Lo “straniero”, il procuratore venuto da Roma, estraneo a Catania, comincia a far sentire che l’aria è cambiata a Palazzo di Giustizia. Nel suo incontro informale con la stampa di stamane, Giovanni Salvi (nella foto), da poche settimane Procuratore della Repubblica di Catania, ha parlato con poche ma incisive frasi.
Rigore, correttezza e imparzialità, anche nei rapporti con le testate giornalistiche: questi i motivi di fondo che traspaiono dalle parole di questo magistrato che affronta una prova complessa e difficile come dirigere la Procura di Catania. Con i giornalisti non ci saranno “corsie preferenziali”, non ci saranno “rapporti privilegiati”-ha detto il neo procuratore. Se sarà così -diciamo noi- una “rivoluzione copernicana” arriverà sotto l’Etna. Per il momento il rapporto con i giornalisti sarà curato dal procuratore.
“Sono convinto che la stampa abbia un ruolo molto importante che sia un dovere per gli uffici del pm informare in maniera corretta e senza canali privilegiati tutta la stampa e che sia necessario raggiungere un buon rapporto di collaborazione e di rispetto reciproco”: così si è espresso in avvio Salvi, prima di chiedere di proseguire il “faccia a faccia” a telecamere spente.
Con i cronisti il nuovo Procuratore ha parlato del suo primo approccio all’ufficio di Procura, delle prime impressioni, dell’avvio del suo lavoro, di quanto si propone di fare, dei progetti legati al nuovo incarico, all’organizzazione dell’ufficio. Sul processo al Presidente della Regione Lombardo ha soltanto detto: “davanti al giudice vedremo…”
Salvi ha sottolineato l’importanza dell’informazione, non disgiunta dal rispetto per tutte le fasi del procedimento e dalla tutela delle vittime e degli indagati. Per questo motivo, vieterà la diffusione di immagini acquisite nelle operazioni di polizia giudiziaria e garantirà il rispetto della pietas dei defunti. Insomma, niente sensazionalismi, sebbene –ha spiegato Salvi- talora la “spietatezza” di chi vive nell’illegalità è utile fare conoscere.
Insomma, rigore e garanzie per tutti. Salvi ha spiegato che i cittadini devono sentire la presenza dello Stato, con una giustizia che abbia tempi ragionevoli, in modo anche da evitare il ricorso a forme di giustizia privata.
In generale, l’impressione data è di un Procuratore che sta lavorando per capire lo stato in cui si trova l’ufficio che è chiamato a dirigere: un incarico per il quale Salvi sente “un grosso carico di responsabilità”.
E in Procura? Ha trovato –ha spiegato- magistrati e personale di segreteria “che lavorano con grande passione”. Ed inoltre non ci sono grossi deficit nell’organico dei magistrati dell’ufficio: ma non si era detto per tanti anni il contrario? E non era questo il motivo dei tempi, spesso lunghi, di non poche inchieste? Chissà. Noi di “IeneSicule” seguiremo con attenzione. Anche noi senza guardare in faccia a nessuno.Iena giudiziaria
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