notare per la sua imponenza e che rispetta il rapporto tra la nostra città e il suo mare grazie alle quote sopraelevate. Inoltre, il progetto selezionato consentirà di avere anche una piazza semicoperta, con terrazze arredate a verde: un ottimo compromesso per consentire ai catanesi di riappropriarsi di spazi pubblici in zone centrali e suggestive. Porteremo avanti la nostra azione a favore dei Concorsi di Progettazione non solo con l’Amministrazione regionale, ma anche con quelle comunali, prima fra tutte Catania, dove abbiamo già ottenuto importanti risultati».    

 

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Benanti

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