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ARRESTATA MA ERA IN UN ALTRO POSTO AL MOMENTO DELLA RAPINA: SUBITO SCARCERATA
Pubblicato il 06 Marzo 2021
di iena giudiziaria marco benanti
Ennesimo caso di errore della macchina giudiziaria. Un errore che è costata la restrizione della libertà di una persona: fatto grave. Sempre.
Andiamo ai fatti: giovedì 3 marzo scorso, B.D. residente in Aci Catena, comune in provincia di Catania, veniva raggiunta da una ordinanza di arresti domiciliari emessa dal Gip di Enna su richiesta della locale Procura, poiché accusata di una tentata rapina avvenuta nel territorio della provincia.
Il provvedimento si basava sopratutto sulle indagini riguardanti l’utilizzo di una scheda telefonica, formalmente intestata all’indagata, ma di fatto in uso a sua figlia.
Immediatamente, l’avv. Alfio Grasso del foro di Catania, incaricato dalla persona sottoposta ad indagine, inviava una dettagliata nota alla Procura, spiegando che la scheda non era utilizzata dall’indagata e dimostrando peraltro che la stessa si trovava in tutt’altro luogo al momento del reato ipotizzato.
Si attivava quindi immediatamente la squadra mobile di Enna, che accertava quanto rappresentato dal legale: pertanto, nella mattinata odierna, è stata disposta l’immediata rimessione in libertà della B.D.
“Sono soddisfatto -dichiara l’avv. Grasso- per l’esito di questa vicenda, in particolare per la celerità della Procura d Enna e della squadra mobile nel disporre gli accertamenti richiesti.”
Resta, invece, da parte di chi scrive, la constatazione che si ripetono gli errori della macchina giudiziaria: nulla di nuovo sotto il Sole, ma la constatazione che manca ancora una diffusa sensibilità sul tema della restrizione non motivata della libertà personale.
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